IAN
"Ehm..." Mi accorgo di aver iniziato a sudare, ma devo dirglielo anche se sarà spaventata e probabilmente non vorrà più uscire di casa.
"Allora?"
"È una lettera. L'ho trovata poco fa, davanti la porta."
"Non... non me ne ero accorta..." Noto che sta iniziando a tremare.
"Neanch'io." Abbasso lo sguardo spostando il braccio da dietro la schiena. "È..."
"Che c'è scritto?" La sua espressione è seria, fredda.
"Niente solo... è una cavolata, sarà sicuramente qualcuno che si sta prendendo il gioco di te." Piego il foglio in due infilandolo nella tasca posteriore dei pantaloni.
"Ian, dimmi che c'è scritto."
"Ma è una stupidaggine..."
"Ian!" Ha notevolmente alzato il tono di voce e io sussulto leggermente. "Non penso che lo sia dato che sembravi davvero preoccupato fino a qualche secondo fa."
"D'accordo, tieni." Sospiro rassegnato ed esco fuori la lettera porgendogliela esitante.
La afferra strappandomela dalle mani.
La vedo mimare quelle parole. "Arriverò presto..."
"Oddio. Che... che vuol dire?" Mi guarda disperata e mi accorgo, semplicemente guardandola negli occhi, che sta chiedendo il mio aiuto.
Mi avvicino a passo svelto stringendola a me mentre lei affonda il viso nel mio petto.
"Stai tranquilla. Rilassati, non è nessuno, non succederà nulla. È solo uno stupido scherzo, okay?"
"Ma chi potrebbe farmi uno scherzo del genere? A parte i miei amici e la mia famiglia nessuno sa dove abito. Che vuol dire Ian?" Singhiozza.
Sposta il suo sguardo su di me e io le asciugo con il pollice le lacrime.
"Non vuol dire niente, basta piangere. Io starò qui con te ancora per un po', va bene? O preferisci venire tu da me?"
"Non so Ian... preferirei qua, ma... non... non è questo il punto..."
"Che vuoi dire Neens?"
"Non so, forse dovremmo andare dalla polizia..."
"Credo sia un po' affrettata come decisione."
"Affrettata? È passata una settimana."
"Si ma, lasciamo stare la polizia, almeno per adesso. Ripeto, secondo me è tutto uno scherzo e comunque, nessuno ti farà del male, non se qui ci sono io, promesso."
"O-okay..." Riesco a percepire il suo corpo che si rilassa leggermente per poi stringersi ancora di più al mio.Arrivata l'ora di cena noto che Nina è più rilassata. Ride e scherza e non si guarda più attorno ogni secondo.
"Allora... fra qualche giorno ci saranno i TCA... ci andrai?"
Giusto. I Teen choice Award. Me ne ero completamente dimenticato.
"Non so... a dire il vero non ho ancora deciso... E tu?"
"Neanch'io... però... potremmo andarci, magari non insieme ma..."
"Per me va bene." Le sorrido per farla tranquillizzare dato che sembra leggermente in imbarazzo.
"Okay..."Decidiamo di andare a letto presto, indossiamo il pigiama e poi ci infiliamo sotto le coperte.
"Allora... notte Neens."
"Notte Ian. E scusa, scusami ancora."
"Smettila, non hai niente di cui scusarti." In realtà dovrei ringraziarla. Fino a pochi giorni fa pensavo che non avrei più avuto la possibilità di starle vicino in questo modo, nel nostro letto, distanti solo qualche centimetro.
Spengo la luce della lampada sul comodino e prima di piombare in un sonno profondo, stringo la mano a Nina e lei non si oppone, ricambiando la stretta.
La mattina seguente tutto procede normalmente, niente lettere e niente messaggi. Finiamo le riprese e dopo gli ultimi saluti facciamo una foto di gruppo.
"Ehi ragazzi!" Candice interrompe le nostre chiacchiere alzando il tono di voce per farsi sentire da tutti. "Che ne dite di andare a mangiare qualcosa tutti insieme stasera?" Dice mostrando un sorriso a trentadue denti.
"Per me va bene!" Esclama Paul scompigliandole i capelli.
"Michael?"
"Si per me non c'è problema."
"Neanche per me." Esclamamo Steven e Zach all'unisono.
"Bene! Kat? Nina? Ian?" Tutti e tre ci guardiamo imbarazzati, indecisi su cosa dire.
"Ehm..." Incomincia Nina.
"Va bene." Dico io concludendo la frase.
"Va bene..." Kat sembra guardare Nina con la coda dell'occhio, per vedere la sua reazione, ma quest'ultima sembra volerla ignorare.Torniamo a casa e prima di potercene accorgere si fa buio.
"Ian, senti va a casa. Non voglio..."
"Nina, ti ho detto che sarei stato con te ancora per un po', perché voglio farlo, davvero. Adesso andiamoci a sistemare che tra un'ora dobbiamo essere in quel ristorante."
"Odio quel ristorante!"
"Lo so..." Ridacchio. "Ma a Candice non si può dire di no..."
"Già..." Detto questo si dilegua correndo al piano di sopra.
Uscito dalla doccia indosso una camicia bianca e una giacca nera classica che lascio aperta. Metto un paio di pantaloni anch'essi neri ed una semplice cintura dello stesso colore. Mentre sistemo i capelli do un'occhiata al mio orologio da polso. Sono quasi le nove e Nina non è ancora pronta. "Neens! A che punto sei?"
"Eccomi!" Le sento urlare dalla camera da letto.
Pochi minuti dopo ecco che finalmente esce dalla camera da letto e io non posso fare a meno di fissarla incantato. Un largo sorriso si forma sul mio volto ma cerco di contenermi. Indossa un top rosso aderente e una lunga gonna bianca con uno spacco laterale e per finire delle alte scarpe col tacco, anch'esse bianche.
"Wow, stai davvero bene Smolderhalder"
"Mhm... in confronto a te sfigurerò di certo stasera."
"Si come no." Abbassa lo sguardo arrossendo leggermente, poi finalmente usciamo.La serata passa tranquilla, ordianiamo una tonnellata di antipasti di pesce, mangiamo quasi tutto, a parte Nina che non ha mai amato il cibo di questo ristorante. Riesco intravedere delle occhiate curiose da parte di Kat, che si trova dall'altra parte del tavolo. Probabilmente si starà chiedendo come mai io e Nina siamo di nuovo così vicini e tranquilli. In realtà non credo che io e lei saremmo mai potuti stare lontani, e con lontani intendo freddi e distaccati e se c'è una cosa che abbiamo in comune è che non portiamo rancore, beh... nella maggior parte dei casi... E poi, il bene che proviamo l'uno per l'altro è davvero troppo.
"Vado un attimo in bagno, scusate."
Nina si alza per andare in bagno e io la seguo con lo sguardo fino a quando scompare. In sua assenza chiacchiero un po' con Paul, seduto di fronte a me.
"Allora avete risolto!" Mi sorride contento.
"Si ma... non siamo tornati insieme."
"Come no?" Sembra deluso e mi guarda stranito. "Ma siete così..."
"Amici?"
"Si..."
"Beh, è quello che stiamo cercando di essere..."
"E ci riuscite?"
Faccio una pausa pensandoci un po'.
"Non so. Quello che so è che adesso devo starle vicino, in veste di amico o di qualsiasi altra cosa..."
"Perché che succede a Nina? In effetti l'ho vista un po'... non so, nervosa?"
"Si beh..." Prima che possa finire la frase ecco che riappare Nina e io faccio segno a Paul di non parlarne davanti a lei e per fortuna lui sembra capire."È stata una bella serata ragazzi." Julie ci saluta uno ad uno per poi salire nella sua auto col marito e lo stesso fanno gli altri.
Anche questa notte resto con Nina, così come per l'intera settimana."Ian... È Domenica, è passata una settimana, va a casa, posso cavarmela da sola, sto bene."
"Sei sicura? Di stare bene intendo."
Mi siedo al suo fianco, sul divano, mentre afferro il telecomando e inzio a fare zapping.
"Si... e poi è già da un po' che non ricevo più niente, per cui magari avevi ragione tu. Magari era solo uno stupido scherzo. Ci vediamo comunque Mercoledì no? Ci partiamo da qui insieme e prendiamo l'aereo per Los Angeles."
Giusto... Mercoledì ci saranno i Teen Choice awards, per cui la rivedrò. "Per cui va a casa a sistemare le tue cose, ti ho tenuto qui dentro per troppo tempo..." Mi sorride e io scrollo il capo. "È stato un piacere."
Per qualche motivo il fatto che mi abbia "concesso" di tornare a casa non mi entusiasma più di tanto. È vero che sono stato con lei per tenerla d'occhio e per fare in modo che non le succedesse nulla... ma mi è piaciuto. Mi è piaciuto rivivere quella che un tempo era la nostra quotidianità, ma prima o poi sarebbe dovuto arrivare questo momento.
"D'accordo allora." Mi sforzo di sorriderle, le accarezzo i capelli per poi alzarmi dal divano.
"Non smetterò mai di ringraziarti Ian. Non sai quanto sia stato importante per me quello che hai fatto. Anche la tua sola presenza ha fatto sì che mi riprendessi e sono stata bene, grazie a te."
"Non ringraziarmi, l'ho fatto perché volevo farlo."
La abbraccio stringendola forte e lei ricambia. Non voglio lasciarla andare e lei sembra avere le stesse intenzioni... ma alla fine mi stacco decidendo di andare subito, prima che sia troppo tardi e possa rovinare tutto, anche questa specie di amcizia-o qualunque altra cosa sia- che stiamo cercando di creare. "Ti voglio bene Neens."
"Anch'io, tanto."