"Quindi? Ti è piaciuto parlare con Julie?"
"Si, papi. Juie brava" risponde Willow, mentre lui e Louis camminano verso l'uscita dell'edificio in cui hanno trascorso l'ultima ora. "Mi ha fatto fare un disegno. Ha detto che finiamo prossima votta, però. Ci torniamo presto, papi?"
Louis ovviamente sa del disegno, perché la psicologa di suo figlio gli aveva accennato che avrebbe utilizzato in modo particolare questo mezzo per comunicare con lui, dal momento che con Harry questo trucchetto ha funzionato. In ogni caso, fa finta di niente.
"Certo, scricciolo. Saremo di nuovo qui la settimana prossima" risponde, guardandolo con dolcezza. "Sono felice che tu sia stato bene. Harry aveva proprio ragione su di lei."
Louis non sa in quanto tempo cominceranno a vedere i frutti di questa terapia, ma già il fatto che sia qui ad ammettere ad alta voce che Harry - lo stesso Harry che è stato definito da lui un imbecille, impiccione e stronzo - abbia ragione, è davvero un enorme passo avanti.
E poi come minimo glielo deve, perché nel giro di due settimane hanno già cominciato la terapia e questo è solo merito suo che ha chiamato la psicologa per chiederle di inserire loro il prima possibile.
È stato proprio carino, deve ammetterlo.
"Maestro Harreh!"
Willow non sa ascoltare i suoi pensieri, vero?
"Sì, Lowie. Parlo del maestro Harry."
"No, papi. Maestro Harreh qui."
Louis ci impiega qualche istante a capire il reale senso delle parole di suo figlio, poi quando segue la traiettoria del punto che gli sta indicando con il suo dito minuscolo, si rende conto che effettivamente il maestro Harry è veramente qui.
Li sta guardando da qualche metro di distanza, mentre è a braccia conserte poggiato alla sua macchina come un dannato divo di Hollywood. Quest'ultima parte Louis non aveva davvero intenzione di pensarla, ma ha un paio di occhi che funzionano e deve purtroppo ammettere che l'insegnante di suo figlio è davvero un bel vedere.
Però, un attimo.
Cosa ci fa qui?
"Vedo un principino bellissimo con le scarpe rosse o mi sbaglio?" chiede Harry, alzando il tono di voce per farsi sentire. Come se, tutta la loro attenzione, non fosse già del tutto concentrata su di lui.
"Sono popio io."
Willow ovviamente si libera della sua mano per raggiungere con entusiasmo il maestro, che non perde tempo e si piega subito sulle ginocchia per stringerlo e poi prenderlo in braccio.
Louis osserva la scena quasi con rassegnazione, mentre si avvicina ai due che si stanno abbracciando e guardando in modo sdolcinato. Dio, suo figlio è proprio perso per questo uomo e sembra anche ricambiato.
Disgustosi.
"Oh, c'è anche papà principe" aggiunge Harry a bassa voce, parlando con Willow che ridacchia divertito e tenendo un occhio su di lui, come se non si fosse già capito di chi sta parlando.
"Quale buon vento ti porta qui, schiavo?" rimane al gioco Louis, incrociando le braccia davanti al petto.
"Ouh, schiavo fa male. Chiamami pure cocchiere, grazie" risponde Harry, mentre continua a tenere Willow in braccio che, distratto, gioca con i suoi capelli. "Mi sono ricordato della tua improvvisa passione per le passeggiate e ho pensato che, dato che Julie è praticamente a dieci minuti da casa tua, avessi deciso di venire a piedi."
"Anche sensitivo."
"Visto? Sono pieno di qualità" continua Harry, divertito. "Non volevo che foste soli, proprio oggi. Ho pensato anche che avremmo potuto fare qualcosa insieme, noi tre."
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Sea Monsters
FanfictionDiventare papà a diciannove anni può avere i suoi aspetti positivi: quando ti ritrovi in fuga da un amore che hai idealizzato e da una città che, per quanto grande, ti ha fatto sentire soffocato, sai di poter sempre contare su quel piccolo mostricia...