Quello giusto

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"Ricordami a che ora abbiamo il treno..."

"No."

Louis sorride, mentre un adorabile Harry steso su di lui, non sembra avere alcuna intenzione di lasciare questo letto.

Si sono svegliati insieme in una camera d'albergo qua a Londra: si sono alzati con calma, hanno fatto colazione in camera, si sono infilati nella doccia insieme e poi ancora nudi sono tornati nel letto che li ha ospitati per la notte, dove hanno trascorso le ultime ore a non fare altro che coccolarsi.

Louis sta accarezzando la schiena di Harry con la punta delle dita, creandogli qualche brivido che riesce a percepire sotto ai suoi polpastrelli. Il modo in cui diventa sempre creta tra le sue mani lo fa sentire vivo come non mai.

"Willow sarà così felice quando torneremo a casa insieme" gli dice Louis, nel vano tentativo di ricordargli che c'è un lato positivo nel lasciare questo letto. "Gli sei mancato davvero tanto in questi giorni."

Harry sospira, poggiando il mento sul suo petto per poterlo guardare negli occhi. "Volevi davvero fargli cambiare scuola?"

"No, Harry. Non lo avrei fatto" ammette finalmente Louis, togliendogli un peso dal cuore. "Già stava abbastanza male perché non venivi a casa, non gli avrei mai tolto la possibilità di vederti almeno a scuola. Certo, ero arrabbiato con te, ma non sarei andato fino in fondo. Avevo i miei buoni motivi quando ho portato via Lowie da Adam, così come avevo i miei buoni motivi per non portarlo via da te."

"Grazie" mormora Harry, con un filo di voce. "Avevo bisogno di sentirmelo dire."

"Non hai sbagliato niente con lui, è la verità" continua Louis, facendo scivolare le dita tra i suoi capelli mentre lo guarda così, bellissimo, da vicino. "Sei bravo con i bambini, non arrovellarti..."

Harry sospira, piegando le labbra in un piccolo sorriso. "Sì, credo di saperlo. Però... Lou. Willow è un'altra cosa. Lui è sempre stata un'altra cosa per me. So di non avere alcun diritto di dirlo, ma..."

"Tu puoi dire quello che vuoi, amore."

"Ti ricordi quello che è successo a dicembre? Quando siamo andati al centro commerciale e Willow ha chiesto quella cosa a Babbo Natale?" gli chiede Harry, riportandolo con la mente ad un po' di settimane prima. "Non era l'unico a volerlo."

"Harry..."

"No, non... non usare questo tono" continua, mettendosi seduto e stringendosi il cuscino addosso. "Lo so che non ho nessun diritto, te lo ripeto. Però Willow per me non è mai stato un alunno come tutti gli altri, ho sempre sentito qualcosa in più per lui e ti giuro che - che negli ultimi tempi, non c'era nessun pensiero che avrebbe potuto rendermi più felice di me e te a crescerlo insieme."

Louis ha voglia di mettersi a piangere per la dolcezza di questo ragazzo. Mai, quanto ha lasciato quella casa a New York con il cuore in mille pezzi, avrebbe mai pensato che sarebbe riuscito a trovare qualcuno che glielo avrebbe ricucito così tanto bene da farlo tornare come nuovo.

"Lo so che non sono l'ideale, che ho poco più di vent'anni e che per certi versi sembro un bambino, per non parlare del fatto che ho avuto il padre che ho avuto e non credo di essere all'altezza, solo - io voglio stare vicino a te e a lui, per sempre, e - "

"Harry" lo interrompe Louis, posandogli una mano sulla guancia per accarezzarlo con amore. "Anche io sono cresciuto senza un padre, eppure credo di cavarmela piuttosto bene con Lowie. Se... rimanere vicino a noi è quello che vuoi, sono sicuro che troveremo il modo per farla funzionare."

Harry non ha il minimo dubbio su questo. "Se è quello che voglio? Tu non lo hai proprio capito che io non ti lascio andare più?"

Louis si scioglie come budino a queste parole. "Ti amo. Tantissimo."

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