Louis era convinto che una volta lasciata Londra, Harry sarebbe tornato a comportarsi come sempre. Si sarebbe lasciato una volta e per tutte alle spalle la terribile sensazione di essere tornato nel luogo in cui ha vissuto una vita non felice, e avrebbe ripreso le sue abitudini.
E certo, lo ha sicuramente fatto, ma il suo umore non è affatto migliorato. Ha continuato ad essere triste proprio come quella sera a Londra e Louis ha passato giornate intere a sentirsi in colpa, perché è solo colpa sua se Harry è ritornato in quella città e si è ritrovato costretto ad affrontare i suoi ricordi più pesanti.
Gli unici momenti in cui lo ha visto più sereno sono stati quelli che hanno passato con Willow, ma appena si perde anche un solo attimo nei suoi pensieri, gli torna quella faccia triste che Louis ha scoperto di odiare, per quanto sia bella perché non c'è niente di Harry che sia davvero brutto.
Così, mentre Louis stava lavorando nel solito posto dove va sempre quando ha bisogno di ispirazione e tranquillità, ha pensato che sarebbe stato bello avere Harry vicino. E che forse, in un luogo così incantevole - una vastità enorme di prato che circonda un lago mozzafiato -, non sarebbe riuscito proprio ad essere di cattivo umore.
Per questo motivo, quando stava per finire di scrivere l'ultimo articolo, ha preso il cellulare e ha scritto un messaggio:
Ad Harry Cox, 04:43 p.m
Ehilà, straniero :) Se non hai da fare sali in macchina e raggiungimi. Ti mando la posizione!
Dopo circa mezz'ora e con il pc ormai abbandonato sul prato, Louis ha sentito dei passi alle sue spalle e poi ha visto finalmente Harry, più bello che mai, avvolto in una camicia bianca.
"Ehi" lo saluta Harry, scivolando sul prato accanto a lui e dandogli una gomitata a mo' di saluto. "Sentivi la mia mancanza, Tomlinson?"
"Stavo finendo di lavorare e ho pensato che meritavo un po' di compagnia. Sei stato l'unico disponibile a venire" risponde Louis, sarcastico. "Ti ho disturbato?"
"Che spiritoso che sei. Comunque no, anche se dovrei cominciare a pensare a qualcosa da far fare ai bambini per Natale. Con questo caldo continuo a dimenticare che quel momento è abbastanza vicino."
"Solo per questo?"
"Be', forse anche perché per me e Gemma è difficile renderlo indimenticabile" ammette Harry. "Il primo anno in cui ero maggiorenne, siamo andati ad una festa piuttosto... scandalosa. Volevamo divertirci ma eravamo circondati da gente che faceva sesso in pubblico. Non era proprio l'idea di divertimento che avevamo per una festa così... familiare."
"Certo. Posso immaginarlo" mormora Louis, notando ancora una vena di tristezza nella sua voce. "Tu come ti senti? Sei strano da quando siamo tornati da Londra e mi sento un po' in colpa perché ti ci ho portato io."
"Lou, non devi. Davvero. Solo... mi sono sentito un po' sopraffatto."
"Lo so, lo capisco. E capisco anche... il bisogno di sentire Willow" continua Louis, giocherellando con qualche filo d'erba ed evitando il suo sguardo. "Credo di aver capito perché ti sei così tanto affezionato a lui. Ti rivedi in Lowie per via di tuo padre ed hai empatizzato molto con la sua situazione, ma Harry, non devi preoccuparti per lui. Non più."
"Willow è abbastanza sveglio da sapere che non vuole vedere Adam, ma quando sarà grande avrà così tante domande" gli dice Harry, senza girarci troppo attorno. "Ero un ragazzino quando Gemma mi ha portato via da Londra ed ero così felice, Louis, ero l'adolescente più felice del mondo perché io quel pezzo di merda non volevo più vederlo, ma paradossalmente più cresci e più fa schifo questa cosa perché ti rendi conto di quanto sia assurdo il modo in cui si è comportato. Io non sono un genitore ma in soli due mesi mi sono affezionato tremendamente a tuo figlio e la sola idea di spezzargli il cuore mi fa sentire male."
STAI LEGGENDO
Sea Monsters
FanfictionDiventare papà a diciannove anni può avere i suoi aspetti positivi: quando ti ritrovi in fuga da un amore che hai idealizzato e da una città che, per quanto grande, ti ha fatto sentire soffocato, sai di poter sempre contare su quel piccolo mostricia...