Aprire gli occhi

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"Harry, sei pronto?"

"Sto sistemando i capelli!"

"Ho capito, ma stiamo andando ad un corso di autodifesa, non ad una serata di gala."

Louis sta a gambe incrociate sul letto di Harry, dove lo sta aspettando da almeno venti minuti: ha trascorso ogni secondo arrivando quasi a pentirsi di aver accettato la sua proposta di fare questa cosa insieme, ma non si è mai azzardato a dirlo ad alta voce perché lo sa che stanno facendo la cosa giusta e deve soltanto essere grato ad Harry per aver pensato di farlo insieme a lui.

Fa parte del percorso di terapia che sta facendo: dopo quello che è successo con Adam, pensare di sapersi difendere se qualcuno in futuro dovesse provare a fargli di nuovo del male, è fondamentale.

E poi è anche una delle tante ragioni per cui deve essere grato ad Harry.

Le pensa davvero tutte per farlo sentire al sicuro.

Harry viene finalmente fuori dal bagno: ha una tuta addosso e a nessuno, a nessuno nell'universo un indumento del genere sta così divinamente, e i suoi capelli sono legati in una crocchia disordinata ma che allo stesso tempo sembra essere stata curata a regola d'arte.

"Stavo pensando" esordisce così Harry, con l'aria di chi potrebbe aver fatto le prove davanti allo specchio per qualche minuto. "Tua madre è tornata da lavoro e sta guardando Lowie. Che ne dici se dopo il corso di autodifesa io e te... andassimo a mangiare qualcosa fuori?"

Louis sbarra un po' gli occhi, mentre mette insieme i punti. "Uh, io e te? Senza i ragazzi?"

"Senza i ragazzi" ripete Harry, in un impeto di coraggio. "Insomma... io..."

Harry fa già fatica a fatica a parlare, poi quando la suoneria del cellulare di Louis irrompe nel bel mezzo della loro conversazione, capisce che non ha alcuna speranza di riuscire ad esprimersi senza rischiare di balbettare o essere distratto.

Louis sembra mortificato, mentre controlla lo schermo del suo cellulare. "Uh, Niall deve averti sentito. È lui" la butta lì con un sorriso leggero, cercando di non far trasparire troppo l'agitazione che lo ha colpito d'improvviso quando ha realizzato quello che stava per succedere.

"Oh. Sì, rispondi, potrebbe essere importante."

E in effetti Harry non ha tutti i torti: Louis lo scopre subito quando risponde alla chiamata di Niall, e quello che gli viene detto finisce per creargli più ansia della proposta che stava per fargli Harry un secondo prima.

Si alza dal letto e inizia a camminare piano da una parte e l'altra della camera, mentre Harry lo guarda attento e anche a tratti preoccupato quando capisce dal suo umore che quella di Niall non è una chiamata da amico ma da avvocato.

"Sì, Niall, figurati. Mi fido di te... sono tranquillo, certo. No, ma hai fatto bene, dovevo saperlo. Grazie mille, Nì, ci sentiamo."

"Che è successo?"

La domanda di Harry arriva subito, come un lampo, mentre Louis mette via il cellulare e lo fissa per un attimo privo di espressione.

"Niall ha sentito gli avvocati di Adam... pare che voglia vedere Willow."

Harry non può credere a quello che sta sentendo, infatti si lascia andare ad un mezzo sorriso sarcastico. "Sì, certo, mettiamolo sul primo aereo per la prigione di Rikers Island."

Quando si accorge però che Louis non trova per niente divertente quello che ha appena detto, capisce che forse sta davvero prendendo in considerazione l'idea di fare qualcosa del genere.

"Lou, no. Stai scherzando? Vuoi fargli vedere Willow?"

"Io non voglio fargli vedere Willow" specifica Louis, parandosi davanti ad Harry e fissandolo con occhi grandi e spaventati. "Ma se non lo faccio mi denuncia per abbandono del tetto coniugale e per aver portato fuori dal Paese nostro figlio senza il suo consenso."

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