Dolcetto o scherzetto?

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"Papi! Sveglia, papi! Oggi Halloween!"

Louis avrebbe dovuto immaginare che suo figlio, di sabato mattina - uno dei pochi giorni in cui sono entrambi liberi dalla scuola e dal lavoro - lo avrebbe svegliato come farebbe qualsiasi altro bambino normale il giorno di Natale.

Peccato però che questo momento per Willow arriva due volte all'anno, perché lui ama il 31 ottobre tanto quanto il 25 dicembre.

Colpa sua, d'altronde.

Lo ha fatto diventare un fan dei travestimenti e ora ne sta pagando le conseguenze.

"Amore, hai ragione. Halloween però è stasera" mormora Louis, stringendo i fianchi del suo bambino e cercando di costringerlo a tornare a dormire con lui. "Ti giuro che passeremo il pomeriggio a fare la zucca e a sistemarti il vestito da fantasma, va bene?"

"No, papi. Ora. Non fare il dormiglione."

Louis mugugna qualcosa di incomprensibile, nascondendo la testa nel cuscino. "Ti giuro, Lowie, che quando sarai grande e non vorrai svegliarti per andare a scuola, pagherò un intero complesso di trombettisti che lo faccia al posto mio. Piccolo ingrato che non sei altro."

Willow non capisce una sola parola di quello che gli ha appena detto, ed è un male per Louis che si ritrova ad essere praticamente spinto sempre più vicino al bordo del letto. Da quando il suo bambino di soli tre anni possiede tutta questa forza?

"Papi. Dolcetto e scherzetto con Harreh?"

Questa domanda di Willow fa sentire Louis del tutto impreparato, perché non aveva proprio pensato alla possibilità di trascorrere con Harry la serata più spaventosa dell'anno.

Poi ripensa al modo in cui si sono avvicinati in questo periodo, in cui è stato carino con lui e Willow e si ritrova a credere, per una frazione di secondo, che potrebbe fargli davvero piacere passare Halloween con loro.

"Va bene, piccola peste. Glielo chiediamo."

"Sì! Bravo papi!"

Louis rinuncia definitivamente all'idea di tornare a dormire e così si lascia trascinare una volta e per tutte giù dal letto: solo quando Willow lo vede in piedi, si sente abbastanza tranquillo da correre fuori dalla camera di suo padre per scendere giù a fare colazione.

Mostriciattolo che non è altro.

Louis fa una lunga sosta al bagno per svegliarsi, si prende tutto il suo tempo prima di tornare in camera per vestirsi. Intanto che sceglie cosa indossare fino a stasera - opterà ovviamente per una tuta - recupera il cellulare e fa partire una chiamata.

La risposta avviene dopo solo due squilli.

"Lou?"

"Harry, buongiorno" lo saluta Louis, con un sorriso allegro. "Non ti ho svegliato, vero?"

"Sono sveglio da, tipo, tre ore. Hai visto che ore sono?"

Louis getta un'occhiata veloce alla sveglia sul suo comodino. "Le dieci passate di un sabato mattina, Harry. Non credere di essere tu quello normale tra me e te."

"Mio Dio, Louis, sei proprio un dormiglione. E poi perché tu non sei al lavoro? Pensavo che le notizie non si fermassero mai."

"Così come non si ferma la mia redazione, infatti. Ti ricordo che sono il capo."

"Ooh, chiedo scusa. Non volevo mettere in dubbio la tua professionalità" risponde Harry divertito, la voce dolce come il miele potrebbe far sciogliere Louis da un momento all'altro. "Comunque, dov'è il mio principino?"

"Ci stai parlando in questo momento."

"Intendo il mio preferito" ribatte Harry.

"Ouch. Questa ha fatto male" borbotta Louis, un pizzico di sarcasmo nella voce. "Presumo che stia torturando mia madre per la colazione, dopo avermi buttato giù dal letto."

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