Vengo con te

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"Permesso? Possiamo?"

Louis si illumina quando vede sulla soglia della porta Harry mentre tiene Willow per mano. Il bambino lo sta fissando con l'aria di chi è stato avvertito di non fare casino, e questa non può essere che opera di Harry, dal momento in cui suo figlio sembra ascoltare solo lui con così tanta dedizione.

"Ehi. Certo, vieni qui piccolo" li saluta Louis allegro, e a questo invito Willow si libera della mano di Harry per correre da lui e abbracciarlo. Il suo bambino. "Oh, amore. Che dolce che sei. Hai fatto il bravo con Harry?"

"Lou, non ho fatto niente. L'ho solo portato da scuola a qui."

"Be', però siete stati tutta la mattina insieme."

Harry scrolla le spalle. "Touché. Quello era solo lavoro, vengo pagato per farlo."

"Ti ripagherò anche io adeguatamente, allora" risponde Louis risoluto, e se la sua voce è suonata un po' maliziosa non ha intenzione di scusarsi per questo. "A parte gli scherzi, grazie davvero di avermelo portato. Mia madre è a lavoro, io dovevo assolutamente pubblicare un articolo cinque minuti fa e non sapevo come fare. Sei stato un tesoro."

"Lou, ma ti pare. E poi ero troppo curioso di vedere una redazione da dentro, non mi era mai capitato."

Louis sbuffa una risata. "Oh, certo. Sì che a Doncaster abbiamo una redazione enorme, non ti succederà mai più nella tua vita di vederne una così."

"Sei un idiota" lo riprende Harry, con un sorriso. "Ho visto Niall quando è venuto a prendere Theo, poco fa. Mi ha chiesto se stasera ci va di fare qualcosa. Ci va?"

"Perché, se non ci sono io non sei capace di uscire?"

Harry scuote la testa senza pensarci due volte. "E sopportare la vista di Zayn e Liam che amoreggiano tutto il tempo? No, grazie. Poi ci sarebbe solo Niall, va a finire che sembriamo una coppia pure noi. Che schifo."

"Mi lusinga ricordare che non ti facesse così schifo l'idea di sembrare una coppia quando siamo usciti da soli."

"Tu non hai i colpi di sole."

"Touché" risponde Louis divertito, mentre prende dal cassetto un foglio di carta bianco e alcuni dei pastelli che Willow ha lasciato qui l'ultima volta. "Tieni, amore. Ti va di colorare un po'? Tra un po' torniamo a casa, promesso."

Willow annuisce contento. "Posso andare da B? Lei è più brava di me."

"Nessuno è più bravo di te, ma certo piccolo. Non farla impazzire."

Il bambino scende giù dalle gambe del suo papà e corre fuori dall'ufficio.

"Ora che siamo soli" riprende a parlare Harry, con tono di voce basso. "Facciamo le cose sporche? Nei film succede sempre, con tanto di giochetti di ruolo. Capo."

Louis guarda Harry con gli occhi ridotti a due fessure. "Sei un idiota" lo ammonisce, dandogli un calcio da sotto la scrivania. "Imbecille cronico. Magari nei tuoi sogni, maiale che non sei altro."

"Antipatico" sbotta Harry, lasciandosi cadere di nuovo contro lo schienale della sedia. "Se non hai intenzione di intrattenermi tu, lo farò io da solo. Sai che oggi a scuola abbiamo fatto il gioco delle sedie? Willow stava per avere la meglio, ma ha fatto il galantuomo con la piccola Sarah e alla fine ha vinto lei."

"Voi a scuola fate il gioco delle sedie? Cosa sei, un animatore?"

"Lou - "

"Niente Lou. Mi sto pentendo di averlo iscritto alla tua scuola."

Harry sbuffa in modo esagerato. "Sei pesante, Louis. Sai che ti dico, stasera esco e faccio amicizia con qualcun altro. Non ti sopporto più."

"Sta' zitto, la tua vita sarebbe noiosissima senza di me" risponde Louis a tono, mentre si alza e si avvicina alla cassettiera per sistemare alcune scartoffie che aveva messo in disordine stamattina. "A parte gli scherzi, io stasera ci sono. Mia madre è a casa e può occuparsi lei di Willow."

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