Di nuovo solo

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"Ch stai facendo?"

Louis trattiene a stento una risata, quando vede Harry, mezzo nudo e con la testa fuori la porta della camera da letto. Un attimo dopo, la tira indietro e lo guarda, a tratti offeso per il modo in cui lo sta prendendo in giro.

"Cerco di capire se c'è tua madre in giro."

Anche ieri notte, quando sono rientrati dopo la loro scappatella a scuola, Harry ha tolto le scarpe e camminato in punta di piedi pur di non farsi sentire da Jay. E si è praticamente messo un cuscino in faccia, quando in camera hanno fatto di nuovo sesso e aveva voglia di urlare.

Gli ha fatto così tanta tenerezza che dopo lo ha preso in giro per almeno venti minuti.

"Non c'è, Haz" gli dice. "Oggi aveva il turno di mattina presto. Sarà già uscita da un pezzo."

"Oh. Ok, allora torno a letto."

"Sì, torna a letto" risponde Louis compiaciuto, battendo una mano sul materasso.

"Lou, non farti venire strane idee in testa" lo avverte Harry, raggiungendolo e stendendosi per metà su di lui. "Devo andare a scuola."

Louis sbuffa un po'. "Ti giuro, non ho mai dentro nessuno così entusiasta per una cosa del genere. Scommetto che sei sempre stato cosi, vero?"

"Confermo."

"Il mio secchione preferito" lo prende in giro Louis, intrecciando le dita tra i suoi capelli e strappandogli un bacio veloce. "È stata una notte stupenda, perché vuoi farla finire?"

"Non voglio che finisca, scemo..."

"Te ne vuoi andare."

"Lou, devo farlo."

Louis sbuffa, tirandoselo vicino e intrecciando le loro gambe insieme. "Non è così tardi, Niall non ha ancora riporto Willow a casa! Poi qiuello che mi sconvolge è il modo in cui questo ti rende felice."

"Tu mi rendi felice, Lou."

"Be', questo è ovvio. Però non puoi dire che la scuola ti fa schifo."

"Se mi facesse schifo non farei questo lavoro, no?" gli fa notare Harry, sistemandosi accanto a lui e poggiando la testa sul cuscino. "Mi è sempre piaciuta la scuola, lo ammetto. Insomma, non sono stato molto fortunato con i compagni, ma... mi è sempre piaciuto tanto imparare. Colpa di mamma, quando ero piccolo non faceva altro che farmi notare quanto fossi fortunato a poter studiare gratis e che avrei dovuto approfittarne, perché un giorno questo lusso mi sarebbe costato molto caro."

Louis sorride dolcemente alle sue parole. "Somigli tanto a lei, vero?"

"Tantissimo. Gemma poi è la sua fotocopia. Per fortuna, abbiamo preso entrambi da lei" risponde, con un sorriso leggero sulle labbra. "E sì, anche la nostra passione per la scuola, ovviamente. Mamma... lei era fissata, davvero."

"Sì? Le piaceva tanto?"

"Quando era al liceo, la chiamavano Coxford. E nonostante la prendessero in giro, lei continuava a testa alta e si è realizzata in tutto quello che voleva. Lei è stata un vero e proprio esempio di vita per me."

Louis esita qualche secondo, prima di rispondere.

"Coxford? Hai preso il suo cognome?"

Harry, d'improvviso, si congela.

"Io... sì. Non ufficialmente" snocciola, in difficoltà. "Cioè, non - noi abbiamo quello di mio padre, io e Gemma non lo abbiamo mai davvero cambiato. Però usiamo quello di mamma, preferiamo così."

"Oh" risponde Louis, spiazzato da questa rivelazione. "Certo. Sì, ci sta. Non me lo avevi mai detto."

"Hai ragione, non - non ci avevo pensato. Ti dispiace?"

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