27. The worst bruises are in our heart

5K 210 632
                                    

Leggete lo spazio autrice a fine capitolo, grazie mille🫶🏻🩵

S W A M I

‼️

Quando vengo tirata bruscamente all'indietro sento come se il pavimento sotto ai miei piedi venga a mancare.

Non posso urlare perché la bocca è tappata dalla mano dell'uomo dietro di me. Tento di morderla ma lui persiste e aumenta la pressione sulle mie labbra ogni volta, sempre di più.

«Stai in silenzio» mi ordina lo sconosciuto e io smetto di dimenarmi tra le sue braccia.

Emetto un mugolio quando la mia schiena urta il muro alle mie spalle con prepotenza. Mi guardo intorno e noto che siamo in un vicolo.

«Chi cazzo sei?» sputo acida e ricevo uno schiaffo in pieno volto.

«Si è qui con me. Cosa devo fare?» non mi ero neanche accorta del telefono che tiene premuto vicino all'orecchio.

Ho il volto paonazzo e la paura è così
alta che faccio fatica a reggermi in piedi. Le gambe vacillano e sento il cuore martellare nel mio petto a un ritmo velocissimo.

«L'hai presa?» un altro uomo ci raggiunge e smetto di respirare nell'esatto momento in cui i suoi occhi si appoggiano sul mio corpo.

Il primo sconosciuto interrompe la chiamata e s'infila il telefono in tasca, rivolgendoci tutta la sua attenzione. Annuisce e mi spinge le spalle nuovamente contro il muro.

«Tu puoi fare smettere tutto questo sai?» mi dice e in quel momento passa una macchina a qualche metro da noi. I fari di quest'ultima mi permettono di capire che i capelli del primo sconosciuto sono di un colore tendente al biondo; mentre quelli del nuovo arrivato sono rosso fuoco.

«E come?» chiedo. Tento in tutti i modi di limitare il tremore che trapela dalla mia voce flebile.

«Dovrai solo collaborare» mi risponde quello con i capelli rossi, «Rispondere alle nostre domande senza mentire»

Le mie labbra si schiudono e il sangue smette di fluire nelle mie vene. Il mio cervello si rifiuta di collaborare o formulare qualcosa di sensato, infatti poco dopo il sapore metallico del sangue invade la mia bocca. Mi hanno tirato un pugno.

Sbarro gli occhi tenendomi il palmo sul viso, ed è come star rivivendo un incubo. Al posto di mia zia, ora ci sono due uomini. Non riesco a piangere, non ce la faccio.

«Cosa volete sapere?» sussurro e il rosso sghignazza. Sposta l'amico e si posiziona davanti a me.
Un faro di una macchina illumina un piccolo coltello svizzero che tiene impugnato.

«Cosa sai di Céline?»

Boh...che è morta?

«Céline?» domando.
Questa ragazza sta cominciando a perseguitarmi e darmi sui nervi.

«Quella morta» sbotta il rosso davanti a me impaziente. La poca delicatezza che trapela dalla sua voce mi lascia di stucco.

«Cosa sai di lei?» mi chiede l'altro e io deglutisco un groppo di saliva.

«Non so nie-» sono obbligata a piegarmi in due a causa di un pugno che mi arriva dritto sullo stomaco. Strizzo le palpebre per il dolore che si dilaga in tutto il mio corpo.

«Smettila di mentire» mi rimprovera l'uomo con i capelli rossi. Ha le sopracciglia corrucciate e lo sguardo affilato come la lama che tiene stretta in pugno.

«Non sto mentendo» cerco di dire ma un altro pugno sulla costola mi fa accasciare al suolo. Cerco di non pensare al pavimento sporco su cui poggiano i miei pantaloni, anche perché dopo qualche secondo mi afferrano il gomito per tirarmi su.

Lethal BeatsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora