Capitolo extra - Renesme
R E N E S M E
🌺Gennaio 2013
Fin da quando ero bambina ho sempre avuto grandi sogni, alcuni più banali altri invece che avrei voluto portare con me e ricordarmene per sempre.
A sei anni desideravo con tutto il mio cuore una casetta delle bambole. Quando ogni mattina il postino infilava nella cassetta della posta il giornale, io sfogliavo le pagine- di cui gli articoli mi importavano ben poco- fino a trovare quella dedicata ai giocattoli.
Mi concedevo qualche minuto la sera per osservare l'angolino della mia stanza che avevo appositamente riservato alla casetta. Sfortunatamente la mia famiglia non era particolarmente agiata e questo complicava il realizzarsi del mio sogno.
Ogni anno per le vacanze di Natale inserivo il mio desiderio con a fianco una foto decorata con brillantini e cartoncini rosa. Inoltre, prendevo la premura di scrivere che quell'anno avevo fatto la brava e che mi spettava un regalino come premio.
Un giorno scrissi a Babbo Natale con la scrittura che solo una bambina può avere: "Quest'anno non hai proprio scuse"
La mattina dopo, quando correvo sotto l'albero di Natale per scartare i doni, mi accertavo di reprimere davanti ai miei genitori il senso di delusione e tristezza che provavo. Un nodo mi stringeva lo stomaco ed ero obbligata a forzare un sorriso abbracciando i miei genitori entusiasta.
Questo perché loro mi guardavano da dietro per studiare le mie reazioni e io non volevo essere una figlia viziata che non si accontentava di ciò che le la vita le aveva offerto. Non avrei mai sopportato che i miei genitori pensassero questo di me.Una sera di Febbraio ero stesa sul mio copriletto rosa e giocavo con le bolle di sapone. Appena udivo i passi delle ciabatte di mia madre risuonare nel corridoio in un ritmo incalzante, nascondevo velocemente sotto il cuscino le bolle. Era solita sgridarmi per questo motivo, data la sua preoccupazione di sporcare di sapone il pavimento.
«Ciao tesoro» i miei genitori varcarono la soglia con il solito sorriso a sollevare gli angoli le labbra.
Li salutai con la manina e incrociai le gambe per fargli loro spazio, così che potessero sedersi accanto a me. Mio papà accettò volentieri l'invito e il materasso, adeguato alle mie proporzioni e statura, sprofondò sotto il suo peso.«Hai giocato con le bolle per caso?» mia madre stava in piedi a scrutare con disappunto le goccioline di sapone sul pavimento.
Nego con la testa e mio padre sghignazzò lanciando una rapida occhiata al mio cuscino.
«Ne sei proprio sicura?»Avevo la perseveranza di negare sempre con i miei genitori nonostante avessero chiaramente le prove della mie menzogne.
Mio papà era pronto a smascherarmi alzando la federa del cuscino, ma mia madre lo interruppe: «Va bene- sospirò con finta pietà- allora dovremo riferire a Babbo Natale che è meglio se ridia indietro il suo regalo»
Mio padre dapprima la guardò accigliato, poi, appena comprese si lasciò andare a un cenno d'assenso.
Il mio sguardo saettava tra i miei genitori con curiosità. Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
«Di che stai parlando? Che regalo?» chiesi vivacemente a mia madre e mi alzai in piedi sul letto. I miei piedini traballarono nel contenere tanta gioia.
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Lethal Beats
RomanceUna storia che parla dell'impatto che una vita possa avere su un'altra. Le conseguenze di un'amore calpestato e lasciato nel passato. Swami Foster è un'adolescente che cerca di vedere e apprezzare il meglio nelle piccole cose. Abita insieme ai suoi...