32. The taste of your lips on mine

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M Y R A

🪶


Giorno del Ringraziamento


«Un giorno di questi ammazzerò Joel ne sono fermamente convinta» borbotto a me stessa all'interno del bagno del piccolo appartamento dei Foster. Osservo con un cipiglio alzato l'orrenda macchia di succo all'arancia, la quale si estende sempre di più sul tessuto bianco della camicetta che indosso.

«Ti serve una mano?» mi volto quando sento la voce di Thomas sulla soglia della porta. Che ci fa qui? Non stava mangiando?

«No, grazie»

«A me sembra proprio di sì» ribatte prontamente ma io lo ignoro. Apro il rubinetto per far scendere l'acqua e attendo qualche secondo prima che questa si riscaldi.

Thomas sembra non percepire il mio sguardo furente quando, senza il mio permesso, allunga il braccio e spalma del sapone sulla macchia. Afferra due lembi della maglia e li sfrega tra di loro con delicatezza.

«Ho detto che non serve» dico, ma decido di non allontanarmi dalla sua presa. Guardo i suoi movimenti e li analizzo nella mia testa, mi perdo a fissare per qualche istante le mani curate e le vene sporgenti che risalgono sulle sue braccia.

«Penso che vada bene così» sostituisco il cipiglio sul mio volto accennandogli un piccolo sorriso di gratitudine. Fisso il nostro riflesso sullo specchio ma noto con sorpresa che lui non accenna a fermarsi. I suoi occhi sono fissi come un magnete sulla mia maglietta.

«Thomas» lo chiamo, «Va bene così, ormai è andato via»

«No aspetta, c'è ancora questa piccola macchia qui» risponde aggiungendo altra acqua. Il contatto di quest'ultima con la mia pancia mi fa rabbrividire.

«Macchia? Ma che stai dicendo? È un minuscolo puntino» faccio un passo indietro per notare il volto serio e la sua espressione carica di disappunto.
Certo, avevo notato questi comportamenti oserei dire quasi maniacali di Thomas, ma averne la conferma in questo momento è ancora più sorprendente.

«Lasciami finire»
«No» incrocio le braccia al petto facendo fuoriuscire una breve risata ironica e lui assottiglia gli occhi.

La porta del bagno è socchiusa e riesco a sentire le risate rumorose di Daniel riempire la cucina. Ma tutto si ferma, si zittisce quando Thomas compie un passo e mi blocca tra il lavandino e il suo corpo. Le sue braccia passano ai lati dei miei fianchi e una scarica d'energia mi attraversa tutto il corpo. Stringo le dita sulla ceramica del lavandino cercando di contenermi.

«Che stai facendo?» sbotto arricciando il naso e provocandogli una smorfia divertita sul volto.

«Sto cercando un modo per dirti di accontentarmi, perché la mia testa non avrà tregua finché anche quel minuscolo puntino sarà sparito» ammette con un lungo sospiro. Riesco a percepire una nota di amarezza nella sua voce.

«Ma lo voglio fare in modo che davanti ai tuoi occhi non sembri un pazzo»

Sbuffo e alzo gli occhi al cielo, tuttavia decido di assecondarlo. Lo fisso mentre cerca di togliere l'ultima piccola macchia di succo dalla mia maglietta.

Se sono in questa scomoda posizione è tutto per colpa di Joel. Quel maledetto...

«Fatto»

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