31. Thanksgiving II

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S W A M I

🥸

«Sei insopportabile come le persone che dicono il sapore di tutti i tipi di pasta sia uguale» sbotto dopo aver finito di masticare un'abbondante dose di tacchino. Quasi mi strozzo nel mio intento.

«Hai pienamente ragione» concorda Daniel con un cenno del capo. Io e mio fratello abbiamo un'ossessione compulsiva per la pasta.

«Mi spieghi cosa c'entra la pasta?» mi fulmina con gli occhi Jared e io gli punto il coltello dritto nella sua direzione con aria cattiva.

«Attento a come parli che ti trovi casa mia» lo minaccio e lui mi guarda male per qualche istante, poi torna a dare la sua attenzione al suo cibo.

«Dovrei farmi intimorire da una come te? Con quell'anello non faresti paura neppure ad una formica»

«Magari la formica la schiaccio con questo anello» borbotto indispettita nella sua direzione. Afferro il bicchiere e bevo l'ennesimo sorso del vino che c'è stato portato a casa. Mi sento giusto un pochino brilla.

La cena è iniziata da più o meno venti minuti. E nonostante le minacce di morte che ci siano state, nessuno è passato direttamente ai fatti. Io lo prendo come un passo avanti.

«Tieni Renesme» porgo alla mia amica una ciotola di zuppa e nonostante lei provi a rifiutarla, non obietta più appena vede il mio sguardo torvo.

Dall'inizio della cena sono stata molto attenta a quello che lei metteva nel piatto, questo per assicurarmi che mangiasse il minimo indispensabile senza provare paura verso qualcosa che lei stessa ha bisogno per vivere. Ora tocca a lei riconoscerlo.

Jared d'altro canto ha un occhio puntato a controllare le mosse di mio fratello Daniel, sempre imprevedibili, mentre l'altro è totalmente rivolto alla ragazza al suo fianco. Infatti, senza che Renesme lo veda, le mette nel piatto un po' del suo cibo.

Mi concentro sul ragazzo che siede vicino a me. Ares sta ridendo per una battuta che Myra ha fatto e io mi perdo a fissare il suo profilo.

Questo fino a quando Daniel non mi lancia un pezzo di pane dritto in faccia.
«Le persone si consumano se le guardi troppo, ne sei a conoscenza?»

Lo fulmino con gli occhi e gli rilancio lo stesso pezzo di pane che rimbalza sul suo naso. Daniel riesce a schivarlo all'ultimo e mi manda un bacio volante per farsi perdonare.

«Ha ragione» bisbiglia Ares al mio orecchio. Il flebile soffio che proviene dalla sua bocca, mi scatena una scia di brividi lungo il collo.

«Allora Thomas» Joel attira la nostra attenzione, «Come hai fatto a convincere Ares e Jared a venire qui per il Ringraziamento?»

«Beh... ad essere sincero non ho dovuto insistere molto. Anzi sembrava volessero venire per motivi particolari» incalza lanciando ai diretti interessati uno sguardo rapido.

Fisso il mio piatto senza spiccicare una parola perché l'imbarazzo sembra avermi tolto la capacità di parlare. Fortuna che non sono l'unica al tavolo in questa situazione.

Renesme si abbassa così tanto che penso voglia andare sotto il tavolo.

«Già Thomas, perché ora non ci parli del tuo motivo per il quale sei voluto venire?» lo prende in giro Jared. Quest'ultimo appoggia il mento sul suo palmo aperto e inaspettatamente attira l'attenzione di tutti al tavolo.

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