15. The flames of the fire around us

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S W A M I
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«Com'è andato l'esame?»
Joel si siede davanti a me appoggiando il vassoio sul tavolo e inciampando sulla bretella del mio zaino ai suoi piedi. Lo scanso con un piede per evitare altri incidenti.

«Mh-mh, non vorrei tirarmi sfortuna da sola ma penso che sia andata decentemente. Beverly mi stava addosso come un falco» borbotto guardando il moro davanti a me mentre sorseggia il suo frappé alla fragola.

«Va tutto bene, Swami?» si infila tra le labbra una forchetta con una grande porzione di torta al cioccolato. L'acquolina mi sale immediatamente alla bocca piatto dalle mani, penso di aver già specificato la mia ossessione per il cioccolato.

«Si, sono solo stanca. Ho passato una notte un pò...» inizio a riflettere su qualche parola capace di definire quello che è successo con Ares, «...intensa, credo»

Inizia a studiarmi il viso in cerca di qualche sentimento da captare, «Va bene»  si arrende ed emetto un sospiro di sollievo. Se ho qualcosa é molto facile che qualcuno la indovini perché i si leggecin volto.

«Hai visto Renesme?» mi domanda e un groppo in gola mi porta a strozzarmi con un pezzo di pane. Tossisco rumorosamente attirando l'attenzione di alcuni tavoli vicini. Riprendo fiato e sorseggio un po' di acqua.

Mi ricordo che durante i giochi è assolutamente vietato filmare o raccontare che quali si svolgano, in modo che non ci siano prove o persone da incolpare.

Mi mordo l'interno della guancia per evitare di parlare troppo. Non mi piace nascondere le cose a Joel, ma in questo momento non mi sentirei in grado di affrontare il discorso.

«No, non ne ho idea»

Iniziamo a parlare della sua partita di football e di quanto a lui piaccia giocarci, ma la nostra attenzione viene attirata all'entrata della mensa.
I capelli ricci di Renesme sbucano dalla porta e i suoi occhi vagano subito ai tavoli alla ricerca di qualcuno. Quando si posano su di me aumenta l'andatura del passo e mi butta le braccia al collo. Ricambio immediatamente stringendola tra le mie braccia e sorrido quando sento la fragranza di fragola all'interno delle mie narici.

«Scusate» ci interrompe Joel schioccando le dita, «Mi dispiace concludere questo momento alquanto commovente, ma come mai tutti vi stanno guardando come se aveste cinque teste?»

Sogghigniamo senza rispondergli, poi entrambe ci sciogliamo dall'abbraccio e Renesme si accomoda sul posto accanto al mio. Gli occhi sono segnati dalle occhiaie e il viso è meno acceso rispetto al solito. Il suo abbigliamento è abitualmente più largo del normale e mi insospettisco quando noto le gambe più esili.

«Stasera c'è la festa al falò per festeggiare la fine di questo esame, venite giusto?» Delia si siede subito dopo e senza neanche salutarci ci invita a una festa.

«A che ora inizia?» domanda Joel raccogliendo gli ultimi residui di glassa al cioccolato. La forchetta stride sul piattino di ceramica e io gli afferro il polso per intimarlo a fermarsi.

«Fatemi controllare» afferra il telefono dalla tasca dei jeans, «Alle dieci. Potete portare chi vi pare e piace»

«Per me va bene» Joel fa spallucce e da un morso alla sua mela. Il succo di quest'ultima gli gronda sul mento e si pulisce con la mano.

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