CAPITOLO XXIII.

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Bakugou si guardò intorno, all'erta; si trovavano in un quartiere decisamente povero, e anche se non sembrava esserci nessuno in giro era sempre meglio essere cauti.

- Vivevi qui?- chiese.

- Si, ma casa mia è stata distrutta, quindi purtroppo non posso ricambiare il favore ma... Ti porterò in un altro luogo- dichiarò Eijiro.

Bakugou gli lanciò uno sguardo: sembrava tranquillo, però...

- Com'è stata distrutta?- chiese.

- Questa zona come vedi era parecchio povera: alcuni ricchi volevano demolirla, c'è stata una discussione per anni su cosa fare, e alla fine, ovviamente, hanno vinto i ricchi. La gente del quartiere non sapeva dove andare, così hanno deciso di rimanere a combattere fino alla fine. Io sono sopravvissuto perché i miei mi hanno convinto ad andarmene: hanno detto che a questa guerra ci avrebbero pensato loro, così il successore di Crimson Riot avrebbe potuto vincere tutte le altre- un sorriso triste comparve sul volto del rosso - mi chiedo ancora se...-.

Uno scappellotto sulla nuca bloccò la sua frase.

- No idiota, rimanendo qui non avresti potuto fare niente. Eri un ragazzino, saresti stato condannato: hanno fatto bene a mandarti via, così hai potuto fare cose molto più utili- dichiarò Katsuki.

Kirishima fece un piccolo sorriso.

- Per esempio... Salvare la vita al ragazzo più scontroso e più bello del mondo?- commentò.

- Tsk, quello era il minimo- dichiarò Katsuki, facendo ridere il rosso.

- Comunque, volevi fare una gita romantica tra le macerie?- commentò il biondo.

Kirishima scosse la testa.

- Casa mia è stata una delle prime a essere distrutte, quindi purtroppo non posso portarti lì. Ma nella parte di quartiere con ancora qualcosa di integro... C'è una casa che mi è sempre piaciuta particolarmente. Eccola- affermò Eijiro, fermandosi.

Bakugou osservò la casa di fronte a lui: in effetti era una delle poche ancora in piedi e in uno stato decente, ma non riusciva a capire come mai avesse qualcosa di così speciale.

- Stai guardando quella sbagliata- Eijiro si avvicinò al biondo e gli fece alzare delicatamente la testa, in modo che Bakugou potesse scorgere, in cima all'albero davanti a loro, una casetta di legno.

- Non pensavo fossi così tanto un selvaggio- commentò Katsuki.

- So che è un po' stupido, ma quando ero piccolo sognavo di andare a vivere lì. Non ci sono mai potuto salire, ma mi immaginavo una casetta piccola, dovrei avrei potuto portare le persone a cui tenevo, stare vicino a loro, in un posto in alto, lontano dal resto del mondo. Ogni volta che la vedo mi sale un senso di pace- dichiarò Eijiro.

- Tsk, che bambino- Katsuki poggiò la testa sulla spalla del rosso.

- Ci sei anche tu adesso in quella casa- sussurró il rosso.

- Immagino sia parecchio affollata, visto tutte le persone a cui tieni- commentò Katsuki.

- Quando ero piccolo avevo solo i miei, quindi bastava; adesso me ne servirebbe una molto più grande... E possibilmente con una stanza solo per noi due- dichiarò Eijiro.

Bakugou continuò a fissare la casa: in effetti, raccontata dal rosso, anche quella casetta sembrava un posto bellissimo.

- Bè, una stanza adesso la abbiamo no?- commentò Katsuki.

Kirishima lo guardò, confuso.

- Cosa intendi?-.

- Questa casa è disabitata no? Nessuno ci dirà niente se saliamo- dichiarò il biondo.

KIRIBAKU-POSSO DIRTI IL MIO NOME?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora