CAPITOLO VI.

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Kirishima continuò a fischiettare allegramente, i capelli tirati indietro grazie alla sua fascetta, mentre risistemava i vestiti nella sua valigia in modo da lasciare un po' di spazio a quelli nuovi di Bakugou; dato che non avevano un armadio, almeno avrebbe avuto un posto dove metterli.

Sperava avrebbe apprezzato ma...

Lanciò un'occhiata alla porta della camera di Chargezuma e Earphone Jack. Quando lui e Dynamite erano tornati, avevano pranzato, dopodiché la coppietta aveva fatto un giro da Pinky e Cellophane e il biondo aveva occupato la loro stanza, con il permesso di Earphone Jack, per riposare un po'.

Kirishima in realtà dubitava volesse davvero riposarsi, visto che gli sembrava piuttosto in forma; molto più probabilmente, l'atteggiamento del biondo era dovuto a ciò che era successo poco prima.

In effetti, anche lui era rimasto piuttosto sorpreso: non che stesse negando l'attrazione fisica che provava verso quel ragazzo, ma non pensava di ricevere una proposta così all'improvviso.

Aveva parlato proprio il giorno prima con Pinky del fatto che non si era mai lasciato andare con nessuno... Invece, con quel ragazzo l'avrebbe fatto più che volentieri.

Sentiva che aveva qualcosa di speciale, voleva saperne di più di lui, stare al suo fianco, riuscire a farlo rilassare, a vedere il suo sorriso, a fargli notare che quella vita, per quanto dura, poteva riservare anche delle belle sorprese.

Però, probabilmente Dynamite non era ancora pronto per tutto quello... Non aveva avuto la sua fortuna, non aveva trovato qualcuno di cui fidarsi, anzi Kirishima temeva ci fosse un motivo molto profondo dietro la sua scelta di non affidarsi a nessuno.

Ma per scoprirlo, doveva prima fare in modo che il ragazzo si fidasse di lui, almeno un po'.

Si avvicinò alla porta della stanza e bussò piano.

- Il grande dio dell'uccisione esplosiva Dynamite, stai dormendo?- chiese.

Bakugou trattenne il fiato: a quanto pareva, rifugiarsi in quella stanza non era bastato per sottrarsi dalle attenzioni di capelli di merda.

Decise di non rispondere: non poteva parlare con lui.

Aveva commesso un errore prima, aveva quasi lasciato che i suoi desideri prendessero il sopravvento e aveva abbassato la guardia.

Ma non poteva più permetterselo, non doveva lasciare che quel ragazzo si avvicinasse così tanto a lui... O sapeva che poi non sarebbe riuscito a separarsene.

- So che sei stanco, ma devo cambiarti la medicazione; tra non molto devo prepararmi per il lavoro e non potrò più farlo- tentò nuovamente Eijiro.

Bakugou serrò le labbra: come poteva accettare che il rosso si occupasse di nuovo di lui dopo ciò che avevano quasi fatto?

Se avesse provato ad avvicinarsi di nuovo, lui avrebbe dovuto allontanarlo e sinceramente non ci teneva a mettersi a spiegare tutti i motivi per cui era molto meglio che gli stesse lontano.

- Faccio da solo- mugugnò.

- Ne abbiamo già parlato, non puoi: non sai come fare e non arrivi alla tua schiena- fece notare Eijiro.

Bakugou sbuffò: lo sapeva bene, eppure...

- Posso entrare?-.

Il biondo si irrigidí: se l'avesse lasciato entrare, cosa sarebbe successo?

- Non ti farò niente, non preoccuparti- aggiunse Eijiro, ben sapendo quale sarebbe stata la reazione del biondo a quella frase.

- Come se tu potessi riuscire a farmi qualcosa!- sbuffò Katsuki; non appena lo disse, fu tentato di mordersi la lingua per punirsi: si era fregato da solo.

KIRIBAKU-POSSO DIRTI IL MIO NOME?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora