CAPITOLO VII.

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Bakugou sbuffò per la sesta volta in due minuti: si stava annoiando a morte.

Ormai era più di una settimana che viveva in quella casa, e per quanto oziare tutto il giorno non fosse male, iniziava a stancarsi: non faceva altro che cucinare, pulire e... Bè, nient'altro.

I suoi tre coinquilini dormivano fino a tardi e andavano via dopo cena, mentre di giorno al massimo andavano da Pinky e Cellophane, ma passare il tempo a scherzare con dei deficenti e giocare a carte non era la sua massima aspirazione di vita.

Aveva provato a fare funzionare la televisione, ma aveva pochi canali e le trasmissioni erano talmente idiote che la sua fantasia era molto più interessante.

Peccato che la sua fantasia scegliesse sempre tra due opzioni: ricordi o scene poco consone, per cui non era un'ottima compagnia.

Non poteva neanche uscire di giorno, visto che era pericoloso; e lo era ancora di più visto che probabilmente c'erano fuori dei tizi che lo stavano cercando.

Ma ancora un paio di giorni e sarebbe andato lui a cercarli, giusto per avere qualcosa da fare.

Sentì la porta aprirsi e si tirò su.

- Finalmente, da quando mi avete dato i vostri orari siete sempre in ritardo- sbuffò Katsuki.

I tre si bloccarono.

- Non pensavo fossi ancora sveglio- disse Eijiro, sorpreso.

- Tsk, stare qui è talmente tanto noioso che mi passa completamente il sonno. Ti avviso, se non mi trovi qualcosa da fare il prima possibile, inizierò ad andare in giro a menare gente solo per sfogarmi- dichiaró, incrociando le braccia al petto.

- Vi lascio parlare e vado a farmi una doccia- affermò Denki, superando i due ragazzi, seguito da Jirou

- Io vado a dormire, cerca di non fare rumore quando vieni in stanza- disse Kyoka.

- Sai bene che lo farò- ridacchiò Denki, chinandosi per darle un bacio, prima di sparire in bagno.

Kirishima li guardò con un sorriso tenero in volto, prima di tornare a osservare Bakugou, che ancora lo fissava con le braccia incrociate.

Sorrise.

- Se mi fai un sorriso, ti dò qualcosa di migliore da fare- dichiaró.

- Vuoi perdere la vita, capelli di merda?- sbuffò Katsuki, facendolo ridere.

- Me lo fai dopo il sorriso?- insistette.

Bakugou assottigliò lo sguardo.

- Dimmi ciò che mi devi dire- ordinò.

- Va bene va bene. Di un po', sul cartellino possiamo scrivere solo "Dynamite"? Altrimenti te ne ce vorranno cinque- commentò Eijiro.

- Carrellino? Parla chiaro, capelli di merda- ribattè Katsuki, confuso.

- Ho parlato con il nostro capo: sei assunto- affermò. Bakugou impiegò un attimo a comprendere le sue parole.

- Eh?! Assunto?! Così, senza neanche un colloquio?!- chiese.

- Ho garantito io per te: domani ti porterò al bar, così vedrai il posto e potrai iniziare a lavorare. Midnight ti spiegherà tutti i dettagli- affermò Eijiro, mentre si dirigeva verso la sua valigia per liberarsi dei vestiti.

- Che posto è esattamente?- chiese Katsuki, cercando di non fissarlo troppo.

- Un night club. Ma non preoccuparti: è vietato toccare o infastidire camerieri e ballerine senza permesso, Midnight è molto severa su questo, e non si è mai fatta problemi a mandare via clienti irrispettosi. Se vuoi posso chiedere a Midnight di farti stare dietro al bancone e non farti sevire, tanto almeno in due dobbiamo starci lí- dichiaró Eijiro.

KIRIBAKU-POSSO DIRTI IL MIO NOME?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora