CAPITOLO XV.

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Il corpo di Kirishima reagì ancora prima che la sua mente avesse il tempo di realizzare cosa stesse succedendo: i suoi occhi si chiusero e le sue braccia si intrecciarono attorno al collo del maggiore, tirandolo di più verso di sé e unendo con foga le loro labbra.

Bakugou lo tirò più vicino a sé e i loro bacini si scontrarono mentre approfondiva il bacio: le labbra dei due ragazzi continuavano a cercarsi, saggiandosi voracemente, tastando a vicenda la loro morbidezza e quel sapore leggermente salato.

Kirishima aveva il cuore che batteva a mille, non riusciva a crederci; erano settimane che osservava quel ragazzo, che si diceva di aspettare, di avere pazienza, mentre lo osservava da lontano, desideroso di sapere come sarebbe stato abbracciarlo davvero, poterlo baciare, stare con lui potendo finalmente dirgli tutto ciò che provava.

Ma quelle sensazioni erano ancora meglio di quanto avesse immaginato: il modo in cui quel ragazzo lo stringeva, le sue labbra che lo stavano divorando fameliche, ma allo stesso tempo quasi come se stessero giocando le sue, stuzzicandolo come aveva sempre fatto; il suo corpo gli trasmetteva un calore che non aveva mai avvertito prima, e la felicità che provava non l'aveva mai sentita prima nella sua vita.

Bakugou a sua volta rischiava quasi di essere travolto da tutte quelle emozioni: quella calma e quel calore dentro di lui gli parevano completamente estranei, ma erano i sentimenti migliori che avesse mai provato.

Stava divorando le labbra di Kirishima con fare quasi bisognoso, voleva averne sempre di più, fosse stato per lui non si sarebbe mai staccato; e poi, per quanto facesse forza, il rosso stava riuscendo a rimanergli dietro perfettamente, riusciva a seguire tutte le sue mosse senza problemi, anzi, stava spingendo anche lui per approfondire il bacio.

Le loro lingue si incontrano, giocando e sfidandosi a vicenda per quale dovesse prevalere; i loro corpi si scontrarono ancora di più e le mani di Kirishima salirono a giocherellare con i capelli del biondo.

Per ripicca, Bakugou spostò una mano sulla natica di Kirishima, stringendola con forza mentre lo tirava verso di lui; le erezioni dei due, che stavano iniziando a crescere, si scontrarono e il rosso non riuscì a trattenere un gemito, che Bakugou potè evitare solo perché affondò i denti nel labbro inferiore di Kirishima.

L'altra mano di Bakugou si spostò sotto la maglietta del rosso, ma quando si poggiò sul suo fianco avvertì qualcosa di strano.

Si staccò da lui, lasciando per un attimo Kirishima confuso e ansimante.

Bakugou abbassò lo sguardo e gli alzò la maglietta; trattenne un sussulto: aveva il corpo pieno di lividi.

- Come cazzo fanno a non farti male, capelli di merda?- sbuffò Katsuki.

- Come faccio a pensare al dolore se mi baci in quel modo?- ridacchiò Eijiro.

Bakugou alzò gli occhi il cielo, dopodiché gli afferrò la mano e si diresse verso il bagno.

- Devi lavarti e disinfettarti- affermò.

- Non sarebbe meglio aspettare Cellophane?- chiese Eijiro.

- Tsk, mi avete mendicanto talmente tanto che almeno le basi le so. Levati tutto il sudore e la terra di dosso, così quando arriva il tuo amico può mendicarti subìto- ordinò Katsuki, aprendo la porta del bagno ed entrandovici con il ragazzo.

- Agli ordini- rise Eijiro, chiudendo la porta alle sue spalle. Bakugou gli lasciò il polso e si voltò verso di lui.

- Spogliati- ordinò.

- Perché non mi spogli tu?- commentò Eijiro, avvicinandosi a lui con un sorriso malizioso in volto.

- Perché diamine dovrei farlo? Non sei in grado di spogliarti da solo?- sbuffò Katsuki, sperando non si notasse il calore sulle sue guance.

KIRIBAKU-POSSO DIRTI IL MIO NOME?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora