CAPITOLO XIX.

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Kirishima strinse più forte la mano di Bakugou che, in silenzio da tutto il viaggio, aveva il gomito poggiato sulla portiera e si sosteneva con la mano libera il volto, lo sguardo fisso fuori dal finestrino.

Mina e Sero si erano seduti di fianco al ragazzo dai capelli blu, che dopo molte insistenze da parte della ragazza si era presentato loro come Ingenium, e che da tutto il viaggio ripeteva loro di smetterla di parlargli perché si doveva concentrare sulla guida.

Denki e Jirou erano nei sedili dietro di loro; ascoltavano la musica dall'Mp3 della ragazza, che aveva la spalla poggiata contro quella del biondo, il cui braccio le circondava dolcemente le spalle.

Avevano lasciato ai due ragazzi i posti più in fondo, in modo che avessero la loro privacy.

Kirishima accarezzò con il pollice il dorso della mano del biondo, sperando che ricordargli che lui era lì lo avrebbe aiutato a stare meglio.

Sapeva di essere stato egoista a trascinarlo in quel modo, soprattutto visto dove stavano andando: gli sarebbe piaciuto avere più tempo per parlarci, per decidere insieme cosa fare senza alcuna pressione.

Ma purtroppo, non gli era stato possibile; non aveva potuto lasciarlo a Kamino, sarebbe stato troppo pericoloso per lui da solo, e inoltre era vero che aveva bisogno di lui: la situazione stava diventando sempre più complicata, ma avere il biondo al suo fianco lo rassicurava e gli faceva venire voglia di impegnarsi ancora di più.

- Stai pensando a cosa fare?- gli chiese.

- Alla situazione che troverò- mormorò Katsuki; non sapeva cosa aspettarsi, come avrebbe trovato le sue vecchie conoscenze, se Deku fosse cambiato, se stesse bene, come fosse adesso quel luogo...

- Tsuki, so che non ti fidi di loro, e posso capirlo, soprattutto visto che sono imparentati con Dabi. Ma non penso che Hawks ci avrebbe mandati lì se non fosse sicuro: credo che il tuo amico stia bene- affermò Eijiro.

- Da un lato è peggio. Se sta bene... Significa che ha avuto ragione a fidarsi-.

- Tsuki, io sono il primo che cerca, in maniera moderata, di fidarsi degli altri: ma tu stavi solo cercando di salvarlo e tenerlo al sicuro, e sei stato parecchio male per essere stato abbandonato. Nessuno ti biasima per non esserti fidato di loro, anzi, sai che ammiro il modo in cui cerchi di tenere al sicuro le persone a cui tieni. Ma adesso... Non possiamo fare altro che fidarci, almeno in parte: non pensare a ciò che è stato ma a quello che succederà adesso-.

Bakugou si voltò verso di lui. Sapeva bene cosa sarebbe successo: avrebbe rivisto Deku, l'avrebbe visto tranquillo e felice come non sarebbe mai potuto essere se fosse rimasto a vivere allo sbando; e un po' ci sarebbe rimasto male perché lui ce l'aveva messa davvero tutta per provare a tenerlo al sicuro e dargli una vita decente, ma aveva sbagliato.

Solo che, anche tornando indietro, lui non avrebbe mai accettato l'aiuto di Shoto: non voleva trovarsi ad avere una bella vita solo perché conosceva qualcuno di abbastanza ricco da dargliela, preferiva guadagnarsela.

Soprattutto dopo aver conosciuto Kirishima, era sempre più sicuro della scelta che aveva fatto.

Ciò non toglieva che ritrovarsi abbandonato dal suo migliore amico l'avesse fatto soffrire, e non sapeva come affrontarlo: anche se Deku, come lui, aveva compiuto la scelta che riteneva giusta, non aveva idea di come affrontarlo.

- Non lasciare il mio fianco neanche per andare in bagno, chiaro? O ti spacco la faccia- affermò Katsuki.

Kirishima rise leggermente.

- Non preoccuparti, ti starò appiccicato anche in bagno-.

Prima che Bakugou potesse decidere come rispondergli, il furgone si fermò.

KIRIBAKU-POSSO DIRTI IL MIO NOME?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora