CAPITOLO X.

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Nel vicolo regnava ancora il silenzio: i cinque ragazzi erano rimasti di sasso dall'improvvisa apparizione di Bakugou, che continuava a fissare il rosso con aria seria, deciso a scoprire che cosa stesse accadendo.

- Ve l'avevo detto che non dovevamo fidarci di lui- ringhiò Kyoka.

- Il fatto che sia qui non significa che sia nostro nemico; cerchiamo di capire cosa stia succedendo, va bene?- cercò di rassicurarla Denki, stringendola leggermente a sé.

- Non è difficile: succede che voi state nascondendo qualcosa, e io voglio assolutamente sapere cosa- affermò Katsuki, senza distogliere lo sguardo dal rosso.

- Senti bello, noi non siamo costretti a dirti assolutamente nulla: sei uno sconosciuto appena entrato nelle nostre vite, e sei il primo a non fidarsi di noi. Per cui adesso non osare venire a parlarci come se ti avessimo fatto il torto più grande della tua vita- Mina fece per andare verso di lui, ma Sero la bloccò.

- Forse è meglio che ci parli lui- mormorò.

- Di voi non me ne frega niente, è il rosso qui che dovrebbe rivedere la sua politica della fiducia- affermò Katsuki.

- Mi stai facendo davvero...-.

- Ragazzi, iniziate ad andare: io vi raggiungo tra poco. Non agite senza di me, va bene?- disse Eijiro, interrompendo nuovi insulti da parte di Mina.

I quattro non erano molto convinti di lasciare indietro il loro amico, ma sapevano di avere fretta... E sapevano che Kirishima se la sarebbe sicuramente cavata.

- Andiamo- Denki prese per mano Jirou e si voltò, allontanandosi velocemente; Sero ne approfittò per fare lo stesso con Mina e seguirli.

Tra i due ragazzi, rimasti ormai soli, calò nuovamente il silenzio.

- Tsuki...-.

- Solo la verità. Immagino che tu non me l'abbia detto per qualche motivo troppo grande, e lo posso capire; ma mi hai chiesto di fidarmi di te. Quindi, questa è la tua occasione: dimmi cosa sta succedendo, o non aspettarti di trovarmi a casa quando tornerai. Se è qualcosa di talmente grande da non volerla rivelare neanche al ragazzo che vuoi a tutti i costi tenere con te, allora non ha senso che io rimanga- affermò.

Kirishima si morse con forza il labbro inferiore.

Parlare con lui significava tradire i suoi amici, tradire chi stava provando a migliorare quel mondo, tradire tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento.

Eppure... Non voleva che se ne andasse. Si fidava di lui, e sapeva che quel ragazzo stava, a sua volta, provando a fidarsi; non voleva rendere vani i suoi sforzi.

Voleva che Bakugou fosse libero di brillare quanto desiderava, voleva che si fidasse di lui, voleva che rimanesse nella sua vita; anche a costo di passare i giorni successivi a provare a farsi perdonare dai suoi amici, anche a costo di perdere l'appoggio che aveva ottenuto e trovarsi a combattere da soli, voleva dare a quel ragazzo l'occasione di rifarsi una vita vera.

Era certo che loro lo avrebbero capito; anzi, probabilmente già lo sapevano.

- Te lo dirò. Ma non ho molto tempo, per cui dovrai venire con me: ma promettimi che non farai niente senza il mio consenso- disse Eijiro.

- Tsk, non prendo ordini da te- sbuffò Katsuki, cercando di nascondere il sollievo che aveva provato nel sapere che il ragazzo gli avrebbe parlato davvero.

In fondo... Non voleva andarsene neanche lui.

- Dico sul serio Tsuki. Per questa volta, fidati di me-.

Bakugou lo fissò: non l'aveva mai visto con uno sguardo così serio...

- E va bene, ma solo per questa volta- sbuffò.

KIRIBAKU-POSSO DIRTI IL MIO NOME?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora