Capitolo 5.

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Il resto della giornata proseguì abbastanza tranquillamente, sia per Jisung che per il suo naso quasi rotto.

Al termine delle lezioni, quando suonò la campanella della pausa pranzo, si riunì con i suoi amici e con loro cominciò ad avviarsi verso la mensa.

-"E quindi ti ha quasi spaccato il naso per farti saltare l'ora?" Domandò Hyunjin, incredulo.
-"Pensala in positivo: almeno ha avuto il pensiero." Rispose Jeongin ridacchiando.
-"Almeno ho ancora il naso attaccato alla faccia." Ribatté Jisung, facendo ridere gli altri.

Giunti nel corridoio che portava alla mensa, poterono vedere una massa di studenti che bloccavano la strada.
-"Oh no." Mormorò Jisung, seccato.
Ormai era abitudine.

Con i suoi amici, si fece strada tra gli studenti e si ritrovò davanti a questi ultimi, guardando come diverse studentesse stessero ammirando Minho.

Lui era lì che faceva battute e prendeva qualche ragazza sotto braccio, ma in ogni caso il suo sguardo rimaneva fisso su un solo individuo: Jisung.

Inquietante. Ma che diavolo vuole? Pensò Jisung tra sé e sé, prendendo per mano Hyunjin e trascinandolo con sé via da quell'ammasso di studenti.

-"Io quello non lo sopporto." Disse Jisung posando sul tavolo il vassoio con il suo pranzo, mentre i suoi amici facevano lo stesso.

-"Secondo me ti affretti troppo a giudicare." Commentò Hyunjin con un sorrisetto, mentre cominciava a mangiare la sua fetta di pizza.
-"Ah, sì, hai proprio ragione. Non dovrei di certo giudicarlo dopo che mi ha quasi spaccato il naso." Ribatté il corvino, facendo ridere tutto il tavolo.

E un'altra giornata scolastica era terminata. In una maniera un po' più insolita delle altre, ma comunque Jisung era vivo e questo era l'importante.

Il giorno seguente, come ogni altro giorno, Jisung si riunì con i suoi amici prima che iniziassero le lezioni.

-"Avete sentito? Anche se manca ancora un po', a quanto pare stanno organizzando una festa per natale." Annunciò Yongbok allegramente.
-"Potete stare sicuri che io non vengo." Ribatté immediatamente Jisung. Hyunjin ridacchiò e strinse il corvino tra le sue braccia, come per soffocarlo.
-"E invece tu ci vieni, secchione, e non rompere le palle." Disse poi, mentre Jisung rideva e quasi gli mancava il fiato.

-"Lasciami, deficiente!" Gridò, tentando di liberarsi.
-"Solo se ci prometti che vieni." Rispose Hyunjin, mentre gli altri cominciavano a fare il solletico a Jisung, che si stava dimenando sempre di più.
-"VA BENE, VA BENE, VENGO." Disse, e subito venne lasciato stare. Guardò con fare minaccioso i suoi amici che ridevano. "Un giorno io vi ammazzo."

-"Jisung." Improvvisamente, si poté sentire una voce provenire da dietro di loro. Così, insieme, si voltarono e a stento riuscirono a controllare le loro espressioni. Jisung sospirò. Che diavolo voleva ancora da lui?

Il corvino rimase a guardarlo come per incitarlo a parlare, mentre gli altri quattro amici si erano messi ai loro lati per guardare la scena. Minho si avvicinò leggermente all'altro e lo guardò per qualche momento senza dire nulla.

-"Va meglio il naso?" Gli domandò, grattandosi il capo.
-"Ti interessa?" Ribatté Jisung, che avrebbe voluto chiudere quella conversazione il più presto possibile.
-"Sì."
-"Va meglio."
Minho annuì e, dopo aver guardato Jisung per qualche altro istante, se ne andò.

Jisung sembrò letteralmente scioccato da quel comportamento e, dopo che il castano fu sparito tra i corridoi della scuola, Hyunjin e gli altri amici di Jisung scoppiarono a ridere.
-"Quello è un maniaco, ve lo dico io." Commentò il corvino, scuotendo la testa.

-"E ti lamenti quando ti provoca, e ti lamenti quando ti tratta bene..." Disse Hyunjin ridendo.
-"Non si è capito che io quello non lo sopporto a priori?" Ribatté Jisung con uno sguardo abbastanza infastidito.

-"E comunque, Hyunjin, solo perché tu sei il suo fan n.1 non significa che tutti gli altri debbano ammirarlo." Furono le ultime parole di Jisung, prima di rifugiarsi nella propria aula da un possibile pugno di Hyunjin.

Subito il sorriso del corvino scomparve quando vide Minho. Sospirò, doveva farci l'abitudine. Si sedette al suo posto ed attese che la prima lezione iniziasse: matematica. Quel giorno avrebbero iniziato un nuovo argomento, quindi avrebbe dovuto prestare attenzione.

Ma tutti i suoi appunti disordinati furono inutili. Alla fine delle due ore di lezione, Jisung era visibilmente confuso. Per la prima volta non aveva capito un argomento. Aveva fatto molte domande, ma le cose ancora non gli erano chiare. Quando suonò la campanella che segnava l'inizio della ricreazione, la professoressa si avvicinò a Jisung.

-"Jisung, ho notato che ultimamente ti stai un po' distraendo. Non so se sia successo qualcosa, ma sei sempre stato un alunno perfetto, e non è bene che le cose cambino proprio all'ultimo anno." Dette queste parole, il corvino fu visibilmente ferito. Anche lui si rese conto che nelle ultime settimane, stavano cambiando molte cose. In positivo, come per le sue nuove amicizie, ma anche in negativo dal punto di vista scolastico.

-"Risolverò, professoressa. Non si preoccupi." Ribatté Jisung con fare convinto, sorridendo. L'espressione sul volto della donna, tuttavia, non mutò.
-"Va bene. Ma voglio che tu apprenda a pieno questo argomento, perché farà da base a molti altri. Ho visto che il tuo compagno Minho lo ha capito..." A quelle parole, un sonoro sospiro abbandonò le labbra di Jisung.

La professoressa si spostò dal banco del corvino e si avvicinò a quello del castano.
-"Minho, se non ti dispiace, vorrei che tu spiegassi l'argomento di oggi a Jisung. Basterà anche solo questa ricreazione." Sul volto dello studente comparve un piccolo sorrisetto.
-"Non si preoccupi, professoressa. Ci penserò io." Rassicurata, la donna sorrise ed uscì dall'aula.

Jisung non riusciva neanche a guardare Minho, che in quel momento aveva preso la sedia del banco posto di fronte a quello del corvino e la aveva girata nella sua direzione. Si sedette e prese il quaderno dell'altro.
-"Sei troppo disordinato." Commentò mentre sfogliava le pagine. Jisung lo guardò senza dire nulla.

Minho notò quel silenzio così rumoroso, così alzò lo sguardo sul corvino e si rese conto che doveva darsi una mossa. A nessuno dei due avrebbe fatto piacere dilungarsi.
-"Non vedo cosa ci sia di tanto difficile da capire. Devi solo..." Le parole di Minho furono praticamente mute alle orecchie di Jisung.

Il suo sguardo era puntato sul viso del castano, pieno di concentrazione. Era la prima volta che sentendolo parlare non gli avrebbe tirato un pugno in faccia. Era la prima volta che lo guardava e non sembrava così insopportabile.

Minho alzò lo sguardo su di lui e sorrise.
-"Hai capito adesso o ti sei fatto distrarre dalla mia bellezza?"

Come non detto.

Better Than Me?; MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora