Capitolo 6.

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-"Non capisco perché debba fare così." Disse Jisung con fare disperato, mentre posava la testa fra le sue braccia incrociate.
-"In effetti hai ragione. Per una volta che eri sul punto di sopportarlo, butta tutto all'aria così..." Ribatté Hyunjin, accarezzando i capelli corvini dell'altro.

-"Almeno te l'ha fatto capire l'argomento?" Domandò Jeongin, cercando di trovare anche un solo lato positivo in quella storia. Jisung sollevò la testa, lasciando il mento appoggiato tra le sue mani, poi annuì.
-"Sì, almeno quello." Ribatté, mentre riprendeva a mangiare il suo pranzo.

La giornata proseguì tranquillamente, così come il resto della settimana. Era domenica sera, e Jisung era sul sul letto a guardare il soffitto con un sorriso sulle labbra.

Nel giro di così poco tempo erano avvenuti così tanti cambiamenti: adesso aveva degli amici a cui voleva tanto bene, e aveva persino un nemico. La sua vita scolastica non era mai stata così interessante prima d'ora. Fastidiosa a causa di Minho, certo, dal momento che ogni giorno aveva da lamentarsi su di lui. Ma interessante proprio per questo.

Mentre ci pensava, i suoi occhi si chiusero e sprofondò nel mondo dei sogni. Alle 6:30 in punto della mattina seguente, ecco che Jisung si trovava già in piedi.

Dopo aver fatto colazione, tornò in camera per prepararsi. Quella mattina era stranamente di buon umore. Nulla avrebbe potuto rovinargli la giornata, ne era certo. Neanche Minho.

Indossò un paio di pantaloni cargo neri ed una t-shirt bianca, poi si mise anche una giacca leggera. Allacciate le scarpe, si incamminò verso la scuola.

Alle 7:50 era davanti al cancello assieme ai suoi amici.
-"Prima lezione di oggi?" Domandò Changbin, fingendosi un intervistatore.
-"Matematica, la mia gioia più assoluta." Rispose Jisung ridacchiando, mentre i suoi amici fecero dei versi disgustati a quelle parole.

-"Tu stai messo veramente male." Ribatté Hyunjin, scuotendo la testa ed arruffando i capelli corvini del più basso.
-"Concordo. A quale essere sano di mente piace davvero matematica?" Commentò Jeongin con tono giocoso, mentre sistemava lo zaino che aveva sulle spalle.

-"È questo il punto. Lui non è sano di mente." Rispose Changbin con un sorrisetto sulle labbra, ottenendo come risposta un colpetto sulla spalla da parte di Jisung.
-"Siete tutti insopportabili. Solo Yongbok mi vuole bene davvero." Rispose il corvino, abbracciando il suo amico.

Questo fece una risatina come per dare invidia agli altri tre, poi ricambiò l'abbraccio di Jisung.
-"Ma no che anche noi ti vogliamo bene, nonostante i tuoi disagi mentali." Ribatté Changbin mentre rideva, abbracciando i due. Poi anche Hyunjin e Jeongin si unirono, finendo quasi per soffocare Jisung.

La campanella suonò e gli studenti si recarono nelle rispettive aule.
-"Buongiorno. Oggi voglio farvi esercitare sull'argomento spiegato la settimana scorsa, dal momento che tra non molto ci sarà la verifica. Ma prima vorrei far venire qualcuno alla lavagna. Jisung e Seungmin, venite voi due?" Domandò la professoressa.

Il corvino annuì e si alzò dal posto, fermandosi ad un angolo della lavagna.
-"Mi scusi professoressa, ma io l'argomento non l'ho proprio capito. Ho anche fatto gli esercizi, ma non mi sono venuti." Si giustificò Seungmin, e la professoressa sospirò.

-"Allora... Minho, tu che l'hai capito. Vieni?" Il castano, che era comodamente seduto sulla propria sedia, ghignò ed annuì.
-"Molto volentieri." Ribatté, alzandosi e dirigendosi al lato opposto in cui si trovava Jisung.

Questo sospirò, ma guardò altrove. Non poteva farsi intimidire da uno come lui.
-"Bene, copiate entrambi questo esercizio. Voi lo trovate a pagina 124." Disse la professoressa rivolta alla classe.

I due ragazzi iniziarono a copiare la traccia, poi rimasero a studiarla per qualche secondo. Jisung la guardava con un'espressione di chiara confusione sul volto, come se fosse scritta in arabo.

Sbirciò il castano affianco a sé, e notò che aveva già iniziato a risolverlo. Trascorsero i minuti e cercò di trovare un metodo per svolgere quel problema, trascrivendo ciò che gli sembrava più sensato.

Minho intanto aveva già finito. La professoressa gli sorrise quando vide che aveva svolto l'esercizio correttamente. Poi passò lo sguardo sul lato di Jisung, che aveva scritto cose totalmente casuali.

-"Finito..." Mormorò il corvino schiarendosi la voce con imbarazzo, posando il gesso sulla cattedra ed allontanandosi dalla lavagna. Confrontò i due problemi e si rese conto di aver sbagliato completamente.

Sospirò e tornò al suo posto.

Al termine della lezione, la professoressa si fermò per parlare con Jisung.
-"Ascolta Jisung, non so cosa succeda ma sto notando un calo dello studio da parte tua. Ti propongo una cosa: lascia che Minho ti dia ripetizioni private dopo scuola. È uno studente eccellente e sono sicura che ti aiuterà. Ora gliene parlerò io. Tu tienilo in considerazione, va bene?" Disse la donna.

Jisung stava cercando di controllare le sue espressioni. No che non va bene, pensò.
-"Certamente professoressa. Vedrò cosa si può fare." Le sue parole erano chiaramente forzate, ma tentò di nasconderlo con un sorrisetto nervoso.

Non appena la professoressa superò il suo banco per andare a parlare con Minho, il sorriso del corvino svanì completamente e fece cadere la propria testa tra le braccia.

Non solo stava iniziando ad andare male a scuola, uno dei suoi peggiori incubi fin dalle medie, ma adesso c'era qualcuno che veniva considerato migliore di lui e questo avrebbe dovuto dargli ripetizioni? Non se ne parlava.

Quando la professoressa abbandonò l'aula, Jisung si voltò e vide un sorrisetto soddisfatto sulle labbra del castano. Sospirò infastidito e si alzò dal banco per prendere un po' d'aria.

Quella situazione stava diventando insopportabile. Era possibile che arrivava uno nuovo e nel giro di qualche settimana gli aveva stravolto talmente tanto la vita?

Al termine delle lezioni, Jisung era a mensa solo con il suo amico Hyunjin. Mentre si trovavano in fila per ritirare il loro pranzo, il corvino gli raccontò ciò che era successo.

-"Jisung, io penso che tu debba iniziare a vedere la cosa com'è e rassegnarti. Pensaci... se continui a reagire così, la cosa non migliorerà, no?" Disse Hyunjin, mentre insieme al suo amico cercava un tavolo vuoto.

-"Mai, Hyunjin. Non lascerò che uno sbuchi e si prenda così facilmente ciò che io mi sono guadagnato." Ribatté Jisung con decisione.
-"Come vuoi. Ma sta attento. Questo potrebbe portare a farti riprendere il tuo posto, come a perderlo completamente."

Queste parole ebbero un effetto su Jisung. Forse aveva ragione. Forse stava dando troppa importanza a qualcosa che non la meritava.

Si limitò a sospirare ed annuire, mentre finalmente aveva individuato un tavolo libero.
-"Vieni, andiamoci a sedere lì." Posò il vassoio e si sedette, ma proprio mentre Hyunjin stava per fare la stessa cosa, venne anticipato da una figura con i capelli castani, che scattò davanti a lui e prese posto affianco a Jisung.

-"Allora, queste ripetizioni?"

Better Than Me?; MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora