Capitolo 17.

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I corridoi di quel lunedì mattina erano terribilmente vuoti. Il tempo passava e con esso si avvicinavano gli esami, di certo non uno dei periodi migliori per gli studenti dell'ultimo anno.

Neanche Hyunjin e gli altri amici di Jisung si erano presentati quel giorno. Lui, invece, stava camminando verso il giardino, poiché quel giorno si sarebbe tenuta l'assemblea d'istituto, e si sarebbe svolta proprio lì.

Improvvisamente sentì il proprio polso venire afferrato e pochi secondi dopo fu strattonato all'interno di una piccola stanza buia a lui sconosciuta. Era sul punto di gridare e correre via, quando la luce si accese e si rese conto di chi aveva davanti.

-"Tu sei pazzo, Minho." Disse con il fiato pesante, mettendosi una mano sul cuore che stava per esplodere dal suo petto e chiudendo gli occhi. "Vuoi farmi morire d'infarto o cosa?" Aggiunse poi, aprendo gli occhi e notando il sorriso stampato sulle labbra di Minho nel vedere quella reazione.

-"Avevo voglia di passare del tempo con te prima dell'assemblea." Ribatté con un tono di voce dolce, chiudendo la porta ed avvicinandosi lentamente al minore.

-"Nello sgabuzzino della scuola? Mi aspettavo qualcosa di più romantico da parte tua." Commentò Jisung, facendo ridere il castano, che non aveva distolto lo sguardo da lui nemmeno per un secondo.

Portò entrambe le mani sul viso del minore e, senza pensarci due volte, fece connettere le loro labbra in un breve ma dolce bacio.
-"Questo è più romantico?" Domandò in un sussurro.

-"Decisamente." Rispose Jisung, con un sorrisetto disegnato sul volto. Pochi attimi dopo, si ritrovò di nuovo le labbra di Minho premute contro le proprie, stavolta per un bacio più lungo del precedente.

Le braccia del minore si avvolsero attorno al collo del castano, mentre questo portava le proprie attorno alla vita dell'altro. In quel momento c'erano solamente loro, poco importava se si trovassero a scuola o, più specificamente, in uno sgabuzzino.

La distanza tra i loro corpi era ormai inesistente, eppure sentivano che non fosse abbastanza; volevano di più. Il desiderio che provavano l'uno nei confronti dell'altro era incontrovertibile, e nulla, in quel momento, sarebbe riuscito a placarlo.

Nulla, così pensavano, ma il suono della campanella fu abbastanza per riportare alla realtà almeno uno dei due.

-"Andiamo, Minho, o faremo ritardo." Sussurrò Jisung dopo aver interrotto il bacio, ma il maggiore sembrava non volergli dare ascolto, a giudicare da come aveva portato l'attenzione sul collo dell'altro, non appena ebbe finito di consumare le sue labbra.

-"Solo un altro paio di minuti." Ribatté, mentre stringeva il minore a sé per non lasciarlo andare e cominciava a lasciare dei piccoli baci sul suo collo. Jisung si lasciò sfuggire un sospiro, mentre portava una mano tra i suoi capelli.

Quei baci, tuttavia, pian piano andavano oltre, fino al punto in cui Minho era arrivato a succhiare e mordicchiare alcune aree del suo collo, in modo da lasciare dei segni piuttosto evidenti. In quel momento Jisung neanche ci stava pensando a quante domande gli avrebbero fatto, la sensazione gli piaceva troppo che non riusciva a pensare chiaramente.

Fino a quando...
-"Perché la porta è chiusa?" Domandò una voce piuttosto familiare, e subito dopo si sentirono due colpi alla porta. "C'è qualcuno qui dentro?"

Minho e Jisung ebbero a malapena il tempo di staccarsi l'uno dall'altro e ricomporsi che la porta fu immediatamente spalancata.

-"Che ci fate voi due qui dentro?" Fu la prima domanda che venne in mente al bidello, nonché la più sensata. Minho e Jisung si scambiarono una veloce occhiata, quando a parlare fu il maggiore.

Better Than Me?; MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora