Capitolo 13.

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Aveva fatto lo stesso identico sbaglio e aveva lasciato che accadesse. Come poteva essere talmente stupido?

-"Andiamo Jis, datti una calmata. Che ne sai, magari hai baciato me o Changbin. Nessuno lo sa, nessuno si è tolto la benda." Tentò di tranquillizzarlo Hyunjin, mentre il corvino era disperato con la testa tra le mani.

-"Hyunjin, tu non capisci. Io non penso che sia stato tu o Changbin. Credo di sapere chi sia." Mormorò a bassa voce, temendo che qualcuno potesse sentirli.

-"Non puoi saperlo. A meno che non baci tutti quelli che partecipavano al gioco, non penso tu possa indovinare di chi si tratti." Disse il biondino ridacchiando, smettendo qualche secondo dopo. Conoscendo il corvino, sarebbe pure stato capace di farlo, e non voleva dargli idee.

Questo scosse la testa, rimanendo in silenzio e muovendo la gamba con agitazione.
-"Hyunjin, io credo... credo di aver baciato la stessa persona della festa di natale." Sussurrò, ottenendo in risposta un drammatico sussulto di sorpresa, messo subito a tacere dalla mano di Jisung che corpì la bocca del suo amico.

-"Quindi hai baciato Minho un'altra volta?" Domandò a bocca aperta. Jisung sospirò.
-"Non lo sappiamo se era Minho o no. Sappiamo solo che aveva i capelli castani. Ma lui non è mica l'unico ad averli, no? Anche quel tipo, Chan, li ha. Anche Seungmin. Chi ti dice che era per forza lui?" Ribatté il corvino, cercando di convincere il biondino ed anche sé stesso.

-"Ieri Minho era l'unico ragazzo con i capelli castani. E se secondo te era la stessa persona..." Jisung posò l'indice sulle sue labbra, segno di tacere, e sospirò.
-"Ritiro tutto. Poteva essere chiunque."

Al termine delle lezioni, Jisung si avvicinò a Minho come ogni giorno, per chiedere delle ripetizioni. Che, in realtà, adesso si erano trasformate più che altro in studio di coppia.

Quel giorno, tuttavia, il castano sembrava fare il possibile per evitarlo. E questo non sfuggì al corvino. Era piuttosto ovvio.

Sfortunatamente per Minho, Jisung riuscì ad intercettarlo in un corridoio.
-"Hey Minho. Oggi alle 16 in biblioteca?" Chiese, cercando di rimanere tranquillo.

Il castano restò in silenzio per qualche secondo, con lo sguardo fisso negli occhi del ragazzo davanti a sé.
-"Che io sappia, la biblioteca è chiusa per ristrutturazione. Per almeno una settimana." Comunicò dopo essersi schiarito la voce.

-"Oh, allora... ehm, possiamo lasciare perdere." Disse Jisung, facendo le spallucce.
-"Non ce n'è bisogno. Se vuoi puoi venire da me." Quelle parole fecero deglutire il corvino.

Era una pessima idea, una terribile idea. Non poteva accettare. E se quel ragazzo che aveva baciato ad entrambe le feste fosse davvero Minho? Non poteva rischiare.

-"Guarda, non so se-"
-"O da te, è uguale." Lo interruppe Minho, grattandosi il capo. E quello bastò per far cappire a Jisung che ci teneva davvero al loro solito studio di coppia.

-"Uhm, bene. Allora direi da te, casa mia è un disastro." Ribatté il corvino, con un po' di imbarazzo. Non era vero, ma non amava l'idea di far entrare Minho a casa sua. Soprattutto dopo tutte le cose poco carine che aveva raccontato a sua madre su di lui.

-"Perfetto. Allora possiamo andarci insieme, subito dopo scuola." Propose il castano, ed il corvino annuì.

Dopo pranzo si maledì internamente della scelta che aveva preso. Sarebbe stato meglio evitarlo per un po', come stava cercando di fare Minho, e invece aveva fatto l'ennesimo sbaglio.

Finite le lezioni, Jisung cercò il castano nel giardino della scuola. Una volta che lo ebbe trovato, insieme presero a camminare verso casa sua. Naturalmente, per il tragitto nessuno dei due osò dire una parola.

E Jisung si era totalmente dimenticato di che famiglia era quella di Minho. Presentarsi lì con un paio di jeans larghi strappati ed una misera felpa grigia forse non era il massimo.

Si ritrovò davanti ad un'enorme villa, grande quasi quanto quella di Yuna, in cui si era tenuta la festa. Era moderna, e visibilmente ben curata.

Entrati all'interno, subito un'alta figura femminile si avvicinò a Minho con fare infuriato. Jisung deglutì e rimase dietro al castano, confuso e spaventato allo stesso tempo.

-"Lee Minho. La professoressa mi ha informato di un calo nei tuoi voti." Lo sgridò, ed il ragazzo sbuffò.
-"Ti riferisci a quel 94/100? Mamma, non è un grande dramma. Insomma-" Venne interrotto da uno schiaffo proprio sulla guancia destra. Deglutì ed abbassò la testa con gli occhi spenti.

Jisung rimase scioccato da quella scena. Come poteva una madre trattare così suo figlio? Avrebbe tanto voluto intervenire, ma non sapeva come.

-"Come pensi di entrare all'università se non eccelli in tutto, eh?!" Gridò, afferrando il volto del ragazzo e costringendolo a guardarla negli occhi.

Questo, tuttavia, non rispose. Più che addolorato da quel trattamento, visto che ormai ci aveva fatto l'abitudine, era imbarazzato e preoccupato per Jisung, dal momento che adesso quella donna aveva rivolto l'attenzione su di lui.

-"E questo chi è? Un altro di quei froci che mi porti in casa, mh?" E lì il castano perse la pazienza. Deglutì e si voltò verso Jisung, che aveva un'espressione chiaramente ferita. Poi si girò nuovamente verso sua madre e si avvicinò pericolosamente a lei.
-"Azzardati a parlargli un'altra volta così, mamma, e ti giuro che ti rovino tutta la carriera." Jisung poté giurare che non aveva mai visto Minho così adirato da quando lo aveva conosciuto.

Restò a fissare sua madre per qualche secondo, prima di prendere per il polso Jisung e trascinarlo di fretta in camera sua, in modo che sua madre non avrebbe potuto dire o fare qualcos'altro. Dopo aver chiuso la porta a chiave, il castano andò a sedersi sul letto, e posò lo sguardo sull'altro, che era rimasto in piedi un po' più distante da lì.

Aveva ancora il fiato pesante per la rabbia provocata da sua madre, ma si rilassò nel momento in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Jisung. Gli fece segno di avvicinarsi, e così lui fece, andandosi a sedere proprio affianco a lui.

Trascorse qualche secondo di silenzio.
-"Scusa per mia madre. Ce l'aveva con me, quelle cose non le intendeva." E Jisung giurò di aver sentito il proprio cuore fluttuare. Lui era davvero addolorato per questo e non per quello che lei aveva fatto a lui?

-"Non ti preoccupare, quelle parole a me non feriscono. Piuttosto... tu, uhm, stai bene? Ti ha fatto male?" Gli chiese, portando una mano al viso del castano e sfiorando delicatamente il punto in cui sua madre l'aveva colpito.

Un piccolo sorrise comparve sul volto di Minho e scosse la testa.
-"Sto bene." Affermò, deglutendo e distogliendo lo sguardo.

Era la prima volta che aveva visto Jisung così preoccupato per lui, e la cosa lo rendeva... felice.

I due misero da parte l'argomento e si diedero da fare, iniziando a studiare sulla scrivania del castano, ma c'era qualcosa che proprio lo tratteneva dal concentrarsi, e questo Jisung lo notò.

Il corvino stava ripetendo ad alta voce ciò che avevano appena studiato di storia, e Minho non stava ascoltando una sola parola di ciò che stava dicendo. Quando finì di esporre, Jisung si rese conto che l'altro era rimasto immobile a fissarlo, senza dire una sola parola.

-"Minho? Tutto bene?" Gli domandò, cosa che sembrò riportarlo alla realtà. Il castano prese un profondo sospiro ed annuì, ma non lasciò che l'altro riprendesse a parlare.

-"Jisung... ti sei divertito alla festa?" Gli domandò. Fu una domanda piuttosto improvvisa, ma cosa che confuse ancora di più Jisung fu il fatto che non gli lasciò il tempo di rispondere. "Lo sai come hai fatto?" Pronunciate quelle parole, una mano di Minho andò a posarsi sul viso del corvino. Questo non ci mise molto per capire a cosa si stava riferendo, ma tutto si fece più chiaro quando le labbra di Minho andarono a posarsi su quelle di Jisung. E questa fu la terza volta in cui il corvino riconobbe quelle morbide labbra.

Better Than Me?; MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora