Capitolo 19.

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Erano le 5 della mattina seguente quando Minho si svegliò. Aveva dormito appena due ore quella notte, o forse anche meno; non era proprio riuscito a chiudere occhio, i suoi pensieri lo stavano divorando vivo.

A quel punto decise semplicemente di alzarsi e prepararsi per andare a scuola.
Quando fu pronto erano ancora le 6, perciò sarebbe arrivato in netto anticipo, ma poco gli importava. Preferiva uscire per prendere un po' d'aria piuttosto che rimanere in quella casa.

Ma invece di seguire la strada per raggiungere la scuola si recò in un posto che conosceva bene, sommerso dal verde e dalla tranquillità che trasmetteva: il parco in cui da sempre si rifugiava, dove aveva portato anche Jisung.

Si sedette sulla stessa panchina dove avevano parlato la prima volta che erano usciti insieme e prese un profondo respiro. L'aria quella mattina era fresca, lo aiutava a mettere da parte tutti i pensieri che lo perseguitavano.

In particolare il ricordo di quel ragazzo con la ciocca bionda.

Lo conosceva, lo conosceva bene e questa cosa non lo sopportava. Preferiva toglierselo dalla testa, dimenticarlo; e ci era anche riuscito, se solo il suo essersi presentato così di punto in bianco non avesse mandato tutto all'aria.

Provò a non pensarci più, almeno per qualche attimo, e si godette la dolce quiete di quella mattina.

Quando si rese conto che stava passando troppo tempo, sospirò e si alzò dalla panchina, dirigendosi verso scuola.

Giunto davanti al cancello, tirò fuori il telefono: erano quasi le 8. Ciò significava che era stato in quel parco per più di un'ora e mezza. Ma in quel momento la sua attenzione era dedicata ad altro.

Non aveva minimamente fatto caso alle chiamate perse di Jisung.

E prima che potesse rendersene conto, eccolo lì che si stava avvicinando a lui. Anticipò qualsiasi azione potesse compiere, ricomponendosi ed andandogli incontro con un ampio sorriso sulle labbra.
-"Hey, ciao Jis, come stai?" Gli chiese, stringendolo in un abbraccio.

E per qualche secondo il corvino rimase fermo, immobile. Era arrivato lì deciso, con l'intenzione di parlare a Minho. Ma quel comportamento lo aveva decisamente preso alla sprovvista.

-"Senti, mi chiedevo se oggi pomeriggio ti andasse di uscire." Disse, infilando le mani nelle tasche dei jeans e guardando il minore con lo stesso sorriso che aveva prima.

E in quel momento Jisung si sarebbe dovuto fare forza, doveva a tutti i costi scoprire cosa era successo tra lui e quel ragazzo. Eppure, come se non fosse lui a controllare il suo stesso corpo, quattro parole uscirono dalla sua bocca: "Mi farebbe molto piacere."

Si maledì a mente subito dopo, non dandolo a vedere.
-"Perfetto, allora ti passo a prendere alle 16. Adesso andiamo, che sono quasi le 8." Disse il castano, dirigendosi verso l'ingresso insieme al corvino, che lo seguiva in silenzio.

Era completamente perso nei suoi pensieri, così tanto che non si era neanche reso conto che quello che stava seguendo non era più Minho.

Si guardò attorno, cercandolo tra tutti gli studenti che popolavano i corridoi quella mattina, quando finalmente il suo sguardo si posò tra di lui. Notò che era impegnato a parlare con qualcuno, ma lo faceva con cautela, come se non volesse essere visto.

Si voltava di tanto in tanto per assicurarsi che nessuno li stesse guardando, mentre cercava di coprire la figura di fronte a sé. Jisung, insospettito da quell'atteggiamento, si avvicinò a loro. Un sospiro di sollievo uscì dalle sue labbra quando si rese conto che la persona con cui stava parlando era Hyunjin.

Aspetta... Hyunjin?

Quando mai era successo che i due si erano rivolti la parola? La conversazione sembrava neutrale, come se fossero due comunissimi amici. Così, senza esitare, si avvicinò a loro. Quando si resero conto della sua presenza, si ricomposero e Hyunjin diede una pacca sul braccio di Minho, prima di avvicinarsi al corvino.

-"Da quando-"
-"Mi ha chiesto una cosa." Ribatté all'istante il biondo, voltandosi per controllare che il castano fosse ancora lì, leggermente intimorito dal fatto che, in effetti, non si era mosso di un millimetro.

Jisung aggrottò le sopracciglia. Hyunjin sospirò ed un sorrisetto comparve sul suo volto.
-"Non me la faccio col tuo ragazzo." Disse, ridacchiando alle sue stesse parole mentre il corvino gli dava un colpetto sul braccio.

-"Non ti stavo accusando. E non è il mio ragazzo. Non ancora." Ribatté, bisbigliando le ultime parole.
-"Già, non ancora." Ripeté il biondo con un ghigno sul volto, mentre il corvino lo guardava con un'espressione interrogativa. "Nel senso, vi piacete a vicenda, dovresti aspettarti la fatidica domanda da un momento all'altro." Aggiunse poi, incrociando le braccia.

-"In che-"
-"Uhm, lascia perdere. Ci vediamo dopo." Disse, affrettandosi a sparire per i corridoi prima che l'altro potesse solo dire un'altra parola.

Ancora più dubbioso di quanto lo fosse prima, Jisung si avvicinò a Minho senza dire una parola ed insieme entrarono in classe.

;; ;;

Erano le sedici in punto e Jisung, dopo aver allacciato le scarpe, uscì finalmente di casa. A pochi passi da lui si trovava Minho, che nel vederlo non poté nascondere un sorriso.

-"Sono le sedici precise. Mi sorprendi sempre di più." Disse il castano, mentre si avvicinava al corvino.
-"Visto? È la tua influenza su di me." Rispose Jisung, ridacchiando ed abbracciando poi Minho.

Trascorsero il pomeriggio in una caffetteria in centro, quando si resero conto che era ora di tornare.

-"Sono stato così bene con te, oggi." Commentò Minho con un dolce sorriso sulle labbra, mentre riaccompagnava Jisung a casa sua. "Ho un po' di pensieri per la testa, ma quando sto con te mi scordo di tutto il resto." Disse poi, alzando lo sguardo sul cielo, che stava cominciando a farsi più scuro.

Jisung non rispose. Alzò anche lui lo sguardo sul cielo, non dicendo nulla. Si chiedeva se quei pensieri avessero a che fare con il ragazzo dalla ciocca bionda. Ma sapeva che quello non era il momento adatto per chiederlo.

-"Già, dovremmo uscire più spesso." Disse dopo quella breve riflessione, tornando a guardare il castano con un sorriso sulle labbra.
-"Lo penso anche io. Anche se la vedo difficile, con il fatto che si avvicinano gli esami." Ribatté Minho, mettendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni. "Chissà chi tra i due avrà i voti più alti, eh?" Aggiunse poi, ridacchiando.

Anche a Jisung scappò una risatina.
-"Ti batterò senza ombra di dubbio." Rispose, mentre Minho si piazzava di fronte a lui. Si fermò per un momento, poi si guardò attorno, ed infine fece un passo verso Jisung.

-"Ho una sorpresa per te." Disse quasi in un sussurro, facendo comparire un lieve rossore sul volto del corvino.
-"Una sorpresa?" Ripeté, quasi incredulo.

-"Proprio così. Chiudi gli occhi." Disse a qualche centimetro dal suo volto. Jisung non se lo fece ripetere due volte e fece come gli era stato detto, mentre il suo viso si colorava di un rosso più acceso.

Minho, con le mani che gli tremavano leggermente, tirò fuori dalla tasca dei propri pantaloni un piccolo cofanetto. Lo aprì, guardando il suo interno: si trovavano due anelli d'argento, identici, con la differenza che su uno era incisa la lettera "M" e sull'altro la lettera "J".

Estrasse il primo tra i due, poi prese delicatamente la mano sinistra dell'altro nella propria ed infilò l'anello nel suo anulare. Sorrise vedendo che era delle perfette dimensioni.

A quel punto Jisung aprì gli occhi, che gli divennero leggermente lucidi. Alzò lo sguardo sul viso di Minho, notando che lui, invece, guardava ancora verso il basso.

-"Ho chiesto indicazioni alla persona giusta. Non sapevo quanto potessi fidarmi di Hyunjin." Sussurrò, facendo ridacchiare il corvino.
-"Non ho la più pallida idea di come faccia a sapere certe cose, onestamente." Ribatté, mentre entrambi ridevano all'unisono.

Minho si infilò anche il suo anello, poi mise la propria mano su quella di Jisung, per mostrarglielo. Qualche secondo dopo alzò lo sguardo sugli occhi del corvino, che fece lo stesso.

-"Vuoi essere il mio ragazzo, Jisung?"

Better Than Me?; MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora