Capitolo 22.

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-"Io e Kyungmin eravamo amici. Migliori amici." Prese a spiegare Minho, appoggiandosi con la schiena al muro del bagno dopo che anche Jisung fu entrato all'interno. "Ci siamo conosciuti alle medie, e mi ci sono affezionato subito." Raccontò, cercando di riassumere il più possibile, non volendo far tornare i ricordi e allo stesso tempo non volendo allarmare Jisung.

Era una delle sue più grandi preoccupazioni. Non gliene aveva mai parlato per paura di fargli venire strani pensieri, ma allo stesso tempo aveva capito che non poteva fuggire a lungo, e che era arrivato il momento di parlargli.

-"Avevo 13 anni quando avevo capito che lui mi piacesse." Disse con un filo di voce, tenendo lo sguardo fisso per terra; invece Jisung lo guardava ed ascoltava con attenzione: finalmente stava sentendo la verità che da tempo cercava. "Un giorno decisi di dichiararmi." Continuò poi, non specificando anche che fosse rimasto per ore a provare allo specchio ciò che avrebbe detto.

Fece una pausa, alzò lo sguardo su Jisung e poi riprese.
-"Quel giorno lui non si presentò a scuola. Il che mi sembrò strano, lui non mancava mai. Ma comunque non mi preoccupai più di tanto." Spiegò, prima di riabbassare lo sguardo. "Cominciai a farlo quando il suo banco rimase vuoto per le successive due settimane."

Fece un'altra pausa.
-"Così decisi di andare a casa sua per chiedere cosa fosse successo, se si fosse ammalato. Mi aprì la porta una donna, sua madre, che mi disse... che lei e il marito si erano separati e Kyungmin si era trasferito col padre, in Giappone."

Ci fu un momento di silenzio, più lungo dei precedenti. Minho alzò lo sguardo su Jisung, sentendo il dolore che bruciava dentro di lui, che gli divorava il petto. Si avvicinò al minore, e lo strinse tra le sue braccia.

-"È stata la prima persona a trattarmi come un essere umano. Non mia madre, non mio padre, un ragazzino che ha spostato il suo banco affianco al mio." Disse con voce tremolante, come se sentisse il bisogno di giustificarsi. "E poi è sparito, mi ha abbandonato, mi ha lasciato da solo come mi ha trovato. E ritrovarmelo davanti così, all'improvviso..." Disse, mentre alcune lacrime cominciavano a scendere lungo le sue guance.

Jisung, che fino a quel momento non aveva detto una parola, abbracciò il maggiore, accarezzandogli dolcemente i capelli mentre quello piangeva sulla sua spalla.

-"Non sei più solo, Minho. Mi dispiace che tu abbia dovuto passare tutto questo." Sussurrò. Non lo aveva mai visto così, in queste condizioni. A tremare come una foglia tra le sue braccia, nonostante si dimostrasse sempre così forte.

Trascorsero alcuni minuti di silenzio, in cui si sentivano solo i singhiozzii di Minho, che stava pian piano cercando di calmarsi, mentre Jisung lo stringeva forte a sé, preoccupato.

Quando finalmente si fu ripreso, Minho si asciugò le lacrime e posò la fronte contro quella del minore, guardandolo negli occhi.
-"Scusami." Sussurrò, lasciando un dolce bacio sulla sua guancia.
-"Non hai nulla di cui scusarti." Ribatté Jisung, nei suoi occhi era visibile la sua preoccupazione per il maggiore.

Minho scosse la testa.
-"Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare fino ad ora, se non ti ho mai detto la verità. Non volevo in alcun modo farti sentire... inferiore. Ho paura di averlo fatto, con il modo in cui mi sono comportato. Ma non lo sei, te lo prometto. Sei l'unico che amo, l'unico che voglio, l'unico di cui mi fido ciecamente, e quello-" Sottolineò con tono dispregiativo. "- non voglio più rivederlo. Scusami per tutto, ancora. Scusami se sono così complicato. Scusami se non ti ho detto tutto fin dall'inizio."

Quando notò che stesse per piangere di nuovo, Jisung scosse la testa e gli mostrò un piccolo sorriso per rassicurarlo, prima di lasciare un dolce bacio sulle sue labbra. E subito Minho sembrò rilassarsi, come se le sue labbra fossero la sua unica fonte di salvezza.

Poco dopo Jisung si staccò e tornò a guardare il maggiore negli occhi.
-"Devi imparare a non pensare così tanto. Sono stato preoccupato, è vero, ma non mi hai fatto sentire in nessuno dei modi che hai descritto tu. Va bene?" Disse dolcemente, e il maggiore annuì, sentendosi rassicurato, prima di ritornare in classe mano nella mano.

Anche quella giornata scolastica finì, e Jisung si assicurò di rimanere accanto a Minho fino alla fine. A pranzo lo fece sedere al tavolo insieme ai suoi amici, così da distrarlo un po', e per fortuna ci riuscì, lo vide ridere e scherzare dopo quella dura giornata.

Restò insieme a lui tutto il pomeriggio, lo portò al parco e gli fece dimenticare di tutto; capì di essere riuscito a sollvergli il morale dal sorriso che portava sulle labbra, che amava così tanto, insieme al suono della sua risata.

-"Ti va di dormire da me?" Domandò Jisung, mentre percorreva la strada per riaccompagnare Minho a casa, siccome si era fatto tardi.
-"Mi piacerebbe tantissimo, ma purtroppo devo restare a casa stasera, per una cena importante." Rispose con un filo di tristezza nel suo tono di voce. "Non ho idea di cosa si tratti, ma preferirei essere ovunque piuttosto che con i miei genitori."

Jisung mise una mano sulla sua spalla.
-"Fa nulla, sarà per un'altra volta." Ribatté, con il suo solito sorriso che riusciva sempre a rassicurarlo.

Quando si ritrovarono davanti casa sua, Jisung lo salutò stringendolo forte tra le sue braccia, e infine se ne andò, ma non prima di avergli lasciato un dolce bacio sulle labbra.

Se ne ritornò a casa con un sorriso disegnato sulle labbra, si sentiva così felice del fatto che Minho fosse riuscito a confidarsi con lui. Si sentiva sempre più legato a lui, e la preoccupazione di averlo ferito da parte del maggiore gli dimostrava che fosse lo stesso per lui.

Anche Minho non poteva fare a meno di sentirsi allo stesso modo, infatti rientrò a casa con lo stesso sorriso che portava Jisung, nonostante tornare in quel posto per lui fosse sempre una tortura.

-"Sono a casa. Scusate per il..." Fece per dire, ma le parole gli morirono in bocca non appena si ritrovò in sala da pranzo; il suo sguardo ignorò tutti i soggetti che erano seduti a tavola, e si fermò sul ragazzo dal volto fin troppo familiare seduto al posto affianco al suo. Sospirò. Non si sarebbe mai liberato di Kyungmin.

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Dopo 6 mesi, finalmente sono tornato. Chiedo scusa per l'attesa, e ringrazio tutti quelli che hanno aspettato. 🫶🏻

Better Than Me?; MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora