capitolo 18

243 13 27
                                    

LILITH'S POV

Durante la mia permanenza in ospedale ho imparato a convivere con il gesso però non è che facessi molto. Cucinare la pasta con un solo braccio non sarà così difficile in teoria. Prendo la pentola, che è pesante con un solo braccio, e la poso nel lavandino per riempirla d'acqua. La metto fredda, perché bolle prima. Aspetto qualche secondo che si riempia e poi chiudo l'acqua, tanto è una cena per due. C'è un problema, non riesco ad alzare la pentola con un solo braccio, cazzo. Ok ci sono, svuoto la pentola da tutta l'acqua e la metto sui fornelli.

Poi prendo una caraffa e la riempio circa per metà d'acqua. Rovescio l'acqua della caraffa nella pentola e continuo così finché non raggiungo la quantità d'acqua che mi serve. Prendo gli spaghetti dalla dispensa e il sugo dal frigo. Metto il sale nell'acqua e lascio bollire. Intanto mia sorella scende con ancora i capelli bagnati. Si avvicina a me e vede che con un solo braccio ho qualche problema. "Dai ti aiuto. Cosa devo fare?" Dice mentre prende il mio posto ed io mi siedo a tavola. "Mh niente di che, mettere la pasta nell'acqua e poi metterci il sugo, che va ancora riscaldato comunque."

Annuisce e prende un pentolino per metterci il sugo. Poi lo mette sul fuoco e lascia lì. "Allora..." Dice mentre rovescia la pasta nella pentola. ".... Mi dici cos'è successo?" "Mh.... Anne te lo dico dopo ok? Non vorrei farti passare l'appetito. Non perché sia un argomento che comporta cose schifose tipo sangue, budella, altro sangue, altre budella....  Però sai, magari lo shock, preferisco dirtelo dopo" "Ok" continua a cucinare ed io vado in cucina. Mi dirigo verso i miei cagnolini e li guardo "Mi dispiace, abbiamo perso la vostra visita! La faremo tra poco però ve lo prometto"

[...]

"Anne, ora che andiamo in salotto poi ti dico tutto" Le riferisco mentre poso il mio piatto nel lavandino. "Ok, tu va, io intanto lavo i piatti che sono pochi" Annuisco e mi avvio verso il salotto. Nell'attesa decido di girare per casa. Dal salotto parte un piccolo corridoio, non l'avevo mai notato. Lo percorro e alla fine del corridoio ci sono due porte, apro la prima, quella a sinistra, è tipo uno sgabuzzino, ci sono varie cose che sembrano da mare. . Chiudo quella porta e apro quella che sta davanti a me. Cosa cazzo..... Una piscina esterna?

Entro dentro la stanza, che tanto stanza neanche più è e poi vado a guardare la piscina, non me ne sono mai accorta neanche dalla finestra.... Guardo su, verso le camere. Ah, la finestra che dà sulla piscina è quella della camera di Anne. Capito tutto. Ma quindi lei lo sapeva? Dopo glielo chiedo. La piscina è bellissima, interrata, grande. È illuminata da delle luci sul fondo e sui lati. Ha il bordo che sembra di marmo, non ne sono certa. C'è anche una piccola area tracciata da un muretto con un idromassaggio, che figata. È coperta da un telone trasparente ora, per evitare di sporcarla.

Cazzo però, proprio ora che ho il braccio rotto scopro che abbiamo una piscina? Ritorno in salotto e Anne è ancora a lavare i piatti. "Anne tu lo sapevi che abbiamo una piscina?" Le chiedo dal divano. "Si, volevo dirtelo dopo che eri uscita dal coma perché era una novità anche per me. Io sapevo della casa, era un piano mio e dei Tokio Hotel. Sapevo anche della piscina, mi ricordo che quando eri piccola ne volevi una tantissimo, anche perché eri ossessionata con il nuoto sincronizzato. Per questo ho fatto in modo che la piscina abbia da una parte, circa la metà, un fondo di tre metri, così magari puoi provare a fare qualcosina. Comunque, quando sei uscita dal coma volevo dirtelo, magari quando era una bella giornata di sole. Però poi ho sempre rimandato, non so nemmeno io perché. Quindi è rimasta un segreto fino ad ora."

"Capito. Grazie Anne" Le dico abbracciandola da dietro "Chance di Coco Chanel, Eau de tendre." Recito il nome del profumo in cui si è annegata. "Si sente così tanto?" Chiede ridacchiando lei. "Mhh si" Ridiamo insieme e poi lei si asciuga le mani, "Ho finito" Mi dice. "Ok andiamo in salotto". Ci sediamo sul divano ed inizio a spiegarle tutto, la sua faccia è qualcosa di indescrivibile. Prendo il computer e le mostro delle foto prese dalla televisione, lei si porta le mani sulla bocca, nel vedere tutto quello schifo. Poi le faccio sentire anche le registrazioni.

Back to my old ways- Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora