capitolo 15

219 17 16
                                    

BILL'S POV

Siamo nella sala dove solitamente registriamo i pezzi, tra poco saliamo sul palco, quando il nostro manager corre verso di noi. "Ragazzi," dice con un po' di fiatone. "Lilith ha avuto un incidente in auto. È in ospedale con diverse ossa rotte e la stanno operando per toglierle del vetro di dosso." Il cuore mi si ferma, il mio sguardo finisce istintivamente su Tom, si è ingelosito a morte quando ha scoperto di quel post.

Anche se io so che non è assolutamente vero, anche perché ieri ho parlato con Anne e lo so bene, lui non mi ha voluto dare retta. Infatti ora al suo fianco c'è una puttana bionda che gli sta attaccato neanche una cozza sullo scoglio. Il viso di Tom si è impallidito come un cadavere, si vede che è molto preoccupato. Mi dispiace per lui, hanno una relazione, anche non amorosa, diciamo "umana" così delicata. Spezza proprio lui il silenzio che si è creato. "Come sta?" Chiede con la voce spezzata "Non bene,mi dispiace. Domani e dopodomani sono giorni liberi per voi,potete andarla a trovare. Vi prenoto un volo per Milano subito" .

"Grazie" ringrazio io, ancora terribilmente scosso dalla notizia. Tom urla alla ragazza di andarsene e lei scappa, quasi spaventata dal suo urlo minaccioso. Mio fratello si siede sul divanetto della sala e scoppia a piangere. Posso percepire la sua frustrazione. La ama così tanto, ma non sono compatibili. È la cosa più dolorosa del mondo probabilmente. Anche perché so che è consapevole del fatto che lei non l'ha perdonato. Oh caro Tom, piccolo e immaturo Tom, l'amore non è cosa vero?

Mi dispiace così tanto per lui. Non sa cosa fare, ha paura. Lo so che ne ha. Per non parlare poi dei sensi di colpa che lo staranno ammazzando da dentro. Non posso farci nulla però, io l'avevo anche avvisato quel giorno in cui portò Addison in Hotel. L'unica cosa che davvero posso fare è stargli vicino e fargli sentire che io ci sono se ha bisogno. Vado difianco a lui e gli metto una mano sulla spalla. "Bill e se moriva?" Mi dice con il volto ricoperto dalle mani "Non è successo e non succederà, calmati."

Gustav e George sono sul divanetto affianco che si disperano anche loro, gli faccio cenno di uscire dalla stanza ed annuiscono. "Poteva succedere cazzo! E Paul ha detto che sta molto male! Non è ancora fuori rischio!" Dice facendo riferimento alle parole del nostro manager. "Tom... Tu la ami ancora non è vero?" Tom mi guarda con degli occhi trafitti dal dolore, "Si Bill! La amo, l'ho sempre amata! Ma il mio amore non fa altro che fare del male, a me e anche a lei! Mi aveva detto che mi amava anche lei l'ultimo giorno che ci siamo visti, ma nemmeno una settimana dopo è uscito un post dove si bacia uno!"

"Tom cazzo, è finto, quando lo capirai? Ugh lascia stare, comunque ora non ci pensare e spacca sul palco ok?" Tom annuisce e si alza, cerca sempre di evitare il dolore, quando capirà che deve affrontarlo? Prendo il microfono che avevo precedentemente posato su uno sgabello e mi alzo pronto per esibirmi.

LILITH'S POV

Apro gli occhi lentamente, la mia testa fa male e non riesco a ragionare bene, però capisco subito dove mi trovo. Mi sono già svegliata in precedenza in una sala simile ed il trauma è scolpito nel mio cervello. Sono in un ospedale, è ovvio. Ricordo bene cosa è successo, sento ancora il dolore e la stanchezza che provavo, la paura. L'ultima volta che mi sono svegliata qui ho ricevuto brutte, bruttissime notizie. Però almeno avevo mia sorella accanto. Spero che questa volta io non riceva brutte notizie e mia sorella portata via da me.

Non ci devo pensare. Premo il pulsante rosso per chiamare il dottore ed aspetto, in poco arriva una dottoressa ed inizia a chiedermi come sto, cosa provo o cose del genere. "Mia sorella." Dico alla dottoressa, che non sembra voler sfiorare questo tasto. "Scusami?" "Dov'è mia sorella." La dottoressa posa una scatolina di medicine che ha in mano e dice "Bhe tua sorella sta male, non ha riportato fratture o danni però purtroppo ha sbattuto la testa forte. Non ti devi preoccupare troppo però, starà bene se si sveglierà." "Se?" Chiedo con un nodo alla gola. "Si, esatto. Se non si svegliasse entro tre settimane sarebbe da considerare deceduta".

Back to my old ways- Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora