capitolo 25

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LILITH'S POV

Il ragazzo di prima di avvicina a me con un sorriso colmo di fiducia e arroganza in volto. "Ei" Mi dice, appoggiandosi al muro alla mia sinistra. "Ciao?" Chiedo infastidita sperando che capisca il mio poco interesse. "Che ci fa una ragazza così bella sola?" Persiste lui. "Uhm, gioco a carte con un fantasma dell'epoca vittoriana mentre mi faccio fare la pedicure dai topi di Cenerentola, non vedi?" Sarcastico io, mentre cammino verso le altre persone in cerca di Elizabeth. "Sei carina, potremmo conoscerci che ne dici?" Continua prendendomi il braccio. Mi stacco bruscamente dalla sua presa e gli urlo un "No" forte e chiaro prima che la situazione sfoci in qualcosa di irreparabile.

Un ragazzo arriva da dietro di lui e lo allontana, visto che la mia spinta non è bastata. "Cazzone allontanati!" Gli urla. "Grazie?" Mi rivolgo a lui un po' scettica. "Di nulla, figurati. Lui è Adam. Fidati lo conosco, non è un bel ragazzo da averci a che fare. Io sono Josh comunque" Si presenta sorridendomi. "Lilith" Gli rispondo. Alla fine finiamo per chiacchierare un po', e mentre camminiamo gli chiedo "Perché Adam è una brutta compagnia secondo te?" "Non sarebbe la prima volta che molesta una ragazza.....È già successo con mia sorella." Rivela lui con un po' di disagio, probabilmente riportato a galla da quei ricordi.

"Mi dispiace. Persone del genere non dovrebbero esistere." Lui si limita ad annuire, ma in realtà non ha neanche tempo di dire niente perché Brandon sale sul palco e prendendo il microfono urla "SI GIOCA A SETTE MINUTI IN PARADISO, VENITE QUA!" Io e Josh ci guardiamo divertiti e prendiamo parte al cerchio di persone che si è formato al centro del salotto, c'è una bottiglia in mezzo a tutti che verrà girata. Non vedo Adam, spero che non partecipi. Come non detto, parli del diavolo e spuntano le corna giusto? Si siede mantenendo il contatto visivo, e vedo Tom fulminarlo con uno sguardo veloce.

Brandon fa girare la bottiglia e dopo qualche secondo si ferma su di me. Ora mi tocca vedere chi esce adesso. La bottiglia gira per pochi secondi, che però a me sembrano anni. Una parte di me spera che esca Tom, un'altra ancora spera che non esca così da farlo ingelosire ed un'altra ancora fa da madre severa e cerca di cancellare questi pensieri completamente sbagliati. La bottiglia gira, gira e gira. E poi inizia a rallentare, finché non si ferma. Visto che ho tenuto sempre gli occhi incollati alla bottiglia non vedo su chi si è fermato, perciò seguo la traiettoria della bottiglia, sperando che sia chiunque ma non lui.

I mie occhi si posano su quella persona ed invece, contro tutte le mie volontà, è proprio lui. Mi rivolge un ghigno vincente. Guardo Josh, come per chiedere aiuto. Lui interviene e dice "No, Adam no." Brandon lo guarda come se fosse un pazzo, invece Adam gli rivolge un occhiata infastidita. "Amico le regole sono regole." Si limita di dire Brandon, facendomi cenno di andare. Deglutisco e mi alzo, seguendo Adam nel camerino dove dobbiamo passare i sette minuti. Una volta che Adam ha chiuso la porta lo supplico di non farmi nulla. "Ti prego, non farmi del male." Lui si avvicina con passo fermo. "Aw, la piccola stronzetta non fa più la furba eh? Cosa ti ha detto Josh che ti fa così tanto tremare dalla paura?"

Mi dice, accarezzandomi la guancia. La sua mano scende sul mio collo e lui si sporge in avanti, "Se urlerai ti farò pentire di essere nata" Mi sussurra all'orecchio. Con un movimento veloce fa scendere le mani sulla zip lungo il mio fianco, sfilandomi il vestito. Io sto ferma, non mi arrivano più pensieri concreti alla testa. Lui si slaccia velocemente i pantaloni e se li abbassa. "Spogliati" Mi comanda. Incapace di reagire faccio solo ciò che mi è stato detto, e dopo essermi sfilata il vestito lo raccolgo da terra e lo poso alla mia destra. I miei occhi fissano un punto inesistente, sono colmi di paura e non hanno il coraggio di guardare quella faccia così tanto meschina.

Adam mi tira giù gli slip con forza e li lascia cadere lungo le mie gambe. Avvicina la sua mano alla mia intimità ed inizia a strofinarla. Senza alcun tipo di preavviso mi prende in braccio dai fianchi. Con una mano mi tappa saldamente la bocca, mentre con l'altra mi spinge brutalmente verso il suo membro. Il mio urlo di dolore viene soffocato dalla sua mano. Dopo poco la toglie e la porta sul mio fianco. Inizia a sbattermi velocemente e bruscamente su e giù. È veloce a tal punto da non far sentire neanche il battito dei nostri corpi uno contro l'altro. Dopo un massimo di tre minuti viene dentro di me, facendomi provare la sensazione peggiore del mondo.

Back to my old ways- Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora