Perfection | KSJ X Reader

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La vita di ognuno di noi può essere considerata perfetta da chi non ci conosce e non abbia la minima idea di cosa celano il nostro cuore e la nostra mente.

Ma del resto, cosa conta? In una società come quella in cui viviamo, in cui l'importanza va all'apparenza, conta davvero cosa c'è dentro ognuna delle nostre anime? Ovviamente, no.
No che non conta. Apparire prevale sull'essere.

Di te si può dire ben poco. Ti chiami T/N, sei una studentessa, sei fidanzata con Kim Seokjin, uno dei ragazzi più belli della scuola che ha scelto te tra le mille pretendenti, fine.

Jin ti ha sempre considerata bellissima, perfetta, dentro e fuori. Di solito, con le guance avvampate e un sorriso timido, lo ringraziavi per i complimenti, ma quei tempi sono presto finiti.

«Un altro chilo. Un altro. Dannatissimo. Chilo.»
Calci la bilancia in avanti, sconfitta dal numero che continua a salire, poi ti siedi e resti ad osservare la tua immagine riflessa nello specchio davanti a te, esordendo con un sonoro "che schifo".
Ti rivesti ed esci dalla tua stanza con un grande peso al petto. Vorresti piangere ma ti trattieni dal farlo, perché Jin è in casa e potrebbe sospettare in qualunque momento. Preferisci fingere, un'altra volta, come ormai sei solita fare da settimane.

«T/N, ho sentito un rumore provenire dalla tua camera, ti sei fatta male? Hai fatto cadere qualcosa?»
«Sì, amore. Dei libri. Sai che sono maldestra...»

******

È arrivato il momento della cena e il tuo stomaco brontola in preda alla fame, che cerchi di spegnere quasi come fosse un fuoco acceso bevendo dell'acqua in grandi quantità.

Il tuo fidanzato si siede accanto a te e ti sorride, addentando il primo boccone di cibo da lui preparato.
«T/N» si china in avanti per guardarti meglio in viso, corrugando la fronte. «Come mai non mangi? Qualcosa non va?»

Il cuore inizia a battere velocemente in preda al panico ma ti affretti a scuotere la testa e mettere su un sorriso fittizio e forzato.

«Non ho per nulla fame, Jinnie. Credo che andrò a dormire.»

******

"Non ho fame."

Se qualcuno ti chiedesse qual è la frase che più pronunci, risponderesti con questa.
Jin si è preoccupato, teme che tu possa aver contratto uno strano virus intestinale, ma ti sta bene che lo pensi, finché non scopre la verità macabra dietro tutta questa storia.
Stai diventando debole, e non era nei tuoi piani, ma in compenso l'immagine riflessa nello specchio sta diventando esattamente come volevi tu. Stai attenta ad ogni minima caloria, mangi poco pane e bevi tanta acqua.
Tuttavia, quel numero sulla bilancia non è ancora diminuito abbastanza da poterti definire davvero bella.
Stavi ancora ammirando la tua immagine, con l'indice e il pollice attorno al tuo polso e il metro da sarta avvolto sui fianchi per misurarne la circonferenza, finché tutto non diventa confuso e la testa comincia a girare.
Ti reggi al muro ma non basta: l'immagine allo specchio diviene distorta, il bianco candido delle pareti tramuta a un grigio temporale e...

«Ma... Che cosa è successo?» domandi confusa, mettendo a fuoco le pareti della stanza, non più la tua, ma quelle asettiche e spoglie dell'ospedale.
Accanto a te, con lo sguardo disilluso di chi ha creduto a tante menzogne, c'è il tuo fidanzato.
«Succede che non avrei mai dovuto credere a tutte quelle bugie che mi hai detto. Ti ho trovata per terra, svenuta, con un metro per sarti accanto alla mano. Quanto sono sottili i tuoi fianchi adesso, T/N?»
Abbassi la testa.
Non era nei tuoi piani arrivare al punto di deludere il tuo fidanzato o fargli addirittura pentire di essersi fidato di te, e nemmeno di arrivare in ospedale con le flebo al braccio.
«Mi dispiace.»
Ammetti con voce fievole, guardando le lenzuola bianche del lettino sul quale ti trovi. Ti manca il coraggio di guardarlo di nuovo e le lacrime stanno minacciando di uscire, ma la sua mano grande ed affusolata prende la tua in una dolce carezza ed incontrare il suo sguardo, non più colmo di delusione ma compassione, ti rende serena.
«Esiste una cosa più bella ed importante della magrezza, T/N, e tu la possiedi già.»
Asciughi una lacrima col dorso della mano, scuotendo la testa.

«Si chiama perfezione, T/N.»

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