Nobody | PJM solo

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"Come posso aiutarti?"
"C'è qualcosa che posso fare per migliorare il tuo umore e godermi il tuo sorriso?"
"Ti voglio tanto bene."
"Sei importante per me."
"Non sei solo."
"Non sei inutile."
"Smettila di continuare a scuotere la testa... non sei inutile."
Parole che Jimin rivolgeva a tutti, e che nessuno rivolgeva a lui.
Adesso se le diceva da solo, quelle frasi, cercando conforto in sé stesso e in nessun altro perché sapeva che nessuno lo avrebbe preso per mano e tirato fuori da quell'oblio che gli stava ottenebrando l'anima.
«Avanti, cosa sto facendo? Forza. Forza. Non sei inutile, Jimin. Accidenti. No. Non puoi farlo adesso...»
Troppo tardi; una calda lacrima gli era già scivolata sulla guancia, e poi un'altra e un'altra ancora.
Era come invisibile: nessuno pareva importarsene del fatto che stesse piangendo. I suoi compagni di classe, che lui soleva aiutare sempre in situazioni di disagio, avevano posto la loro attenzione su ben altro nonostante avessero notato la sua tristezza.
Neppure il professore gli aveva chiesto qualcosa.
Nessuno.
Nessuno.
Nessuno.
Era forse lui, quel nessuno?
Sì, perché se ne stava rendendo conto. Pian piano, si stava avvicinando a quella idea: l'idea di essere assolutamente nessuno.
Nessuno per cui valesse la pena fermarsi.
Nessuno di cui preoccuparsi.
Nessuno di rilevante.
Nessuno di importante.
Nessuno.
«lo non sono nessuno.»
I suoi compagni, a quel punto, si girarono verso di lui, verso la sua voce rotta dalle emozioni che aveva spezzato il silenzio.
«Chi siete voi. Chi. lo devo esserci per voi, non è vero? È carino vedere che dono anima e corpo pur di vedere felice voi e voi non vi curate neppure del fatto che io stia male? Sebbene io voglia porre la mia fiducia in voi, non riesco a farlo. La colpa è vostra. Non mia. Non voglio farci l'abitudine. Voglio cambiare tutto questo. Voglio cambiare tutto. Voi... non fate parte della mia vita. Sono stanco.»
Mentre un'altra lacrima bagnava il suo viso, Jimin strinse i pugni.

Avrebbe voluto poter dire quelle cose.
Avrebbe voluto amore.
Esattamente come lui lo dava agli altri.
E alla fine, nel proprio dolore, si cullò dell'idea di essere...
Nessuno.

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