Sea | KSJ x Reader

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Non era passato molto tempo da quando io e Jin ci eravamo lasciati.
Mi ripetevo sempre che la colpa era stata la sua, perché io lo amavo, gli avevo dato tutto... ma a lui non era bastato.
Evidentemente io non ero stata abbastanza per lui, forse era questa la verità. Baciava me, e poi...? Una volta varcata la soglia della porta di casa, baciava un'altra.

Allora perché non riuscivo a convincermi che era stato meglio per entrambi?
Perché continuava a mancarmi, e perché lo amavo ancora?
Avrei dovuto odiarlo per tutto ciò che mi aveva fatto, per la sofferenza a cui mi aveva sottoposta, ma non riuscivo.
Ogni tanto tornavo lì, in spiaggia, nel nostro posto speciale. Ci andavamo spesso insieme perché lui amava pescare e a me piaceva guardare lui mentre lo faceva, concedendomi di rubargli qualche bacio quando era distratto.

Non lo vedevo più lì da tempo...

Quel giorno ci andai perché avevo voglia di guardare il mare e lasciarmi cullare dalle tenere onde che lo muovevano. Non ne sapevo la ragione, forse per allontanarmi o distrarmi dal pensiero di voler tornare da Seokjin perché sì, era questo che il mio cuore desiderava.
Camminai, camminai e camminai, e finalmente riuscii ad arrivare al ponticello in cui, qualche mese prima, Jin si divertiva a pescare e io lo guardavo, innamorata persa.
Guardai il mare e al contempo respirai l'aria pulita della brezza marina che mi invase le narici.
Troppo distratta da quel momento così speciale, non mi accorsi che un ragazzo si era seduto accanto a me.
Quando ritornai alla realtà mi resi conto che quel ragazzo era proprio lui: Seokjin.
I suoi occhi erano puntati verso il mare, i miei su di lui; non riuscivo a muovermi, era come se la sua presenza mi tenesse bloccata, incatenata.
Improvvisamente, ma non inaspettatamente, milioni di pensieri cominciarono a balenarmi in testa: cosa ci faceva lui lì? Perché era venuto proprio quel giorno e perché si era seduto proprio vicino a me?

«Bello il mare, vero?»
Mi chiese, mentre continuava a fissare quell'infinito color cielo di cui entrambi non avevamo altro che ricordi.
Io annuii, incapace di poter parlare.
«Strano, non trovi? La nostra storia poteva essere infinita come questo mare, come questo cielo, come l'infinito stesso. Invece è stata distrutta da uno squalo, da un fulmine a ciel sereno, da me.»
Rimasi in silenzio aspettando che continuasse a parlare, ma non lo fece. Invece, mi guardò e mi accarezzò la guancia, poi mi sorrise.
«Cosa succede quando scavi sott'acqua, T/N?»
Inizialmente non capii, ma risposi comunque.
«L'acqua del mare in movimento permette alla sabbia di ripristinare il buco che hai formato con le mani.»
Mi prese per mano e mi portò a riva, poi con la mano fece un buco sott'acqua e mi guardò.
«lo sono un misero essere umano che crede di poter rovinare in questo modo il mare, ma tu sei l'acqua: sei infinita ed essenziale, sei più forte di me. Allora mi domando, T/N, puoi ripristinare il vuoto che io ho creato? Puoi permettermi di cambiare?»
Avendo compreso ciò che mi stava chiedendo, immersi la mia mano in acqua e poi la intrecciai alla sua.
«Posso farlo, Seokjin.»
Fu allora che mi baciò, per minuti che mi sembrarono interminabili: quel giorno mi parve il più bello della mia vita, ma non lo era realmente.
A giudicarsi quel titolo era quel giorno in cui Seokjin, in ginocchio, con le mani tremolanti e una scatolina tra le mani, mi chiese di sposarlo.

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