SOPHIE
Sua nonna era una stronza patentata.
Sophie storse la bocca, mentre tirava un'erbaccia e la lanciava nel piccolo mucchio ai suoi piedi, continuando il lavoro meticoloso di pulizia del giardino anteriore o, perlomeno, dell'aiuola da cui era partita.
Evangeline Hamon, forse spinta dalla pietà per la nipote che aveva ereditato quella proprietà, le aveva lasciato anche una discreta somma da parte, come le aveva fatto notare il notaio che era giunto da lei il giorno precedente con tutti i documenti in mano.
Una somma di denaro che Sophie aveva già pensato di usare, assieme a quello della vendita della fattoria, peccato che il notaio aveva accolto quella proposta con un sorrisetto e poi le aveva mostrato un altro foglio, con le volontà della nonna: Evangeline Hamon le aveva lasciato sì una somma in eredità, ma doveva usarla per la fattoria.
Se avesse venduto anche solo una striscia di terra, lei avrebbe perso tutto.
Quella...
Quella...
Sophie strinse le labbra, evitando che un epiteto peggiore di stronza uscisse dalla sua bocca e continuò a strappare l'erba, notando il piccolo pezzo di terra vicino alla porta d'ingresso finalmente libero e con un aspetto decisamente migliore.
Oltre quella notizia, però, ne aveva avuta un'altra decisamente migliore: tramite i suoi contatti, era riuscita a imbastire il progetto di un corso online di cucina e che, una volta, sistemato tutto sarebbe iniziato, fornendole un'entrata extra.
Il suo contatto le aveva anche suggerito di aprire un canale YouTube e un blog, dove cucinare e mostrare le sue ricette, buttandosi così nella nuova frontiera del cibo.
Sophie aveva carezzato quell'idea, rendendosi conto che le piaceva: magari un giorno avrebbe fatto ricette con i frutti della sua terra e, in fondo, quella era la parte che aveva sempre preferito del suo lavoro.
Cucinare e sperimentare.
Si era messa al lavoro, cominciando a progettare il blog, a pensare alla prima ricetta da mostrare e, grazie a qualche sua altra conoscenza, aveva anche ordinato l'attrezzatura adatta per cominciare a registrare, dando una piccola botta ai suoi risparmi.
Un investimento per il domani, si era detta quando aveva cliccato il tasto Acquista ora di Amazon.
Si tirò su, stirando la schiena e sentendo i muscoli dolerle, maledicendo la sua coach a Barcellona: non era tanto che aveva smesso di andarci, in fondo viveva a Fourcès da una settimana quasi, quindi tutto quello che le aveva sempre detto mentre la sfiniva sulle macchine era falso.
Quell'allenamento intensivo che le aveva fatto non le avrebbe permesso di scalare l'Everest, non riusciva a non essere dolorante dopo aver pulito una misera aiuola.
"Questo posto fa schifo" la voce maschile la fece voltare con un sussulto e Sophie si portò una mano al cuore, osservando il trio di vecchietti che aveva conosciuto a Fourcès entrare nel suo giardino.
Da quelle parti dovevano smettere di procurarle dei quasi infarti, prima o poi ci sarebbe rimasta secca.
si tolse i guanti, gettandoli sulle pietre che delimitavano l'aiuola e andando incontro ai tre anziani: "Pensare che un tempo era la fattoria più bella" decretò quello con il bastone, usandolo per indicare lo spiazzo davanti la casa.
"Buongiorno anche a voi" mormorò Sophie, inspirando profondamente e lasciando che i loro commenti le scivolassero addosso, mentre nella sua testa li mandava a quel paese.
"Devi sistemare il cancello" le disse l'anziano con la barba, dando una lieve strattonata all'interessato e quasi sbriciolando, mentre Sophie sorrise, pensando che più che sistemarlo doveva cambiarlo essendo diventato ruggine pura.
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Un posto speciale
ChickLitLicenziata e lasciata lo stesso giorno, Sophie pensa che al peggio non c'è mai fine, e questo è consolidato quando si ritrova in mano lo sfratto e una lettera di sua nonna, che le lascia come eredità la sua fattoria a Fourcès. Senza casa, lavoro e f...