SOPHIE
Tulipe le starnazzò nelle orecchie, facendola sobbalzare sul letto: Sophie si passò una mano sulla faccia, stringendo più volte gli occhi e guardando male l'animale che, contenta di averla svegliata, era balzata giù dal letto e stava sbattendo le ali con forza.
"Che succede?" domandò Sophie, alzandosi anche lei e andando ad aprire la porta, trovandosi faccia a faccia con Fabien.
La sera prima era rimasto a dormire da lei, anche se aveva nuovamente optato per la stanza degli ospiti, dopo che la solita macchina era passata davanti la fattoria: aveva preferito così per essere pronto a ogni evenienza, le aveva detto.
"Stai qui" le intimò prima di scendere al piano inferiore, Sophie non si preoccupò nemmeno di annuire, tornando in camera sua e sedendosi sul letto.
Poggiò i gomiti sulle cosce, prendendosi la testa fra le mani e nascondendosi al resto del mondo grazie alla cortina creata dai suoi capelli, socchiudendo gli occhi e sentendo i movimenti dal piano inferiore, le chiacchiere sommesse di Fabien verso l'unico altro essere nella casa, Tulipe.
Era stanca.
Logorata dentro.
Quando pensava di aver finalmente un po' di pace, ecco che succedeva qualcosa di nuovo, ecco che chiunque l'aveva presa di mira le faceva un altro danno: era Gilles Potain? Non lo sapeva, ma quella guerra di logoramento la stava sfiancando e ce lo vedeva a fare tutto quello per mettere le mani sulla terra di sua nonna.
Ormai nella sua testa era lui il colpevole, ma quello non faceva un passo falso e continuava.
L'avrebbe fatto fino al giorno in cui non avesse fatto un errore o lei avesse venduto.
Poteva sopportare così tanto? Ce l'avrebbe fatta?
In quel momento non si sentiva capace di portare a lungo quella guerra, non sapeva se sarebbe stata capace di vincere nonostante le splendide persone che l'avevano circondata: il trio dentiera, dopo aver saputo del nuovo incontro con Potain, faceva le ronde, pronti a dargli contro alla minima vista dell'uomo.
Sophie era sicura che lo facevano più per l'astio che provavano verso Gilles Potain, che per l'affetto verso di lei ma era comunque una cosa dolcissima, che l'aveva rincuorata.
Fabien passava ogni giorno e le stava vicino.
Però...
Però non sapeva quanto avrebbe resistito ancora.
Il suono di qualcuno che saliva le scale le fece alzare la testa e Sophie piegò le labbra in un sorriso, quando vide Fabien entrare nella stanza: "Hanno rotto un altro vetro" le dichiarò, inginocchiandosi davanti a lei e posandole le mani sulle cosce, lasciate nude dai pantaloncini che usava per dormire: "Ho controllato la rimessa ed era tutto a posto" continuò l'uomo, massaggiandola con dolcezza e posandole un bacio su un ginocchio.
Sophie annuì, senza dire una parola e rimase a fissare le dita di Fabien che la coccolavano e confortavano: "Torna a dormire, ne hai bisogno" le disse Fabien, alzandosi e scostandole le ciocche dal volto, in modo da darle un bacio sulla fronte.
Lo vide fare un passo indietro e lei allungò una mano, prendendogli il bordo della maglietta, prima ancora che si fosse accorta di essersi mossa: "Che c'è?" le chiese, sorridendole e carezzandole la guancia.
Sophie socchiuse gli occhi, aprendo appena le labbra e lasciando uscire un piccolo sospiro: "Puoi rimanere con me?" gli domandò e sentendo tutta la supplica nella sua voce.
Non voleva rimanere da sola in quel momento, era sicura che avrebbe preso decisioni che non sarebbero state giuste.
Anche se, in verità, era semplicemente la solitudine che non voleva affrontare in quel momento.
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Un posto speciale
ChickLitLicenziata e lasciata lo stesso giorno, Sophie pensa che al peggio non c'è mai fine, e questo è consolidato quando si ritrova in mano lo sfratto e una lettera di sua nonna, che le lascia come eredità la sua fattoria a Fourcès. Senza casa, lavoro e f...