SOPHIE
"Bene, signori. Siamo qui riuniti..."
"Per il tuo matrimonio con la tua maiala" decretò monsieur Garcia, incrociando le braccia al petto e alzando il mento peloso, mentre Sophie alzava gli occhi al cielo e poi spostava l'attenzione su Eloise che, al di là del bancone, alzò i pugni in segno di incoraggiamento.
Iniziava finalmente a distinguere i tre vecchietti e si appellava a loro per cognome: Garcia era il vecchio con la barba, Vincent quello con il bastone e Petit il patito di TikTok, nonché quello più martoriato dalle prese in giro per via del suo cognome.
Petit pénis, lo chiamavano gli altri due.
"Lo sappiamo perché siamo qui" commentò proprio quest'ultimo, sorseggiando il the che Sophie li aveva costretti a ordinare: da quando avevano formato quella piccola associazione, erano soliti incontrarsi nel locale di Eloise e bere the mentre decidevano il da farsi.
Sophie cercava di tenerli buoni, soprattutto quando Fabien Richard detective stazionato a Fourcès entrava e li squadrava, prima di ordinare l'ennesimo caffè della giornata.
"Potete non litigare? La vostra promessa è ancora valida" chiese ai tre, vedendo gli sguardi che le rifilarono non appena finì di parlare: insofferenza allo stato puro, accompagnata da bronci degni dei bambini delle elementari.
"Non siamo nel tuo campo, ragazza."
Sophie inspirò profondamente, appuntandosi mentalmente di segnarsi a un corso di yoga o di meditazione: ne aveva bisogno se voleva che la rabbia non prendesse il sopravvento con quei tre: "Sempre valida" decretò, fissandoli come se avessero appena distrutto i vetri di casa sua con il loro pallone da calcio.
Un unico sbuffo si levò dai tre, l'unica parte in cui andavano d'accordo era sul fatto che odiavano fare i bravi: "Allora, abbiamo pensato a questo piano" decretò Vincent, chinandosi sul tavolo con fare cospiratore e Sophie pregò che Fabien Richard eccetera eccetera non entrasse in quel momento: sarebbe stato un po' difficile far capire a quel mulo che non stavano progettando un giro di droga ma semplicemente le coltivazioni del suo campo.
"Non penso che tu sia pronta per un coltivazione come il grano, quindi andiamo con qualcosa di più leggero: lattuga, carota, fava e patate" Sophie annuì, guardando uno a uno i cospiratori di quello strambo gruppo: "Ogni campo avrà la sua coltivazione e abbiamo già sentito il grossista a cui ci rivolgiamo noi."
"Inoltre il prossimo mese arriverà anche l'incentivo dello Stato" commentò Petit, battendo la mano sul tavolo: "Ricorda, devi creare una fattoria ecosostenibile."
"Non ho la più pallida idea di come si fa" dichiarò Sophie con un sorriso, vedendo i tre vecchi annuire con la testa.
"Ci pensiamo noi, ragazza" Vincent si battè la mano sul petto, scambiandosi uno sguardo con gli altri due e annuendo a qualcosa che si erano detti in quel modo: uno strano gioco di occhiate che facevano molto spesso e con le quali sembravano dirsi di tutto.
Li aveva visti anche litigare dopo un'occhiata del genere e sembrava che in quel discorso silenzioso fosse venuta fuori anche la maiala - esponente femminile della razza suina - di Vincent.
"Bisognerebbe sentire anche per la protezione delle zone rurali" commentò Garcia, portandosi il pugno chiuso alle labbra e assumendo una posa degna di un pensatore filosofico, mentre scuoteva il capo e sospirava: "Sophie non ha fatto nessun cambiamento alla fattoria, se non togliere le erbacce."
"Vero, andrò a sentire dal rappresentante" aggiunse Petit, tirando fuori una sigaretta e vendo ripreso da un colpo di tosse di Eloise: "Secondo me possiamo farle ottenere qualcosa in più."
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Un posto speciale
ChickLitLicenziata e lasciata lo stesso giorno, Sophie pensa che al peggio non c'è mai fine, e questo è consolidato quando si ritrova in mano lo sfratto e una lettera di sua nonna, che le lascia come eredità la sua fattoria a Fourcès. Senza casa, lavoro e f...