FABIEN
Sbadigliò, mentre versava il caffé nella piccola tazza e rimase in ascolto dei rumori che provenivano dalla casa, poggiandosi poi al bancone della cucina e osservando l'altro occupante dell'abitazione fare la sua apparizione nella cucina: "Ah, sei ancora vivo" dichiarò sua nonna, fermandosi sulla soglia della porta e guardandolo.
Fabien sorrise, sorseggiando il suo caffè: in effetti era un po' di giorni che non dormiva lì e vedeva sua nonna di sfuggita.
Tranne la sera precedente, nell'ultima settimana aveva quasi sempre dormito da Sophie o, meglio, con Sophie.
"Buongiorno, nonna" la salutò, posando la tazza vuota nel lavello e sentendola sbuffare alle sue spalle.
"Buongiorno le mie palle" borbottò la donna, affiancandolo e preparandosi il proprio caffé: "Dormi fuori, ti presenti così. Dove pensi di essere?"
"A casa mia" decretò Fabien, intrecciando le braccia al petto e guardandola: "Ho dormito fuori solo qualche notte, e sai il perché."
"Non mi sembra che scopare faccia parte nel tuo lavoro."
Rafael sorrise a quell'affermazione: in verità con Sophie avevano fatto tutto tranne che quello. Datosi piacere a vicenda? Oh, quello sì. Assolutamente.
Sophie era incredibile con le sue mani, però non aveva ancora voluto passare alla fase successiva: fare sesso mentre poteva succedere qualcosa alla fattoria di lei non gli pareva molto professionale, anche se Sophie faceva di tutto per fargli cambiare idea.
"Non siamo ancora a quel livello" commentò alla fine, scuotendo il capo e vedendo quello di Adeline scattare verso l'alto.
Sua nonna lo fissò con gli occhi sgranati e la bocca aperta, portandosi poi una mano all'altezza del cuore: "Come? Ma te l'hanno insegnato come si fa?" gli domandò, allontanandosi da qualche passo e avvicinandosi al tavolo: "Posizione migliore quella da dietro: la prendi poi per i capelli e cominci..."
Fabien inspirò, osservando sua nonna mimare l'atto sessuale con i tavolo: aveva posato le mani sul bordo e muoveva i fianchi come se fosse stata l'uomo della situazione: "Ma tu sei sicura che papà non fosse adottato?" le chiese, vedendola scuotere il capo.
Era strano pensare a suo padre, serio e tutto d'un pezzo, cresciuto da una donna del genere.
"Sicurissima" bofonchiò sua nonna, storcendo appena la bocca: "Ha preso tutto da tuo nonno, serio come un palo nel culo, almeno fino a quando..." Adeline sorrise, ricominciando a muovere i fianchi: "Quanto si dava da fare il tuo nonnino, dio l'abbia in gloria."
"Penso che ci sia qualcosa di sbagliato nella tua frase" mormorò Fabien, avvicinandosi alla sedia e prendendo la giacca, infilandosela anche se le temperature cominciavano ad aumentare e il caldo si faceva già sentire.
"Lo pensi tu" commentò Adeline, incrociando le braccia e lasciando perdere le avances al tavolo: "Come va con la tua bella?"
"Una situazione di merda" bofonchiò Fabien, storcendo la bocca: c'era stato un altro danno alla fattoria, stavolta all'orto che Sophie stava coltivando con cura e amore sul retro.
Parte delle coltivazioni della donna erano state distrutte e questa volta non poteva, in nessun modo, essere addossata la responsabilità agli animali: prima di tutto non potevano accedere a quella parte del giardino e poi le impronte degli scarponi facevano bella mostra di loro fra le piantine di lattuga, brutalmente massacrate.
Si erano fatti audaci, fin troppo per i suoi gusti.
Sophie aveva chiesto aiuto al trio dentiera e loro le avevano fornito nuove piantine che lei aveva subito sistemato.
La sera precedente lo aveva anche mandato a casa, a riposare come gli aveva detto, sicura che non si sarebbe azzardati ad andare lì due sere di seguito: il fatto che lui non aveva ricevuto chiamate sembrava aver dato ragione alla donna, anche se finché non l'avesse sentita non sarebbe stato tranquillo.
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Un posto speciale
ChickLitLicenziata e lasciata lo stesso giorno, Sophie pensa che al peggio non c'è mai fine, e questo è consolidato quando si ritrova in mano lo sfratto e una lettera di sua nonna, che le lascia come eredità la sua fattoria a Fourcès. Senza casa, lavoro e f...