SOPHIE
Sophie bofonchiò qualcosa, aprendo lentamente le palpebre e osservando la sua stanza immersa nella penombra notturna: le era sembrato di sentire qualcosa e questo l'aveva trascinata via dal sonno.
Si puntellò sulle braccia, guardando la testata del letto con gli occhi semichiusi e rimanendo ferma un attimo: si era forse immaginata tutto? Era certa di aver udito qualcosa mentre dormiva, le sembrava di aver sentito...
Tulipe starnazzò.
Acuto e perforante, il verso dell'animale si levò nell'aria e Sophie balzò sul letto, guardandosi intorno e aspettando di veder sbucare l'oca dalle ombre della camera, ma questo non avvenne.
Sbuffò, infilandosi malamente le scarpe da ginnastica e scese al piano inferiore della casa, mentre un nuovo starnazzo si levò dall'esterno: quella bestia malefica! Non le bastava tormentarla durante il giorno, no.
A quanto pareva doveva disturbarla anche durante la notte.L'avrebbe fatta fuori e con il suo cadavere avrebbe preparato un pasto delizioso!
Aprì la porta, rimanendo ferma sulla soglia e incapace di processare ciò che stava vedendo: c'era qualcuno nel suo giardino, qualcuno di estraneo.
Vide l'ombra attraversare di corsa il cortile, schizzando i sassolini che lei e Fabien avevano seminato e raggiungendo il cancello, lasciato leggermente socchiuso.
C?era stato qualcuno nella sua casa...
Non riusciva a reagire, rimaneva ferma sulla soglia di casa sua mentre il rumore di un'auto che veniva messa in moto le arrivò alle orecchie, insieme ai versi strozzati di Tulipe.
Doveva muoversi, doveva fare qualcosa...
Strinse la mano, accorgendosi di avere il cellulare fra le dita: non si era nemmeno resa conto di averlo preso, mentre saltava fuori dal letto, pronta a far fuori l'oca. Lo azionò, aprendo velocemente il registro delle chiamate e selezionando il primo numero della lista.
Se lo portò all'orecchio, mentre faceva un passo fuori e si dirigeva verso la rimessa degli animali, lasciata aperta da chiunque fosse entrato.
Doveva farlo.
Sentiva il cuore martellarle nel petto e ogni rumore, anche il suono dei suoi passi, la faceva trasalire ma doveva controllare "Pronto?" la voce di Fabien le arrivò alle orecchie, proprio mentre lei entrava nella rimessa e osservava Tulipe, a terra e con le piume candide imbrattate di sangue.
Si chinò su di lei, carezzandole il lungo collo e cercando qualcosa.
Perché era sporca di sangue? Era ferita? La vide trasalire quando le toccò un'ala: "Sophie? Che succede?" le chiese Fabien al telefono, mentre qualcun altro parlava in sottofondo.
Già, l'aveva chiamato.
Si portò il telefono al volto, carezzando Tulipe e sorridendole, mentre cercava nella sua testa cosa fare: doveva portarla da un veterinario? Doveva...
Fabien la richiamò nuovamente: "C'era qualcuno" mormorò al cellulare, mentre sentiva il suo cervello incapace di processare tutto quello che stava succedendo: lo sconosciuto, Tulipe...
Respirò a fondo, socchiudendo gli occhi e cercando di mettere in ordine tutto, ma senza riuscirci.
"Cosa?"
"C'era qualcuno e ha ferito Tulipe..."
"Arrivo" la bloccò Fabien, buttando giù la chiamata: perché non le aveva detto cosa fare? Doveva fare qualcosa, vero?
STAI LEGGENDO
Un posto speciale
ChickLitLicenziata e lasciata lo stesso giorno, Sophie pensa che al peggio non c'è mai fine, e questo è consolidato quando si ritrova in mano lo sfratto e una lettera di sua nonna, che le lascia come eredità la sua fattoria a Fourcès. Senza casa, lavoro e f...