capitolo diciotto

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FABIEN


Non c'era.

Fabien sospirò, osservando le macchine parcheggiate nel piazzale di cemento ma senza trovare quella che cercava.

Lesse le targhe di quelle più vicine, ma non riconoscendo i numeri che ormai aveva ben stampati nella mente.

Magari era stata messa da un altra parte?

Si guardò attorno, osservando le auto e poi la figura che uscì dall'edificio dalla forma rettangolare: Gilles Potain doveva essersi accorto subito della sua presenza, ma l'aveva lasciato fare per un po', sicuramente tenendolo d'occhio.

"Agente Richard" Fabien osservò l'uomo che avanzava verso di lui con le labbra piegate in un sorriso e una sigaretta che pendeva fra queste.

"Monsieur Potain" lo salutò, mettendosi le mani sui fianchi e tenendo ben in vista il distintivo che teneva appeso alla cintura.

Gilles Potain sembrò fissare il pezzo di metallo per un attimo, prima di allargare le braccia e sorridere maggiormente: "Posso aiutarla? Mi sembra un po' lontano dal suo solito giro" dichiarò, togliendosi la sigaretta dalla bocca e soffiando fuori il fumo.

"Questo è posto è sempre una mia responsabilità, almeno secondo quanto dicono ad Auch."

Fabien sorrise, vedendo il sorriso dell'uomo perdersi un po' e si guardò attorno, guardando le auto che erano state parcheggiate in modo casuale nel piazzale: non sembrava ci fosse quella che stava cercando, almeno di quelle che aveva visto prima che Gilles lo interrompesse.

"Non mi sembra di averla chiamata, agente" dichiarò Gilles, portandosi di nuovo la sigaretta alla bocca e imitando la sua posa: "Non ha tre vecchi a cui fare da babysitter?"

"Ho sentito che è andato alla Fattoria Hamon" mormorò Fabien, inclinando appena la testa e impedendosi di storcere la bocca: sperava che un accenno alla fattoria di Sophie procurasse un qualcosa nell'uomo davanti a lui, ma niente.

"Sì, come tante altre persone di Fourcès" commentò Gilles, soffiando nuovamente fuori il fumo: "Ho fatto una proposta per comprare il terreno della signorina, ma mi ha detto di no" si fermò, storcendo il viso in una smorfia: "Pessima scelta."

"Fra i suoi dipendenti c'è qualcuno che usa una vecchia Volvo bianca?"

"Non guardo le auto dei miei dipendenti" Gilles ridacchiò, gettando la sigaretta mezza consumata a terra e pestandola con forza:"Vuole accusarmi di qualcosa, agente?"

Fabien rimase in silenzio, con un sorriso tranquillo sulle labbra: non poteva dire, non aveva nessuna accusa concreta in mano, tranne solo il numero di una targa di un'auto che non era lì e la brutta fama dell'uomo davanti a lui.

No, non aveva niente, però...

Però c'era qualcosa, una sensazione che aveva sentito quando Sophie aveva nominato quell'uomo, che l'aveva portato lì: se Potain riusciva a far vendere a Sophie, poteva poi facilmente mettere le mani anche sul tutto il resto, alla dipartita dei proprietari.

I figli, nipoti o chiunque avrebbe ereditato, potevano tranquillamente vendere a lui un giorno.

Era un piano a lungo termine, ma che poteva tranquillamente essere nella mente di Potain: doveva solo trovare le prove, solo quelle.

"Posso chiederle di lasciare la mia proprietà?"

Fabien annuì e ritornò sui suoi passi, arrivando alla sua macchina e salendoci sopra.

Fissò Gilles Potain e mise in moto, facendo manovra e osservando il fabbricato in cemento, un vero e proprio pugno nell'occhio rispetto al verde che lo circondava, l'unica traccia di quell'uomo in quella zona.

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