FABIEN
"Scoperto niente?" gli domandò sua nonna, non appena entrò nella cucina: Fabien osservò la donna, sbadigliando e sorridendole appena.
Non aveva idea di cosa avrebbe dovuto scoprire mentre dormiva.
Aveva tenuto compagnia a Sophie per quasi tutta la notte via telefono, finché lei non era scivolata nel sonno: erano passati due giorni dall'irruzione alla Fattoria Hamon e sembrava che la donna si stesse tranquillizzando.
Per quanto poteva farlo qualcuno che si era visto uno sconosciuto nella proprietà.
"No" sospirò, avvicinandosi al piano cottura e recuperando un po' di caffè dalla moka: un pezzo di antiquariato che sua nonna continuava a usare, nonostante lui avesse comprato una macchina per caffè espresso.
Doveva ammettere, però, che il caffè della moka era più buono, forse dato anche dal fatto che sua nonna riversava un'intera confezione all'interno del filtro.
Per farlo forte come gli italiani, diceva sempre.
"Ma lo fai il tuo lavoro o ti gratti le..."
"Nonna, lo sto facendo" la interruppe, buttando giù il caffè leggermente tiepido e dal sapore bruciato, incrociando lo sguardo della nonna e lasciando andare un sospiro: "Purtroppo non c'è niente su cui posso indagare. Ok?"
"Soldi buttati via, questo sei" borbottò sua nonna, facendogli alzare gli occhi al cielo: fortunatamente la conosceva fin troppo bene per prendersela.
"Grazie, nonna" le disse, avvicinandosi a lei e stringendola a sé.
"Lo so, non è colpa tua" bofonchiò Adeline, abbracciandolo a sua volta: "Mi rompe questa situazione."
Poteva fare la dura quanto gli pareva, ma sapeva che Adeline Richard era una donna che si preoccupava per tutti, in special modo per la nipote della sua cara amica: dietro i sigari e il linguaggio scurrile, c'era una signora attempata dal cuore d'oro.
"Anche a me" mormorò Fabien, massaggiandole la schiena e posandole poi le mani sulle spalle: "Vado e tu fai la brava."
"Cosa vuoi che faccia?"
"Qualsiasi cosa hai in mente, non farla" Fabien baciò la guancia della nonna, sorridendole: "Mi raccomando."
"Sì, sì" sospirò la nonna mentre lui la guardò per un po', scuotendo la testa e uscendo di casa.
S'infilò nella sua auto e si diresse subito verso Fattoria Hamon.
Parcheggiò fuori dal cancello e scese di macchina, sorridendo alla vista della donna nel cortile: Sophie stava sistemando alcune piantine in una delle aiuole vicino alla porta d'ingresso con Tulipe che ne seguiva passo passo ogni movimento, il lungo collo bianco rivolto verso le mani della donna quasi come se stesse apprendendo come fare.
Si mosse e vide l'oca tirare su il collo e girarsi nella sua direzione, allontanandosi da Sophie e avviandosi verso di lui con un'andatura goffa mentre strideva come un'indemoniata.
Sophie si voltò e gli sorrise, salutandolo con un gesto della mano mentre lui entrava dentro il cortile: "Siete diventate amiche?" domandò, osservando l'oca aprire le ali e mostrare la fasciatura su una di esse: era davanti Sophie, il collo allungato nella sua direzione come se fosse pronta ad attaccarlo se solo avesse osato fare un passo in più.
"A quanto pare, accudirla ci ha avvicinato" dichiarò Sophie, avvicinandosi a Tulipe e carezzandole il capo: Fabien osservò l'oca, quella che qualche tempo prima aveva girato con un reggiseno della donna in testa, strusciarsi contro le gambe della sua ex-vittima come se fosse stata un gatto.
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Un posto speciale
ChickLitLicenziata e lasciata lo stesso giorno, Sophie pensa che al peggio non c'è mai fine, e questo è consolidato quando si ritrova in mano lo sfratto e una lettera di sua nonna, che le lascia come eredità la sua fattoria a Fourcès. Senza casa, lavoro e f...