SOPHIE
"Molla quella spugna!" Sophie puntò il dito contro l'uomo, tenendo lo sguardo nel suo e aggrottando le sopracciglia quando lo vide prendere il flacone del sapone per i piatti: scosse il capo, storcendo la bocca e allungando una mano cercando di recuperare la spugna pregna di sapone.
"Non ci penso nemmeno" sbottò Fabien, alzando il braccio e posando la mano sulla spalla di Sophie, in modo da tenerla lontana da ciò che lei bramava: "Sono stato educato bene, sai?"
"Non l'avrei mai detto" sbottò Sophie, soffiando via una ciocca di capelli e guardandolo con quello che sperava essere uno sguardo di ammonimento: sinceramente, nei primi periodi della loro conoscenza non l'avrebbe mai detto che era stato educato bene.
Si mosse, allungando nuovamente il braccio e provando a recuperare la spugna: l'aveva invitato a pranzo, certo, ma sarebbe morta piuttosto che far lavare i piatti al suo ospite.
Fabien allontanò di nuovo il rettangolo giallo e verde, tenendo il braccio in alto e lei si spalmò addosso a lui, saltellando per provare a recuperare ciò che era suo: dannazione a lui e alla sua altezza!
Era alta anche lei, ma quel bastardo la superava di quei centimetri sufficienti a tenere lontana la spugna.
"Dovremo fare questo discorso ancora per parecchio?" le domandò, passandole un braccio attorno alla vita e trattenendola a terra così.
"Finché non mi verrà a noia" sbottò Sophie, tenendo lo sguardo sulla spugna e poi spostandolo sul volto di Fabien: "Molla quella spugna, detective" sibilò ogni parola ed era certa che Tulipe le avrebbe fatto un applauso con le ali per come aveva sfruttato il modo di soffiare che stava imparando da lei.
Stava passando fin troppo tempo con quegli animali, tanto che ne stava assumendo i tratti.
"Prendila" dichiarò Fabien e Sophie poté odorare la sfida nelle sue parole: lo fissò male, saltando e provando a recuperare la spugna, trovandosi letteralmente spalmata su di lui.
Lo guardò in volto, facendo poi scivolare lo sguardo sulle labbra leggermente socchiuse di Fabien: voleva baciarlo, voleva sentire quanto erano morbide.
Si passò la lingua sulle sue, sentendo la presa della mano di Fabien sui suoi fianchi e leggendo lo stesso bisogno nello sguardo di lui...
Sì, solo un bacio.
Si avvicinò, posandogli le mani sulle spalle e sentendo la presa di Fabien ferma e ben salda attorno alla sua vita: poco, mancava veramente poco...
Tulipe starnazzò.
L'oca perforò l'aria con il suo verso stridulo, comparendo nel vano della porta della cucina e sbattendo le ali, prima di tornare nell'altra stanza e continuare il suo stonatissimo canto, interrompendo così il momento.
Sophie storse la bocca, decidendo di tornare alle minacce verso l'animale: la tregua era finita, sotterrata nel cortile posteriore della fattoria.
"Posso sapere cosa ti ho fatto?" sbottò Fabien, osservando l'oca che entrava e usciva dalla cucina, starnazzando indemoniata.
Sophie sorrise, posando le mani sul petto dell'uomo e allontanandolo da sé, sistemandosi poi una ciocca dietro l'orecchio e guardando il pavimento, quasi come se gli spazi fra le mattonelle potessero farle scoprire ogni segreto dell'universo.
Se Tulipe non avesse cominciato a fare rumore, l'avrebbe baciato? Oh sì, senza dubbio.
Anche Fabien sembrava molto propenso a fare quello.
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Un posto speciale
ChickLitLicenziata e lasciata lo stesso giorno, Sophie pensa che al peggio non c'è mai fine, e questo è consolidato quando si ritrova in mano lo sfratto e una lettera di sua nonna, che le lascia come eredità la sua fattoria a Fourcès. Senza casa, lavoro e f...