CAPITOLO N°2

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Eddie.-

Le ore passarono velocemente e nonostante lo fossero, eravamo riusciti a fare tutto quel giorno. Abbiamo visto molti animali, abbiamo mangiato in un McDonald's come voleva Chris, siamo andati a trovare tía Pepa dato che non la vedeva molto spesso da quando Carla iniziò a prendersi cura di lui quando non c'ero. Siamo andati anche al cinema a vedere dei film, quello che li ha scelti è stato ovviamente Christopher, non c'erano film più interessanti, solo Marvel e horror ma non farei vedere un film horror a mio figlio alla sua età, aveva ancora gli incubi sullo tsunami e chissà cosa vide quando si separò da Buck. 

Non lo biasimavo, aveva fatto di tutto per proteggere mio figlio, gli sarò sempre grato per essersi preso cura di lui e lo lascierei da lui sempre anche se lui pensava che non fosse una buona idea. Si è sempre incolpato per la perdita di Chris, mi ha assicurato che pensava a lui in ogni momento e lo ha cercato ovunque fino al suo arrivo in ospedale, dove Chris era arrivato tra le braccia di una signora, la gioia e l'anima sono tornate a Buck in quel momento, era così preoccupato che non si era reso conto di essere ferito e di aver bisogno di cure.

Quella notte sono rimasto con lui in ospedale finché non si è svegliato e potevamo tornare a casa. Mi dicevano di andarmene ma non avevo intenzione di lasciare l'eroe di mio figlio in un letto d'ospedale, ho aspettato lì qualche ora finché non si è svegliato.

- Eddie? - Il biondo cominciò a svegliarsi e io feci lo stesso dato che stavo riposando ai piedi del letto molto stanco.

- Buck? Ehi, finalmente ti svegli. - Mi sono alzato quando ho sentito la sua voce e l'ho visto già sveglio.

- Cosa ci faccio qui? Dov'è Christopher? - Ha iniziato a preoccuparsi, sembrava non ricordare molto dopo essere svenuto.

- Sta bene, calmati. L'hai salvato. - Dissi con un sorriso per vedere come si alzava dal letto e cercava le sue cose.

- L'ho perso, Eddie. Avrebbe potuto... - Non gli ho lasciato finire la frase quando gli ho messo la mano destra in bocca.

- Non pensare a cosa sarebbe potuto succedere adesso, pensa a cosa è successo. Sta bene, è con Carla, quando ha saputo che eri svenuto si è preoccupato, non poteva restare molto quindi Carla lo portò a casa sua. - Dopo aver detto tutto questo gli ho tolto la mano dalla bocca.

- Mi dispiace.. - Sembrava stessi per piangere ma mi sono precipitato ad abbracciarlo.

- Non hai niente di cui scusarti. Grazie per esserti preso cura di mio figlio.

Lui corrispose l'abbraccio nello stesso modo in cui glielo stavo dando, dolcemente mentre gli passavo le mani sulla parte superiore della schiena per rassicurarlo. Siamo rimasti lì qualche secondo finché una delle infermiere è venuta a dirci che potevamo andarcene.

- Dai, ti porto al tuo appartamento.

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Le ore passarono molto velocemente e all'improvviso erano già le undici di sera, Christopher dormiva sul sedile posteriore dell'auto di Buck, ci stava accompagnando a casa. Per gran parte del percorso c'era un silenzio confortevole, parlavamo sempre e non so perché non fosse questa l'occasione, forse era dovuto al fatto che Christopher dorme. Dopo un paio di minuti ho deciso di parlare e rompere il silenzio.

- Ehi, ti sei divertito? - Chiesi vedendo la strada e poi girarmi e guardare lui.

- Ma certo, adoro passare il tempo con Christopher... E con te, ovviamente. - Ha detto l'ultima cosa, distogliendo lo sguardo dalla strada per vedermi con un sorriso, che è stato contagioso visto che io gli ho sorriso allo stesso modo.

𝗧𝗵𝗶𝘀 𝗙𝗜𝗥𝗘 | 𝗕𝘂𝗱𝗱𝗶𝗲 | 𝟵-𝟭-𝟭 (𝗜𝗧)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora