CAPITOLO N°7

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Eddie.-

       
Non smettevo di girare in tondo fuori dalla stanza dove si trovava Buck, ero ancora molto nervoso, e mi sentevo colpevole. Quei disgraziati erano tornati mentre io andavo a prendere un caffè, gli avevano dato della morfina, per fortuna sono arrivato e sono riuscito a fermarli, ma non abbastanza perché in questo momento Buck sta lottando per la sua vita. Quella quantità di morfina era sufficiente a fermargli il cuore e stavano facendo tutto il possibile per salvarlo. Erano lì dentro da minuti, ma sembravano ore.

— Eddie, calmati. — Ho sentito la voce di Bobby dietro di me mentre continuavo a camminare in tondo.

— Ma Bobby.. È colpa mia, l'ho lasciato solo e sono entrati quei matti. — Mi sono voltato a guardarlo con una rabbia enorme, volevo colpire quegli uomini.

— No. Non è colpa tua e lo sai. Sei arrivato in tempo e li hai fermati prima che gli dessero tutta quella dose, anche loro li hanno fermati grazie a te. Tu sei il suo eroe, Eddie. — Il capitano mi prese per le spalle facendomi fermare davanti a lui e guardarlo negli occhi. - Si sveglierà, vedrai.

— Speriamo.. Hai visto Maddie? Mi ha detto che sarebbe stata qui. — Gli ho chiesto perché mi sembrava strano che Maddie non arrivasse in tempo.

— Eccomi qui! — La suddetta è arrivata con la piccola figlia in braccio, correndo un po' fino a noi. — Mi dispiace, la signora Lee non poteva stare con Jee e ho dovuto portarla. Puoi tenerla un secondo? Ho bisogno di un po' d'aria.

— Certo. Vieni qui tesoro. — Ho preso Jee-Yun tra le braccia e ho iniziato a giocare con lei e a farla ridere, i bambini mi hanno sempre reso felice.

— Perché non porti Christopher? Forse ti sentirai meglio. — Disse Bobby quando mi vide meglio con Jee-Yun.

— Non voglio che stia male.. — Mi girai per guardare Bobby negli occhi.

— Christopher è un bambino molto intelligente, saprà come affrontare questa situazione, va dire a Carla di portarlo. — Mi ha fatto sorridere sapere che il mio capitano pensa questo di mio figlio.

— Ha ragione, dammi Jee e vai a fare la chiamata. — Ha detto Maddie, aprendo le braccia per abbracciare sua figlia, gliel'ho data e ho preso il telefono per scrivere il numero di Carla.

Dopo pochi secondi lei rispose.

Ciao, Eddie? Dimmi. — Carla ha parlato dall'altra parte del filo.

— Carla. Pensi di poter portare Christopher in ospedale? Penso di aver davvero bisogno di mio figlio adesso, e anche perché non lo vedo da alcuni giorni.

Certo che sì tesoro, saremo lì tra meno di quindici minuti.

— Grazie, vi aspetto qui. — Dissi prima di riattaccare la chiamata e di infilare il telefono in una tasca. — Stanno arrivando. — L'ho detto con un sorriso.

— Felice di sentirlo. - Disse Maddie, poi sentii di nuovo la sua voce. — Guardate, il dottore.

— Parenti di Evan Buckley? — Chiede il medico avvicinandosi a noi, non aveva l'aria preoccupata o altro, sembrava tranquillo quindi mi aspetto buone notizie.

— Sì, siamo noi. – Maddie si è avvicinata al dottore con la figlia in braccio. Praticamente non sono uno dei parenti, solo un amico di Buck, ma Maddie mi ha detto che aveva organizzato la cosa in modo che potessi passare a trovarlo dopo la prima volta che l'ho portato qui. — Ci dica, Evan sta bene?

— Sta bene, fortunatamente siamo riusciti a rianimarlo. Ma ha ancora la morfina in corpo, dormirà ancora per un po', quanto? Non lo sappiamo, ma è stabile, toccherà a lui svegliarsi. Potete entrare e vederlo. — Disse, scostandosi dalla porta per lasciarci entrare.

𝗧𝗵𝗶𝘀 𝗙𝗜𝗥𝗘 | 𝗕𝘂𝗱𝗱𝗶𝗲 | 𝟵-𝟭-𝟭 (𝗜𝗧)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora