CAPITOLO N°9

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Eddie.-
  
   
        
Quella notte rimasi in ospedale fino al giorno dopo, quando Maddie venne a sostituirmi e io tornai a casa, ma la verità è che non volevo andarmene dopo quello che era successo a Buck.

Bobby è ancora qui con me, ha detto che voleva parlare, quindi eccoci qui. Credo di sapere di cosa vuole parlare, sinceramente non voglio lasciare Buck, ma sono quasi due settimane che non vado al lavoro, forse me lo dirà. Eccolo che arriva, mi offre un caffè e io lo prendo per metterlo da parte mentre guardo Buck.

— Allora, di cosa vuoi parlare? — Chiesi senza staccare gli occhi dal biondo che era nel letto.

— Sai di cosa voglio parlare. — Il suo tono era piuttosto serio, sospirai e mi voltai a guardarlo. — Non puoi continuare qui. Stamattina mi ha chiamato il capo dei vigili del fuoco, ti rivuole al lavoro. Non posso continuare a darti giorni liberi, capisco che sei preoccupato per questa situazione con Buck. Ma non se ne andrà di qui e tu lo sai.

— Capisco. — Ho tirato un sospiro stanco, sono costretto a tornare al lavoro. — Va bene, mi vuole alle 8 domani mattina?

— Sì, farai un turno di 24 ore. Ma se succede qualcosa a Buck puoi venire. — Disse e notai come la sua voce è passata da essere seria a una molto gentile e calmata.

— Grazie, capitano.

Il resto della notte è passato velocemente, all'improvviso sono state le 05:42 a.m., sono stato svegliato dalla sveglia, quella che avevo sull'orologio, non volevo fare rumore con quella del telefono. Presi le mie cose prima di partire, ma non prima di salutare il mio amico, prendendogli la mano e arruffandogli un po' i capelli, quei capelli biondi che brillavano anche se nella stanza non c'era molta luce. Onestamente non so cosa farei senza Buck, o cosa avrei fatto senza di lui. Senza dubbio è stato un pezzo importante nelle nostre vite, senza di lui forse Christopher non sarebbe più con me, senza di lui forse sarebbe morto, senza di lui la mia vita forse non avrebbe fatto una svolta a 360°, senza di lui non so dove sarei, senza di lui forse non mi sentirei come mi sento adesso. Gli devo molto.

Dopo qualche minuto di macchina sono arrivato a casa, entrai lentamente e in silenzio per non fare rumore e non far svegliare Chris. Il mio turno inizia alle 8 quindi ho puntato la sveglia un'ora prima, così potrò dormire anche ancora un'ora. Non ho dormito molto bene in questi giorni. Quando stavo per fare un pisolino ho visto i vestiti di Buck sul comodino che era dalla sua parte quando abbiamo dormito insieme, una settimana fa li ho lavati e li ho lasciati lì. Mi ci è voluto un po' di tempo per rimuovere tutto il sangue e pulirlo, solo i pantaloni, la maglietta non sembrava molto bella, per così dire. Era tutta rotta.

Vedere i suoi vestiti lì mi ha fatto ricordare, Maddie è già arrivata? Sarà ok? E se qualcun altro arriva e prova qualcosa? Cazzo, Evan... Devi svegliarti, fallo per te stesso, per Chris... Per me...

           

Buck.-

                    

Stavo ancora discutendo da mezz'ora con l'Eddie immaginario, non capivo cosa stesse succedendo. Come posso essere lì e qui allo stesso tempo? Ho così tante domande in testa che non capisco niente. Più informazioni ricevevo e meno capivo, credo sia normale in me, sinceramente. Ma continuo a non credere che tutto quello che ho vissuto qui sia stato un sogno grazie al coma, almeno la cosa della sparatoria era vera...

— Allora... — Sospirai — Tutto quello che ho vissuto era un sogno? – L'immaginario Eddie annuì – In coma? —Lo ha fatto di nuovo, ho solo sospirato.

— Ciò che hai vissuto qui è stato tutto un prodotto della tua immaginazione, lo sono anch'io. Una vita che hai sempre desiderato. Con il tuo migliore amico, con suo figlio. — Si voltò a guardarmi con un'espressione seria.

𝗧𝗵𝗶𝘀 𝗙𝗜𝗥𝗘 | 𝗕𝘂𝗱𝗱𝗶𝗲 | 𝟵-𝟭-𝟭 (𝗜𝗧)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora