CAPITOLO N°15

167 12 0
                                    

Eddie.-
   
   
   
— Vi presento Buck. — Dissi con un sorriso nervoso e lui alzò la mano destra per salutare. — Buck, loro sono i miei genitori e le mie sorelle,  Adriana e Sophia.

— È un piacere per me. — Disse con un grande sorriso sul volto mentre abbassava la mano. — E il mio nome non è Buck. Mi chiamo Evan, Evan Buckley. Da quello il mio soprannome; Buck.

Tutto era silenzio quando Buck si presentò. I miei genitori erano silenziosi, con un'espressione seria sui loro volti, come quando una volta ho rotto uno dei vasi preferiti di mia madre, quegli sguardi che odiavo vedere fin da quando ero piccolo.

— È un piacere vederti, Buck. — Disse mia zia con un sorriso da un orecchio all'altro mentre si alzava dalla sedia e si avvicinava a Buck e lo salutava con un bacio sulla guancia.

— Altrettanto, signora Pepa. — Quando l'ho sentito chiamarla, mi ho dato uno schiaffo in faccia con la mano destra.

— Sai che puoi chiamarmi tía Pepa o semplicemente Pepa. Come preferisci, baby. — Mia zia era così buona con lui che comincio persino a credere che lo ami più di quanto ami me.

Buck si schiarì la gola e le sorrise di nuovo. — Va bene, tía Pepa.

Dopodiché ci fu un piccolo silenzio nella sala da pranzo, nessuno parlò. Mia zia è stata colei che ha rotto quel silenzio.

— Dimmi, ti sono piaciuti i dolci che ti ho mandato con Eddie l'altro giorno? — Chiese.

— Che se mi sono piaciuti? — Buck si mise a ridere. — Li ho amati! Soprattutto quella torta, come si chiamava? 

Pastel de Tres Leches! — Aggiunse Christopher dalla sedia, alzandosi per avvicinarsi a Buck.

— Propio quella! — Buck si accovacciò leggermente sulla fronte di Chris, dove gli diede un bacio. — Come stai, campione?

— Molto bene, Buck.

I miei genitori non dissero una parola, sembrava che il gatto avesse mangiato la loro lingua. Pensando questo, mi voltai a guardare il gatto che camminava lungo le gambe di tía Pepa e mi guardò male. Poi mi voltai a guardare i miei genitori, che continuavano a guardarmi con un'espressione seria e la bocca chiusa.

— Non direte niente? — Chiese Adriana. — Non è la prima volta che Eddie porta a casa uno dei suoi partner senza preavviso. — Si alzò dal suo posto per avvicinarsi a Buck e salutarlo con un bacio sulla guancia. — Piacere mio, Buck. Sono Adriana, felice di conoscerti finalmente.

— Adriana, lui non e... — Non riuscii a finire, come al solito.

Il rumore della sedia che strideva mentre veniva trascinata sul pavimento mi interruppe, Sophia la seguì rapidamente e fece lo stesso, baciando l'altra guancia e tendendole la mano. — Sophia. Perdona i nostri genitori, sono persone di poche parole. Da quanto tempo sei con il nostro Eddie?

— Lui non... — Sentivo di nuovo le guance bruciare, scommetto di essere più rossa di un pomodoro. Mi schiarì la gola ed emisi un sospiro. — Non siamo una coppia, siamo amici.

Adriana mi guardò sorpresa, poi si voltò a guardare Buck. — Beh, dalla forma un cui vi guardavate là fuori, potrei giurare che eravate anche sposati. — Si lasciò sfuggire una leggera risata, Sophia lo stesso.

— Haha, molto divertente. — Alzai gli occhi al cielo e mi voltai di nuovo per vedere i miei genitori che sembravano più calmi di prima, non avendo più quell'espressione di serietà e di possibile delusione sui loro volti.

— Piacere mio, Evan. — Mio padre si alzò per avvicinarsi a Buck e porgergli la mano. — Il mio nome è Ramon.

— Bello a vedersi, signor Diaz. — Avvicinò la mano a quella di mio padre per stringerla.

𝗧𝗵𝗶𝘀 𝗙𝗜𝗥𝗘 | 𝗕𝘂𝗱𝗱𝗶𝗲 | 𝟵-𝟭-𝟭 (𝗜𝗧)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora