Capitolo 10

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C'è qualcosa di magico nell'arte di conversare con lei, un'armonia che sembra fluire senza sforzo. La mia mente, quasi come un'ancora, è costantemente attratta verso quegli occhi, occhi che sembrano contenere misteri e avventure ancora da svelare.

È più di una semplice ribellione, più di una sfida accettata. È lei, la prima ragazza che ha sfidato apertamente il mio modo di pensare, che ha affrontato la complessità della mia mente con sicurezza e grazia. Ogni conversazione è come un gioco affascinante, un duello di menti che si intrecciano in un balletto avvincente.

E poi c'è il fuoco. Quel fuoco ardente che brucia nel profondo di lei, un'energia contagiosa che si diffonde nell'aria quando è vicina. È come se ogni sua parola e gesto fossero alimentati da questa fiamma interiore, una passione che mi avvolge e mi cattura in un abbraccio invisibile.

Lei è un magnete, una forza che non posso ignorare. Quando sono con lei, mi sento vivo in modi che non avrei mai immaginato. È come se fossi stato trascinato in un vortice di emozioni e sensazioni, una danza affascinante che mi fa desiderare di rimanere in quel momento per sempre.

La partita di oggi è stata una sfida ardua, un vero e proprio campo di battaglia sportivo che ci ha impegnati fino all'ultimo istante. Il terreno di gioco è stato teatro di scambi intensi, dove la tensione nell'aria era palpabile.

I nostri sforzi incessanti hanno finalmente dato i loro frutti: siamo riusciti a portare a casa la vittoria, un trionfo che riflette il nostro impegno e la nostra dedizione. I sorrisi esausti sulle nostre facce testimoniano l'energia e la passione che abbiamo investito in ogni momento di gioco.

Dopo questa giornata infinita, ogni muscolo del nostro corpo sembra gridare per un po' di riposo. La prospettiva di una serata libera si erge come un miraggio nel deserto, invitante ma ancora lontana.

Siamo in camera e mi sto quasi per abbandonare sul letto, quando Mattia irrompe dicendo «Non ci pensare nemmeno, mettiti il costume e prendi l'asciugamano. Andiamo nel centro benessere».

Devo ammettere che l'idea non è niente male e dopo dieci minuti siamo già all'ingresso.

«Allora non mi racconti nulla?» chiede Mattia. Senza guardalo rispondo «Cosa dovrei raccontarti?».

«Ad esempio cosa è successo tra te e Adele quel giorno negli spogliatoi, oppure come mai eri nervoso nel vederla con un altro alla festa?!» si ferma un attimo e aggiunge «oppure che ne dici di dirmi cosa è successo a casa sua?».

Inizio a ridere «non è successo nulla».

Il mio amico sbuffa, sa benissimo che non riuscirà a tirare fuori nulla almeno che non sia io a volerlo. Mi volto verso la vasca idromassaggio e i miei occhi si schiantano nei suoi.

Adele è totalmente immersa nell'acqua, e dalla sua espressione capisco quanto sia sorpresa di vederci.

«Ciao ragazze» dice Mattia con entusiasmo.

Il suo "Ciao" invece arriva come distaccato e più come di convenevole.

La tensione è nell'aria, e forse proprio per questo Nora irrompe dicendo «Allora ragazzi, sabato è il mio compleanno. Ho pensato di organizzare una serata al nuovo locale che hanno aperto in centro. E mi aspetto, che siate tutti presenti. Mattia, Tommaso, vi incarico di comunicarlo anche agli altri ragazzi».

Annuisco in segno di consenso, perché contraddire Nora è pericoloso.

Con un movimento lento, mi immergo nell'acqua calda della vasca, che sembra estendersi in un universo a parte mentre lei si allontana verso il bordo opposto. In quel momento, fuori dall'acqua, si svela un'altra scena: Nora esce dalla vasca per avvicinarsi a Mattia. I due si allontanano lentamente. Nel frattempo, il mio amico mi lancia un sorriso malizioso e, come risposta, alzo gli occhi al cielo. Mi volto verso di lei e la vedo: con la testa appoggiata sulle braccia e lo sguardo perso nella contemplazione attraverso la vetrata. La sua figura sembra plasmata dall'arte stessa, una statua vivente di grazia e mistero.

Decido di avvicinarmi, creando un sottile vortice nell'acqua che cattura la sua attenzione. I nostri sguardi si incrociano, una corrente invisibile ci lega. Senza darle il tempo di dire una parola, la afferro per i fianchi con naturalezza. Sollevo il suo corpo con delicatezza e, senza sforzo, lo lascio cadere sotto l'acqua.

Il suono delle risate si mescola al gorgoglio dell'acqua mentre emerge. Nel suo sguardo si accende la fiamma della sfida, sa che è il suo turno, che sta per compiere una mossa audace, ma non le do il tempo di agire. Con un rapido gesto delle mani, schizzo acqua verso di lei, le gocce scintillano come stelle cadenti.

Lei si muove cercando di allontanarsi, «Basta, Speed. Mi arrendo», dice ridendo.

Poi succede qualcosa di sorprendente: le sue braccia si intrecciano attorno al mio collo in un abbraccio inaspettato ma accogliente. I nostri corpi si fondono in un contatto che genera un'onda di energia elettrica. Le mie dita scorrono leggere lungo la sua schiena, tracciando circoli quasi involontari sulla pelle setosa. L'aria intorno a noi sembra carica di una strana tensione, e il mio respiro diventa irregolare mentre lei avvolge le sue gambe attorno alla mia vita con una fiducia audace.

Un desiderio ardente inizia a crescere dentro di me, pronto a esplodere in un turbine di emozioni, ma improvvisamente una serie di risate risuonano alle nostre spalle. Decido di allentare la presa, lasciandola scivolare dolcemente sotto la superficie scintillante dell'acqua.

Con un sorriso contagioso, Nora emerge, il suo sguardo curioso mentre chiede ridendo,«Che ci siamo persi?».

Impassibile rispondo «Niente di rilevante. Solo un regolamento di conti».

Capisco benissimo che questa sia solo una scusa, ma rifiuto categoricamente di liquidare quanto è appena accaduto con leggerezza. Il mio cuore sembra battere all'unisono con i tamburi tribali, l'eco dell'esperienza palpita ancora sulla mia pelle, e la mente è come un vortice di emozioni incontenibili. Non posso semplicemente spazzare via tutto ciò come se fosse irrilevante.

L'increspatura della sua pelle contro la mia sembra essere scolpita nella mia memoria, un tatuaggio sensoriale indelebile che si fonde con la gamma di sensazioni che ho appena sperimentato. La sua vicinanza, tanto improvvisa quanto intensa, mi fa ancora fremere, come se il calore delle sue mani fosse ancora lì a carezzare la mia pelle.

Decido con fermezza di ritirarmi nella mia stanza, una scelta che è più di un movimento fisico. È un tentativo di allontanarmi dall'aura di questo momento, dal turbine delle emozioni contrastanti che minacciano di sopraffarmi. La porta si chiude con un sussurro di promesse non dette, lasciando il sapore dolceamaro dell'inaspettato nella mia bocca.

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