Sarei rimasto tutto il giorno con lei tra le mie braccia, ma presto dobbiamo giocare una partita importante e non posso permettermi di saltare l'allenamento.
Con il calore delle coperte che ancora aleggia nell'aria, raccolgo le mie cose dalla stanza e, prima di uscire dalla porta, le dedico uno sguardo tenero. Il suo viso, finalmente rilassato dopo una notte febbrile, è un ritratto di bellezza con ciglia lunghe e una bocca che sembra creata da madre natura stessa. Prima di mettere in moto la macchina decido di inviarle un messaggio: "Scusami se non ti ho svegliato, ma avevi bisogno di riposare. Anche se avrei preferito rimanere, oggi, al contrario di qualcuno, devo allenarmi. PS: Se ti stai chiedendo come ho fatto ad avere il tuo numero, sappi che ho i miei informatori. Ci vediamo in palestra, Honey".
Avere il suo numero non è stato così semplice, ieri prima di accompagnarla ha chiesto a Mattia di recuperarlo da Nora al posto mio, avrei potuto farlo anche io, ma non volevo l'interrogatorio, perchè quando lei vuole ottenere le informazioni non si ferma fino a quando non le avrà ottenute.
Una volta arrivato, trovo il mio amico con la schiena appoggiata al mio armadietto e con le braccia incrociate, nel momento in cui mi vede un sorriso gli si dipinge sul viso.
«Sentiamo un pò quale altra scusa racconterai al tuo amico questa volta?» dice in modo sarcastico.
«Nessuna scusa, ho dormito da Honey» dico con disinvoltura, ma credo che non se lo aspettasse perchè mi guarda in modo confuso.
«Sul serio? Niente del tipo... Mattia sono stato costretto a portarla a casa?» dice scioccato dalla mia risposta.
«Dai non fare quello sorpreso, sai benissimo che in lei c'è qualcosa che mi attrae e non sto parlando dell'aspetto fisico. E comunque abbiamo solo dormito, aveva la febbre alta» dico, nascondendo comunque una verità.
«Senti, vuoi che ti dica cosa penso?» mi chiede, ma non aspetta una mia risposta «Credo di faccia bene, non ti ho mai visto così per una ragazza».
Ripongo i vestiti nel borsone, resto fermo qualche secondo e poi aggiungo «Andiamo Romeo, risparmiati queste smancerie».
L'allenamento è già iniziato da un'ora, siamo schierati sulla linea di fondo per concentrarci sulle battute, quando dalla porta entra lei.
Gli occhi di tutti i miei compagni sono puntati nella sua direzione, come se fossero calamite attratte da un misterioso magnete. Un fastidio cresce dentro di me, un misto di invidia e impotenza. Vorrei gridare a tutti di smetterla di fissarla, ma non posso farlo, perché lei non è mia.
Noto l'imbarazzo dipinto sul suo volto, le sue guance diventano rosse come fragole mature in un caldo pomeriggio d'estate, e i suoi occhi sfuggono all'intrigo degli sguardi curiosi. Allo stesso tempo, osservo l'espressione di Mattia, il suo sorriso a malapena nascosto, il suo sguardo astuto che sembra dire: 'So tutto.'
Quando finalmente vedo che se n'è andata, butto fuori un sospiro di sollievo e mi rivolgo ai miei compagni con un grido rabbioso «Avete finito di fare i bambini?! Rimettiamoci al lavoro, non abbiamo tempo da perdere».
Ripenso alle parole che mi ha rivolto ieri sera, quando eravamo soli. Vorrei riuscire a farle vedere come la vedono gli altri, farle capire che è unica, che non c'è nessuno come lei. Si sente diversa, fuori posto, ma sono le persone che ha incontrato sulla sua strada a essere sbagliate. E mentre nella mia mente si susseguono una serie di pensieri, uno su tutti sovrasta gli altri, cosa mi sta succedendo.
Per il resto dell'allenamento sono riuscito a ignorarla, ma adesso che è sola, la vedo immersa nel suo mondo. Mi appoggio alla colonna di marmo, il freddo sotto le dita, mentre la osservo con uno sguardo penetrante, «Sai, Honey, hai quella capacità unica di ipnotizzare chi ti guarda». Le sue labbra si curvano in un sorriso enigmatico, «Fossi in te, starei molto attento a quello che dici. Potrei prenderlo come un complimento» risponde, cercando di mascherare l'effetto che le mie parole hanno avuto su di lei.
Siamo costantemente in lotta, come un cacciatore in agguato, nascosto tra le fronde dell'oscura foresta, mentre la sua preda incontra il suo sguardo feroce. Siamo come i pezzi su una scacchiera, ognuno con la propria strategia segreta, pronti a muoversi con astuzia e precisione per catturare il re avversario. I nostri sguardi si incrociano nell'aria carica di tensione, come la calma prima della tempesta, e in un battito di ciglia, il mondo sembra svanire mentre ci spogliamo.
«Sai Speed, essere una ginnasta ha i suoi vantaggi» dice con un filo di malizia.
«E dimmi, quali sono?» rispondo affondano le mani nei suoi capelli.
Slancia la gamba portandola frontalmente «La capacità di essere particolarmente flessibili».
Il desiderio si impossessa di me, raccolgo un preservativo dalla tasca dei pantaloni e senza darle la possibilità di metabolizzare, la penetro e la sento gemere contro di me.
«Honey, tu un giorno mi farai morire» gli dico.
Nel cuore del nostro rapporto, si cela un eterno conflitto, una lotta senza fine tra due anime troppo orgogliose per ammettere che c'è qualcosa di più profondo di un'attrazione travolgente. Siamo come due titani in lotta, incapaci di cedere, anche se le fiamme dell'attrazione ci avvolgono come un abbraccio ardente.
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Butterfly Effect
ChickLit[Contiene scene non adatte a minori] Avete letto la storia dal punto di vista di Adele, adesso scoprirete il punto di vista di Tommaso... Sono il capitano della squadra maschile, ammirato dai compagni per la dedizione e la precisione con cui guido o...