Capitolo 16

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Non so davvero come comportarmi con lei. A parte Mattia, nessuno è davvero a conoscenza di cosa ci sia tra di noi, e, per essere sincero, nemmeno io sono sicuro. Mi tormenta la domanda se effettivamente ci sia qualcosa. Il fatto è che sembra che ci sia un muro invalicabile che la circonda, un'armatura che sembra quasi impossibile da scalfire. Con nessun'altra persona ho mai sperimentato una sensazione simile. Al momento, sembra che l'unica cosa in cui eccelliamo è nel ferirci a vicenda, in quello siamo molto abili.

Sfortunatamente, in questi giorni, tutti noi siamo sottoposti a una pressione implacabile, e questa tensione si riflette negli allenamenti. Le nostre prestazioni non si avvicinano minimamente al nostro potenziale, e questo non fa altro che aumentare la frustrazione nella squadra.

Siamo tutti al limite, trascorriamo ogni singolo minuto chiusi dentro la palestra, e io, come capitano, fatico a alleviare il peso che gravita sui miei compagni.

«Adesso basta!» tuona il nostro allenatore, «Mi sembra di allenare una squadra di ragazzi alle prime armi. In queste condizioni non andremo molto lontano».

Restiamo in silenzio, consapevoli che quanto ha detto rispecchia la realtà.

«Facciamo così, visto che siamo quasi alla fine dell'anno prendetevi questi giorni per pensare a altro. Forse vi farà bene» aggiunge lasciandoci lì come statue.

Penso sia la prima volta che ci vengono concessi dei giorni liberi. Mi siedo su una panchina, seguito da Mattia e Lorenzo. Tutti e tre fissiamo un punto davanti a noi e restiamo così per un minuto. Poi Lorenzo interrompe i nostri pensieri «Andiamo in montagna».

Forse si è accorto delle nostre facce, perché aggiunge «Affittiamo una casa e passiamo li il capodanno. Potremo chiedere anche alle ragazze».

Mattia non se lo fa ripetere due volte e afferra il telefono, «Che stai facendo?» gli chiedo.

«Mando un messaggio a Nora per anticiparle la cosa» risponde.

«Quindi Speed?» chiede Lorenzo.

«Si per me va bene non ci sono problemi. Chiedi agli altri chi è interessato e vediamoci stasera da me. Ho casa libera».

Ci affrettiamo a cambiarci in modo da aspettarle fuori dagli spogliatoi, e poco dopo, mentre la mia mente viaggia in mille direzioni, fanno il loro ingresso.

Non avrei mai creduto che il mio unico punto fosse lei, cerco di distogliere lo sguardo la voce di Mattia arriva come un richiamo «Ragazze, stavamo pensando di organizzare un bel viaggio in montagna durante questi giorni di vacanza, con l'occasione potremmo festeggiare il Capodanno là. Gli altri hanno già dato la loro disponibilità. Voi cosa ne pensate?».

Non so cosa aspettarmi, ma la sua risposta è quasi immediata «Anche per me va bene».

La osserviamo tutti e tre sorpresi, infatti si affretta a rispondere «Perché siete così sorpresi?! Io adoro la neve».

Non le lascio altro tempo e aggiungo «Che ne dite se andiamo a casa mia? Magari ordiniamo una pizza e cerchiamo di trovare qualcosa che vada bene per tutti».

Credo che la mia risposta l'abbia colta di sorpresa, per questo annuisce quasi come fosse costretta.

Nora sa benissimo dove abito, per questo non mi sono dilungato e sono corso a casa. Ho sempre saputo come gestire le ragazze, ma con Honey è diverso. Quando me la ritrovo davanti, la mia mente diventa un caos, la mia parte competitiva si scontra con la razionale, e per questo motivo spesso perdo il controllo.

Mentre affronto l'ansia che cresce in me, il mio cuore martella nel petto come un tamburo tribale in un rituale antico. I miei palmi sudano leggermente, e sento una leggera trepidazione che mi fa tremare le mani. Non riesco a pensare lucidamente, e le farfalle nello stomaco si moltiplicano in una danza frenetica.

Per fortuna, l'arrivo dei miei compagni mi libera dal peso dei miei pensieri. Poco dopo, una notifica sul telefono di Mattia ci avvisa del loro arrivo. Con uno scatto preciso, apro il cancello e attendo sulla soglia della porta. Ed ecco Adele, il mio tormento e al contempo il mio desiderio incarnato. Nel momento in cui i suoi occhi incontrano i miei, posso percepire un brivido di disagio che la attraversa, un'onda invisibile di tensione. Il mio cuore batte più velocemente mentre incrocio le braccia al petto, e quando Nora mi supera, il mio corpo si avvicina a Adele con una lenta e sensuale mossa. La mia mano si muove con una carezza leggera lungo il suo fianco, e sento la sua pelle vibrare sotto il mio tocco. Sussurro all'orecchio in modo che soltanto lei possa udirmi, il calore del mio respiro sfiora la sua pelle «Sei pronta ad una nuova battaglia? Spero per te che tu abbia qualche asso nella manica, perché non ho intenzione di perdere».

Con passo deciso, mi supera senza rivolgermi una singola parola. L'aura di mistero che la circonda mi cattura, e non posso fare a meno di passarmi un dito sulle labbra, mentre un sorriso malizioso compare sul mio viso.

Raggiungo gli altri nel salotto, curiosità e desiderio bruciano dentro di me. Stefano mostra l'alloggio che ha trovato, e l'entusiasmo si diffonde tra di noi mentre ammiriamo l'ambiente accogliente e ben arredato. Dopo che abbiamo espresso il nostro consenso, la serata prosegue nel salotto, dove tra risate, scherzi e sfide a Just Dance, restiamo solo noi quattro, e il mio cuore inizia a battere più forte.

«Dato che siete qui, e visto che da domani saremo ufficialmente in ferie» dico di getto, mentre il mio sguardo s'incontra con quello di Adele, «che ne dite di rimanere a dormire qui?». La mia voce è intrisa di desiderio, anche se speravo che questo momento potesse succedere sin dal primo istante in cui l'ho vista.

Nora abbraccia Adele con un sorriso complice, e Adele rotea gli occhi consapevole che non può più sfuggire. È come se fossi un predatore, e ora che la caccia è iniziata, non c'è via di fuga per lei.

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