Capitolo 21

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Adele, con i suoi umori altalenanti, è come un corridore solitario in una gara ad ostacoli in cui ogni barriera rappresenta un diverso stato d'animo. Attraversa la pista della sua vita con la stessa imprevedibilità di un atleta che si tuffa, salta e corre, senza mai sapere quale ostacolo affronterà dopo il successivo, tenendo i suoi amici e familiari con il fiato sospeso, pronti a tifare per il suo successo o a preoccuparsi per le sue cadute. Vorrei essere in grado di entrare in questo quadro, vorrei che Adele potesse trovare fiducia in me.

Sprofondato nei miei pensieri, non riconosco subito la figura di Mattia che si piazza di fronte a me.

«Posso chiedere cosa ti sta succedendo?». La sua voce mi riporta bruscamente alla realtà.

«Niente» rispondo.

Mattia incrocia le braccia sul petto e mi esamina da capo a piedi, «Hai intenzione di fare un'apparizione in mutande alla festa?!».

La mia risposta rimane in sospeso, perché nel momento in cui passo davanti allo specchio, mi rendo conto dell'errore imbarazzante: indosso solo una maglia e le scarpe, ma sono completamente sprovvisto di pantaloni.

Scoppia in una risata, mentre io, afferro una scarpa e la scaglio verso di lui. Dopo aver afferrato un paio di jeans e indossato velocemente, dieci minuti dopo siamo pronti a dirigerci, insieme agli altri ragazzi, verso il locale, che si trova a pochi metri dalla nostra abitazione.

Ci avviamo verso il bancone, dove Lorenzo, ci accoglie con due bicchieri che, a giudicare dal colore, contengono una generosa dose di vodka. «Finalmente siete arrivati. Speed, la tizia che ha quasi investito te e Adele ti sta cercando,» mi dice dandomi una leggera spallata con un sorriso sornione, «Qualcuno qui ha fatto colpo».

Alzo gli occhi al cielo, ma quello che dice dopo mi fa ribollire il sangue.

«Campo libero con la cerbiatta!».

Lo afferro con un misto di sorpresa e rabbia «Che hai detto?!» Mattia si frappone tra me e Lorenzo, cercando di calmare la situazione, «Quindi, è vero. Honey non ti è indifferente come fai credere a tutti», dice Lorenzo prima di andarsene con una risatina. Stringo i pugni, consapevole che ha appena detto la verità.

Il mio amico mi batte una mano sul petto, «Lo sai che lo ha fatto solo per avere la conferma di quello che ormai sanno tutti, vero?».

«Sì,» dico rassegnato, accettando la realtà dei fatti. Battiamo i bicchieri per brindare prima di buttare giù il contenuto, cercando di scacciare il disagio dalla conversazione precedente. Quando Honey varca la soglia del locale, i miei occhi sono come catturati nella sua direzione. Non credo che si renda conto dell'effetto che ha sulle persone; è bellissima. Indossa una semplice ma affascinante combinazione di jeans stretti e una maglia con uno scollo che mette in risalto la sua eleganza. I suoi capelli mossi completano il suo look, facendola sembrare ancora più affascinante.

Cercano di farsi spazio tra la folla; le vedo muoversi con grazia verso il bar, le luci della sala creano un'aura di mistero attorno a loro, ma le perdo di vista in mezzo a tanta gente festante. Mi rivolgo al mio amico cercando di apparire indifferente, ma l'unica cosa che riesco a dire è: «Sono arrivate».

Sbatte le palpebre, quasi incredulo, e poi scoppia a ridere.

«Sei un caso senza speranza,' mi dice con una risata beffarda. E forse ha proprio ragione, perché non appena arrivano al tavolo, il mio cervello sembra spegnersi.

Poi tutto accade rapidamente. Adele afferra la bottiglia di vodka con una sicurezza che non passa inosservata, versa un bicchiere e lo beve tutto d'un fiato. La guardo cercando di capire le sue intenzioni, ma nel momento in cui sento una voce squillante dire «Ecco dove vi eravate nascosti,» la situazione mi è subito più chiara.

«Sai Nora, ho voglia di ballare. Qui ci sono troppe oche che starnazzano,» esclama Adele, sbattendo le mani con veemenza sul tavolo, creando un eco di sfida nell'aria.

Valentina si avvicina con una lentezza studiata, muovendosi con una sensualità affascinante. I suoi passi sono un invito magnetico, ma i miei occhi sono incollati a una sola persona.

«Speed, come fa un ragazzo come te a essere ancora solo?» sussurra con un sorriso malizioso che si estende su tutto il suo viso. Con la mano, sfiora il mio braccio in un gesto provocante. «Magari non è così?» ribatto cercando di sganciarmi dalla sua presa. La sua risata, risuona nelle mie orecchie, «Sei davvero divertente».

«Andiamo a ballare» aggiunge, con una forza irresistibile nella sua presa sulla mia mano. La seguo senza esitazione, desiderando una visuale più chiara di Adele. La musica diventa un ritmo avvolgente, e l'atmosfera circostante vibra di tensione.

Valentina inizia a muoversi attorno a me in modo seducente, una coreografia affascinante che incanta chiunque la osservi. Il mio io di qualche tempo fa non avrebbe esitato un secondo, ma ora non riesco a sentire nulla.

Mi volto verso destra, e incontro la mia tempesta. Un ragazzo si avvicina a lei, mi ci vuole solo qualche secondo per riconoscerlo e un moto di gelosia ribolle dentro di me.

Adele si volta nuovamente nella mia direzione, e nei suoi occhi leggo qualcosa di profondo e misterioso, un enigma che mi lascia esterrefatto. La penombra della sala da ballo le conferisce un'aura quasi magica, mentre inizia a ballare con il suo ex. Non sono mai stato un tipo incline alla violenza, ma quella visione di lei che balla con il suo ex scatena un turbine d'emozioni in me. Il mio cuore batte così forte che sembra quasi possa sentirlo nelle tempie. Stringo i pugni, i muscoli delle braccia tesi, nel vano tentativo di placare il mio conflitto interiore, ma sembra quasi impossibile.

Ogni movimento del suo corpo è come un colpo diretto al mio spirito. I loro passi si fondono con una sinuosità che rende il loro ballo ipnotico. Se non smette di toccarla, giuro che perderò la testa. In quel momento, tutto ciò che so è che lei è e deve rimanere mia. Questo gioco è pericoloso, ma non sono il tipo da tirarsi indietro. Afferro Valentina e la faccio voltare, passandole una mano davanti in modo da far collidere la sua schiena con il mio petto, ma i miei occhi non sono per lei, ma per Honey.

Succede qualcosa che non avevo previsto: la mia distrazione improvvisamente prende il sopravvento, e le sue labbra, con un movimento inaspettato, si avvicinano alle mie. La spingo via, ma lei si volta verso Adele, ed allora tutto si fa più chiaro.

La afferro per il gomito, i miei polpastrelli si serrano con forza sulla sua pelle. La rabbia infuria dentro di me mentre urlo «Cosa diavolo pensavi di fare?!».

Un sorriso sornione si fa strada sul suo volto, ma nonostante ciò, i suoi occhi tradiscono una leggera inquietudine «Oh, dai Speed. Non puoi mica essere attratto da una come lei».

Le parole mi colpiscono come una lama affilata. Tuttavia, la mia mente è fusa, il calore e l'adrenalina si mescolano in un vortice furioso. Con un passo deciso, mi avvicino a lei, gli occhi fissi nei suoi «I miei gusti, credo, sono l'ultima cosa che dovrebbero interessarti. Non osare mai giocare con me, perché potrei diventare il tuo peggior incubo». Ora, il mio volto è a pochi centimetri dal suo, e la mia voce è un sottile sibilo, «E ti ricordo che lei ha un nome».

Mi allontano da lei, senza darle la possibilità di replicare. Se fossi rimasto, le avrei concesso una considerazione che non si meritava. Mentre mi allontano, maledico il fatto di aver concesso il suo gioco. Ero fuori di me. Vedere Adele con il suo ex è stato come una pugnalata al petto. La furia bruciante mi consuma mentre cerco di rimettermi in carreggiata.

Ora, l'unica cosa che voglio è trovarla. Frugo tra la folla, gli sguardi degli estranei sfumano nella mia ricerca frenetica. Un pensiero si fa strada dentro di me, la paura si impossessa della mia ragione. Solo quando non vedo Mattia e Nora inizio a respirare di nuovo. Un senso di sollievo mi attraversa. I miei piedi si muovono automaticamente verso l'uscita, decisi a tornare a casa.

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