4. Ciò che conta

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Tenko scattò in piedi. Puntò la bacchetta nascosta sotto l'avambraccio destro e scatenò un fulmine. La scarica colpì una lamiera penzolante e scatenò un piccolo botto. Subito il dragonide e l'elfo alzarono lo sguardo.

«Sigurd!» esclamò la demone. «Dietro di te!»

Lo spadaccino si voltò e vide il fuorilegge che si stava riprendendo. Il rettile guardò invece nella direzione della voce, ma Tenko era già diventata uno spettro.

Il criminale a terra non sembrava una minaccia – anzi la sua espressione era decisamente spaventata – ma Sigurd si premurò ugualmente di neutralizzarlo con un preciso colpo di piatto.

Il dragonide provò a coglierlo di sorpresa con i suoi Nervi Taglienti, ma Sigurd li respinse di nuovo con Balmung.

«D'Jagger, sei ancora con noi?» domandò l'elfo.

Dal comunicatore non arrivò risposta.

Il suo avversario batté le fruste a terra, creando due solchi netti nel pavimento. «Allora? Vuoi farti sotto o no?!»

Sigurd non perse la calma. «D'Jagger...?»

«Oh! Ehi!» rispose il goblin. «Sai una cosa? Ho appena trovato due Nervi Taglienti nel deposito qui a fianco. Che fortuna, eh?»

«Sei sicuro?»

«Più che sicuro! Ce li ho qui in mano.»

L'elfo sorrise e si mise in posizione d'attacco.

«Allora, sei pronto a farti affettare?» gli chiese il dragonide, felice che il suo avversario si fosse deciso a fare sul serio.

Sigurd scattò in avanti. Un Nervo Tagliente guizzò in risposta. L'elfo si piegò, schivò la frusta e ruotò Balmung. La lama nera tranciò il Nervo. Una. Due. Tre volte.

Il dragonide tornò all'attacco con l'altra frusta: doveva tenerlo alla larga!

Lo spadaccino schivò di lato e menò una raffica di fendenti. Il Nervo Tagliente andò in pezzi e i segmenti caddero a terra contorcendosi come appendici ancora vive.

«Ma come...?» Il rettile non aveva tempo per parlare. Inalò a pieni polmoni e soffiò una vampata di fuoco.

Sigurd calò la sua spada: un lampo nero che tagliò le fiamme e gli aprì la strada verso il suo nemico.

Scattò in avanti, la lama alzata. Il dragonide sollevò le mani per proteggersi e l'elfo lo colpì al mento con un montante sinistro, sorprendendolo proprio sotto le braccia.

Il rettile cadde a terra con un pesante tonfo, ma il dolore alla mandibola non lo avrebbe fermato: ci voleva ben più di un pugno ben assestato per sconfiggere uno della sua specie.

«Tutto qui quello che sai... fare?»

Si guardò intorno, ma non c'era traccia dell'elfo.

«Dove ti nascondi? Vieni fuori, codardo!»

Ma Sigurd non poteva sentirlo: appena il suo avversario era finito a terra, lui ne aveva approfittato per scappare da una delle porte divelte dell'edificio.

L'Eredità degli AstraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora