La morte di Maahes aveva scioccato tutti i presenti, costringendoli a interrompere gli scontri per rendersi conto di quanto era appena accaduto.
In quel silenzio improvviso e irreale, Havard avvertì l'anima del dio della guerra che lasciava il proprio corpo. Lo spirito non si lasciò catturare dal regno infernale di Nergal, né tantomeno da quello di Hel: il pallido lo sentì semplicemente svanire, ma non era in grado di stabilire se avesse raggiunto un regno infernale a lui sconosciuto, o se si fosse dissolto nel mana del pianeta. In entrambi i casi comunque questo non escludeva un possibile ritorno di Maahes in futuro, dato che un dio aveva sempre la possibilità di rinascere qualora ci fossero stati abbastanza fedeli a volerlo.
Una pioggia leggerissima cominciò a scendere dal cielo, seguita da un lampo improvviso. Il tuono fragoroso, forse perfino più forte di quelli di Susanoo, riscosse i presenti, che in un attimo dovettero decidere cosa fare.
Gli dei si diedero alla fuga, con l'unica eccezione di Enki: il dio del mare era il solo a non aver ingaggiato i suoi diretti avversari, e Sigurd avvertiva una profonda rassegnazione dentro di lui.
Huitzilopochtli provò a volare via, ma Ramses gli sbarrò la strada, così come il figlio di Tezcatlipoca impedì a suo padre di fuggire.
Nergal si ritrovò circondato da diversi cloni del Pilastro dell'Uguaglianza tutti armati di bacchetta, e per quanto provasse a catturare le loro anime o a colpirli con un piccolo sole, c'era sempre un'altra copia pronta a prenderne il posto.
Susanoo provò ad allontanarsi approfittando del cielo in tempesta, ma la sua fuga non passò inosservata a Leonidas. Il semiumano aveva preso una brutta botta quando era precipitato – abbastanza forte da lasciarlo temporaneamente immobile – ma una barriera di Persephone aveva impedito che venisse calpestato a morte dai giganti. Era ancora dolorante, ma non intendeva permettere al dio delle tempeste di abbandonare l'anfiteatro: anche lui doveva assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Evocò il proprio spirito guida e si lanciò all'inseguimento, lasciandosi colpire di proposito dai fulmini scatenati dal pianeta per recuperare le energie.
Horus era quello che più di tutti era rimasto turbato dalla morte di Maahes, per questo ci mise qualche secondo in più per reagire. E Tenko ne approfittò per colpire: riapparve dal nulla, piantò a terra un Nervo Tagliente e fece scattare l'altro. La spada magica stretta nella seconda frusta colpì il dio, riuscendo ad aprire un taglio superficiale in cui far fluire il veleno della soffiamorte.
«I tuoi sforzi sono inutili!» imprecò il dio del sole, ancora più alterato di prima. «Niente di ciò che fai può fermarmi!»
Scatenò un'ondata di energia e si trasformò in un grosso falco, a quel punto gli bastò sbattere le potenti ali per spiccare il volo e uscire dal raggio d'azione di Tenko.
La demone scoprì i denti. «Non fuggire, codardo! Torna qui e affrontami!»
Ma le sue parole si persero nella pioggia e nel vento sempre più forti. Come se non bastasse, nessuno stava inseguendo il dio falco: toccava a lei farlo. E per riuscirci doveva evocare il suo spirito guida.
Non poteva permettere a Horus di fuggire, in più non intendeva perdere anche contro Leonidas, non dopo tutta l'aiuto che aveva ricevuto da Zabar negli ultimi giorni.
I suoi sentimenti di rabbia, determinazione e orgoglio si mescolarono dentro di lei e divennero ancora più forti, riuscendo finalmente a uscire dal suo corpo sotto forma di energia fucsia. I flussi diafani si addensarono e acquisirono consistenza fisica, trasformandosi in una grande e minacciosa viverna.
La soffiamorte si piegò in avanti per farla salire, a quel punto a Tenko bastò un pensiero per farle spalancare le enormi ali scure e violacee. Ora poteva inseguire Horus, ma prima si gettò a capofitto verso il centro dell'arena.
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L'Eredità degli Astrali
Science FictionIl racconto conclusivo del primo arco narrativo. Questa storia prosegue gli eventi di Eresia, La frontiera perduta e La progenie infernale. È giunto il momento della resa dei conti. Ma quello che si prospetta all'orizzonte è un conflitto ben più gra...