7. Primo contatto

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Gli dei erano convinti che avrebbero potuto parlare con Lilith poco dopo il loro arrivo sulla Luna Nera, invece l'Eletta li aveva fatti attendere per giorni. E anche ora che li aveva convocati – convocati! –, si stava facendo aspettare.

Le divinità stavano cominciando a spazientirsi quando la grande porta davanti a loro si dischiuse in modo lento e solenne, aprendo la strada a una donna alta e affascinante che indossava un abito lungo, elegante ma non sfarzoso. Il suo sguardo era intenso, capace di ammaliare e intimidire al tempo stesso.

Lilith prese posto davanti agli dei, su una seduta nettamente più imponente di quelle concesse ai suoi ospiti. E poi rimase in silenzio. Un silenzio pesante, permeato della sua autorità di demone e vampira millenaria.

«Avete firmato un contratto» affermò l'Eletta. «Mi avete chiesto decine di migliaia di fedeli, e io ve li ho dati. Li ho fatti sparire senza lasciare tracce, ho ricondizionato le loro menti, e li ho trasferiti su quel vostro pianeta. Dunque vi ascolto: spero abbiate un'ottima spiegazione sul perché siete qui, invece che sul vostro pianeta a onorare la vostra parte dell'accordo.»

«Non ci aspettavamo che il bastardo di Hel acquisisse così tanto potere così in fretta» ammise Nergal. «O che la figlia di Demetra[8] decidesse di ribellarsi nello stesso momento.»

«Il punto è che siamo stati troppo indulgenti» dichiarò Horus. «Se avessimo represso fin da subito le rivolte, non saremmo arrivati a questo punto. Ma non ripeteremo lo stesso errore.»

Lo sguardo del dio falco era carico di rabbia e determinazione, ma Lilith non si fece impressionare.

«No, non lo farete. Ho investito moltissimo in questo progetto, ed esigo che il mio investimento venga ricompensato. Se non riuscirete a riprendere il controllo del pianeta, lo farò io.»

«L'accordo stabilisce che né tu né gli altri Eletti potete recarvi su Raémia senza il nostro permesso!» obiettò Susanoo.

«Accordo che voi per primi non state onorando» ribatté la demone.

«Una volta consegnati gli esoscheletri giganti, riusciremo sicuramente a riprenderci Raémia» le assicurò Tezcatlipoca. «Sicuramente in questo momento i nostri fedeli-»

Lilith lo zittì sollevando una mano dalle unghie lunghe e curate, quindi si voltò verso l'uomo che si era avvicinato al suo trono.

«Perdonami, Lilith, ma abbiamo un problema» esalò il nuovo arrivato a bassa voce. «Degli intrusi sono saliti sulla nave. Non sappiamo ancora come.»

«Occupatene subito. Fai intervenire tutti, se necessario. Non posso permettermi altri problemi in questo momento.»

«Vado subito.»

L'uomo si fuse con la sua ombra e saettò via.

«Prego, continuate pure» disse Lilith.

«C'è qualche problema?» volle sapere Tezcatlipoca, infastidito da quell'interruzione.

«Niente che i miei uomini non possano risolvere.»


***


L'Eredità degli AstraliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora